Io conosco la fame.
L’ho vista troppe volte posarsi
sciame impietoso
sul piatto della sera.
Nascondersi crudele
negli angoli bui della dispensa
rovistata dai miei figli digiuni.
Annegare confusa
nei bicchieri di vino provvidenziali
colorati stimolatori di sogni.
Lamentarsi ubriaca
sotto calde lenzuola impetuose
in fantastici orgasmi d’amore.
Io conosco la fame
e l’orgoglio che non la fa più sentire.
Conosco la noia dei giorni infiniti
inventati minuto per minuto
le bugie delle favole
le verità taciute
le lacrime soffocate
o asciugate di nascosto
percorrendo la tristezza degli anni.
Conosco l’impossibile morte
portata nella canna del fucile
paziente compagno di pianti
e quella vile, assassina
che corre sulle moto rombanti
celata dai passamontagna.
Io conosco la vita
che trascorre veloce
illuminata da un sole irrequieto.
Perciò sono un ladro!
E ti rubo un attimo d’amore
per unirlo alle briciole dolci
per cantare stasera la gioia
di una splendida cena
e ascoltare sereno il tormento del tempo
che passa e mi lascia più solo.