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Licenziato, portiere si impicca a Napoli
L'uomo, 55 anni, si è ucciso nella sua abitazione: aveva ricevuto una lettera di licenziamento e, nei prossimi mesi, avrebbe dovuto lasciare la casa dove viveva.
12:49 - Aveva ricevuto una lettera di licenziamento e, nei prossimi mesi, avrebbe dovuto lasciare la casa dove viveva. Potrebbe essere questo il motivo del suicidio di un portiere a Napoli. L'uomo, 55 anni, si è ucciso, impiccandosi, nella sua abitazione di corso Garibaldi.
L'uomo era divorziato e aveva due figli. Ai condomini era sempre apparso come una persona dal carattere forte. Ultimamente, però, anche a seguito della morte della madre e della separazione dalla moglie, sembrava soffrire di crisi depressive.
A ottobre avrebbe dovuto lasciare l'alloggio da portiere in cui abitava e giorni fa i proprietari della casa avevano fatto un sopralluogo per metterla in vendita.
Da due giorni l'uomo non si vedeva in giro e stamattina non era al suo posto in portineria. La sua assenza ha insospettito i condomini che hanno dato l'allarme alla polizia. Secondo quanto emerso, il portiere non avrebbe lasciato biglietti per motivare il suo gesto.
L'ultima telefonata con il figlio: "Dite a mamma che non posso più passarle l'assegno"
"Dite a mamma che non posso più passarle l'assegno...". Queste, secondo gli investigatori le ultime parole del portiere dette al telefono con uno dei due figli che vive al Nord, con l'altro fratello e con la madre, poco prima della decisione di togliersi la vita. Secondo una prima ricostruzione, il suicidio risalirebbe a sabato, quando l'uomo, dopo aver chiuso la portineria, si è impiccato.