Parto dal presupposto che ognuno di noi è solo, solo coi suoi pensieri, coi suoi problemi, con le sue perversioni, con i suoi desideri. La solitudine nasce da piccoli, nel momento in cui nascondiamo qualcosa agli altri e decidiamo che è solo nostra, quando escludiamo le persone che ci sono care da un nostro pensiero. Quello è l'avvio e poi segue una vita di esclusioni e di pensieri privati, in fondo decidiamo noi di essere soli o è l'esistenza che è programmata in questo modo.
Poi cerchiamo gli amici o i compagni e c'illudiamo che metterli a conoscenza di alcuni dei nostri pensieri privati sia un modo per eludere la solitudine. Invece è solo un modo per rafforzarla perché nel frattempo altri pensieri privati sono sopraggiunti e quelli no, non possono essere svelati.
La solitudine è una verifica del nostro coraggio di uomini, così diversi gli uni dagli altri ma così forti e buoni e determinati a stare insieme nonostante tutto, a costruire pur sapendo che tutto sarà distrutto.
Chi non conosce la solitudine non sa stare in compagnia (pensiero di basettun)