Oggi, mi son ritrovato a scrivere quanto segue....
".....buon pomeriggio Mara. Mi ha fatto senz'altro piacere ricevere tue notizie e sopratutto ho gradito le foto di Agata. Agata perchè Lei sosteneva che quello fosse il suo secondo nome, anche se non ho potuto constatarne la veridicità.
Vedi, salutandoci, esternavi che difficilmente ci saremmo sentiti dopo ed il ritardo con il quale ti scrivo, avrà senz'altro alimentato il tuo pensiero..... Permettimi di smentirti. Alcuni dei miei amici conoscono questo mio lato...... possiamo "ignorarci" anche un anno intero; al momento del bisogno, io ci sono...... e non si possono escludere, in questo arco temporale, i contatti mentali ed i pensieri comunque rivolti a delle persone speciali.... ti invio il seguente mio scritto ......."
Mi rendo conto che quanto segue ha bisogno, in alcuni tratti poco chiari, di una "chiave di lettura" particolare.... ma così è, scusandomene in anticipo....
A14, Amore, Silenzio, Giudizio....
……. Sei andata via in un giorno di afoso respiro, in assenza di vento… ma il tuo addio, guardandomi negli occhi, ha scatenato la tempesta……
….. ricordo quando anni fa, mi raccontarono, al chiuso di una fredda, asettica stanza, dichiarasti all’uomo che non ti conosceva, che fossi io a prendermi cura di te…..che fossi io ad accompagnarti nelle “modalità” di vita che non amavi ma che eri costretta ad accettare ….. conscia che il tuo handicap avesse il potere di frenare la vita altrui, che rappresentasse un masso nella società, una spada di Damocle sul corso dei normali, scontati, dovuti o ancora, pretesi, piaceri della vita… eri un intoppo, insomma, per altri….
…è’ iniziato un cammino insieme, un cammino disegnato tra i sentieri della pazienza, della tolleranza, dell’amore, della rabbia, dell’esempio, della fiducia reciproca, un cammino interrotto, a volte, dall’indifferenza di chi invece ti doveva molto, tanto….. ma siamo andati avanti lo stesso….
Non me l’aspettavo sai….. dicevo a me stesso, ad alta voce, che l’ultimo percorso della tua vita aveva assunto un sentiero in salita. Che poi non ci sarebbe stato un tratto in discesa libera, l’ho realizzato troppo tardi…
Ed intanto scherzavo sulla novità dell’uso spropositato, da parte tua, dei vezzeggiativi…… ti sentivo mormorare con la tua sempre più flebile voce o accennavi a me le parole …. “pochino” ….. “benino”…. “goccettino” ….. “attimino” …. “sono contenta di vederti”…… con un tuo “grazie” mi facesti andar via con gli occhi umidi……ed il silenzio poi …. Il tuo silenzio mai interrotto da un tuo lamento……. mai ombrato da un’espressione disperata…. mai disegnato sull’esternazione di una sofferenza, dei dolori patiti e sopportati con dignità, mai reso suono sul lancio di un dolore…. ho visto come si muore con dignità, appunto……tra le mie braccia…. Una sensazione che mancava ma non ci tenevo ad imparare ancora... Ci rivedremo Agata, ma non è tempo ancora.
Riccardo