Lost paradise: il paradiso a portata di viaggio

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_Stellamarina_

00giovedì 27 agosto 2009 12:56

Secondo il quotidiano inglese The Guardian, esistono anche nel mondo reale, e non solo nei film, almeno 20 isole incontaminate e lontane dai grandi flussi turistici di massa.
In cima alla classifica l’isola di Porquerolles nel Golfo di Hyères, in Costa Azzurra. E’ più che un luogo appartato, ma piuttosto un 'buen retiro', quello che è stato il rifugio letterario di Paul Valéry e George Simenon. Le auto sono proibite e restano a disposizione sessanta chilometri di sentieri per raggiungere le spiagge e le scogliere a picco sul mare, mantenendo un contatto con una natura assolutamente incontaminata, come accade raramente nel mediterraneo. Altre mete irrinunciabili sono l’isoletta di Sylt tra Germania e Danimarca, e l’arcipelago di Kvarken, che è stato inserito nell'elenco dei patrimoni dell’Umanità dell’UNESCO nel 2006 ed è costituito da 7000 piccole isole appartenenti al territorio della Finlandia e della Svezia.
Tra i 'Lost Paradises' spunta anche l’isola portoghese di Porto Santo, la gallese Skomer Island, la svedese Hamneska, e Amorgos, la più selvaggia e orientale delle Cicladi.
La Scozia si aggiudica due nomination per Gigha e Lismore, e quest’ultima, effettivamente, ha un fascino degno delle storie di Harry Potter. Solo 160 abitanti che parlano l’antichissima lingua Gaelica, (Lismore deriva infatti dalla parola lios-mór, che significa 'Grande Giardino'), quasi 300 tipi diversi di piante e 130 specie di uccelli, tra cui avvoltoi e aironi, che hanno il lusso di posarsi sulle merlature di castelli e dimore medievali ancora intatte.
Nettamente più a sud del mondo, ecco la Croazia di Sveti Klement e Lopud, l’Ile d’Aix in Francia, La Graciosa alle Canarie, Kastellorizo in Grecia e Procida in Italia, a cui finalmente si aggiunge la splendida Alicudi. Era impossibile far finta di niente sul fascino della più occidentale delle isole Eolie, a trentaquattro miglia da Lipari. Alicudi è un universo in cinque chilometri quadrati: un vulcano spento alto 675 metri sul livello del mare, che in quella zona sprofonda fino a 1.500 metri di profondità, creando al turista che risale le scogliere una netta sensazione di sospensione sull’abisso. Alicudi poi significa collegamenti via mare frequenti solo in piena estate e circa cento abitanti che, in
assenza di strade e di asfalto, si muovono a dorso di asino e mulo.
Un paragone vero, lo si può fare solo con l’isola turca Heybeliada, nel mare di Marmara, incredibilmente il regno dei cavalli. Vivono liberi o servono per trainare i caratteristici carri su cui i pochi turisti viaggiano, nella esatta direzione opposta allo smog e alla movida. Tutto senza tempo, purchè non si sappia che anche questo è un paradiso perduto.

rosarossa79

00giovedì 3 settembre 2009 13:55

qualche fotina [SM=g8862]