Il nostro cervello "prevede" le azioni altrui

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rosarossa79
00mercoledì 27 giugno 2012 20:08
tgcom24
Si attivano due segnali: uno serve per capire come si comportano le persone più simili a noi, l'altro quelle che ragionano in maniera diversa

15:12 - In particolare, quando cerchiamo di “leggere nel pensiero” delle altre persone si attiverebbero due segnali cerebrali nella corteccia prefrontale. Questo il risultato di uno studio del Riken Brain Science Institute del Giappone, pubblicato sulla rivista Neuron. I segnali, situati in circuiti differenti, darebbero la possibilità all'uomo di predire anche i comportamenti di persone con valori differenti dai propri.
La comprensione delle reazioni altrui è una sfida fondamentale per l'individuo. Immedesimarsi nei processi dei propri simili è necessario per la sopravvivenza sociale e l'adattamento e condiziona il proprio comportamento.
L’esperimento
Per studiare questo fenomeno 39 partecipanti hanno osservato un'altra persona giocare sul computer e predetto quali scelte questa persona avrebbe compiuto basandosi sulle sue azioni precedenti. Nel frattempo, i ricercatori hanno scannerizzato il cervello dei partecipanti utilizzando la risonanza magnetica funzionale. Gli scienziati hanno poi utilizzato questi dati per costruire un modello informatico degli schemi dell'attività cerebrale che apparivano mentre i partecipanti stavano provando a decifrare le decisioni di qualcun altro.
Come leggiamo nella mente
I ricercatori hanno osservato che quando i partecipanti cercavano immaginare le azioni di un’altra persona si accendevano due aree della corteccia prefrontale, la parte del cervello responsabile di processi cognitivi elaborati.
Il “reward signal” (segnale premiale), individuato nella corteccia prefrontale ventromediale, sembra attivarsi quando si stima l’effetto di ricompensa che una decisione potrebbe avere per l’altra persona. Rappresenta quello che il soggetto farebbe nei panni altrui.
L’ “action signal” (segnale di azione), invece, si trova nella corteccia prefrontale dorso mediale. Questo segnale sembra coinvolgere sia l'azione che ci si aspetta che quella realmente compiuta, al di là della corrispondenza tra aspettativa e fatto. I ricercatori pensano che questi segnali cerebrali lavorino insieme per trovare un equilibrio tra ricompense e scelte attese e osservate. “Ogni giorno interagiamo con una varietà di individui - ha detto il professor Suzuki, autore dello studio - alcuni condividono valori simili ai nostri e in questo caso è sufficiente il segnale premiale. Per le persone più diverse da noi, può diventare molto importante il segnale d'azione”.
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