Piante e Fiori

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rosarossa79
00venerdì 16 ottobre 2009 13:32
un fiore che mi piace



Il geranio e una pianta originaria del Sudafrica conosciuta soprattutto come pianta da balcone. I fiori del geranio sono di vari colori e intensità di profumo diverso a seconda delle specie. Esistono varietà erette e pensili.

Cure e manutenzione
Il geranio predilige un luogo ventilato caldo in estate e fresco in inverno; nel periodo estivo necessita una concimazione ogni 2 settimane, annaffiature giornaliere ma senza eccessi. La potatura del geranio va fatta in primavera e autunno, mentre vanno costantemente cimati eliminando i fiori appassiti.

Specie
Geranio graveolens: geranio dal profumo eccezionale con piccole foglie e fiori color rosa e rosso porpora.
Geranio radens
Geranio capitatum: soecie da cui si ricava l’olio di geranio.
Geranio odoratissimu: geranio dal profumo di limone.
Geranio grandiflorum: fiorisce in estate ma se ne trovano varietà a fioritura invernale.


fonte
cherubina_g
00venerdì 16 ottobre 2009 14:52
Questa è una di quelle piante che mi piacciono tanto:



è una pianta perenne, l'arbusto per tanto è sempre verde e durante il periodo invernale, produce dei fiorellini bianchi, rosa, rosse a seconda della specie. Il suo fiore spesso è usato per le composizioni di fiori essicati.
Ecco il significato di questa pianta:

Nel colore bianco ha il significato di protezione, ammirazione e speranza che i sogni e i desideri si avverino; nel colore rosa-lilla prende invece il significato di solitudine.

Può essere utilizzata per la preparazione di tisane curative in quanto ha effetti diuretici ed aiuta in caso di cistiti.

ecco qualche consiglio per mantenere bella la pianta:

metterla in una posizione riparata sia dal troppo sole che dal troppo freddo; la temperatura minima di resistenza della pianta è di 4° anche se alcune specie resistono ad una temperatura più bassa;
annaffiatela regolarmente senza però esagerare. Non fate ristagnare l’acqua nel terreno;
concimatela d’estate ogni 15 giorni;
il mese adatto perchè venga rinvasata è marzo;
potatela dopo la fioritura;
fate attenzione alle cocciniglie e al ragnetto rosso.
rosarossa79
00venerdì 16 ottobre 2009 15:09
il mio preferito e' questo



La Calla è una pianta bulbosa perenne con fioritura da aprile ad ottobre, si presenta con fusti eretti e alti che sostengono spadici gialli e foglie lisce. Ogni spadice è fasciato da una spata, una foglia che avvolta a forma di imbuto, di color bianco.

Specie e varietà
La Zantedeschia Aethiopica è la tradizionale calla di colore bianco, la Green Goddess con spata bianco crema e verde, la Zantedeschia Elliottiana dai fiori gialli e foglie larghe, Zantedeschia Rehamannii dal fiore rosa che con la fioritura diventa porpora.

Cure e manutenzione
La calla va sistemata in un ambiente fresco durante il periodo i fioritura. Fiorisce dall’inizio della primavera, successivamente va in riposo e tutte le foglie muoiono. Nei mesi estivi collocarla in un posto asciutto e al sole. Innaffiare e concimare ogni settimana, la moltiplicazione dalle calla avviene per divisione della pianta.


fonte
cherubina_g
00lunedì 19 ottobre 2009 10:00
Margherita

Si dice abbia facoltà profetiche. Gli innamorati la sfogliano per sapere se il loro amore è ricambiato. Nel Medioevo, le donne riconoscevano pubblicamente di essere amate e di riamare quando concedevano al loro cavaliere il permesso di ornare il proprio scudo con due margherite. Opposto è il messaggio che altri
hanno assegnato al fiore: quando una donna non era sicura dell’affetto dell’amato si ornava la fronte con margherite. E’ il simbolo della semplicità, freschezza e purezza.




fonte: www.giardinaggio.it/Linguaggiodeifiori/singolifiori/margher...

Come si coltiva
Anche se le margherite sono dei fiori in grado di nascere in modo spontaneo, possono essere coltivate seguendo opportuni accorgimenti:
•scegliere una posizione soleggiata e con un po’ d’ombra;
•prediligere un clima caldo o al massimo temperato, la margherita teme il gelo e l’esposizione al vento;
•scegliere un terreno sabbioso, ben drenato e fertile;
•è possibile concimare con sostanze organiche e liquide, meglio se specifiche per le margherite;
•fioritura nei mesi primaverili ed estivi;
•innaffiare in modo ben distribuito: una volta ogni 2 giorni in inverno e circa due volte al giorno in estate.
•riparare con teloni e coperture durante la stagione fredda.

Curiosità:

I fiori di margherita sono molto utilizzati anche in cucina per la preparazione dei ben noti infusi - utilizzati per calmare la tosse o dolori derivanti da coliche intestinali - e di molti piatti, soprattutto le insalate.
Le margherite hanno, inoltre, proprietà diuretiche, rinfrescanti, antinfiammatorie, astringenti e cicatrizzanti. I fiori appena raccolti sono un ottimo rimedio per la cura dei foruncoli.

www.giardinaggionline.net/101/margherita.htm
rosarossa79
00martedì 20 ottobre 2009 07:29



nome botanico:Anthurium andreanum

famiglia: Araceae

breve descrizione: Pianta erbacea fiorita a fogliame decorativo. Quello che comunemente è chiamato «fiore» è in realtà un’inflorescenza che si divide in due parti: la spata e lo spadice. La prima è libera, più o meno concava, di color rosso-lacca, bianco o rosa, e deriva da una foglia trasformata che all'inizio avvolge proprio lo spadice. Quest'ultimo è un'inflorescenza sottile, ben eretta, cilindrica con fiori ermafroditi e sessili. Le foglie sono grandi e cuoriformi. La pianta può raggiungere gli 80 cm. di altezza.

durata: Perenne

periodo di fioritura: La fioritura dura da giugno a settembre, ma si può sfruttare la tendenza naturale della pianta a fiorire di più in inverno per avere vasi fioriti da dicembre a Pasqua. Il vero fiore non è la brattea ma si trova sullo spadice ed è costituito da minuscole protuberanze. Le spate fiorali durano molto a lungo, ne esistono diverse varietà con tonalità differenti (rosso-arancio, bianco, rosa, giallo o con punteggiature bianche).

area di origine:E’ originaria delle zone tropicali e sub-tropicali dell’America Centrale e Meridionale

clima: Tropicale con umidità relativa intorno al 70%



temperatura:

Gli Anthurium necessitano di una temperatura intorno ai 20°C, non scendere sotto i 10°C. Si possono coltivare o mantenere anche a temperature inferiori, ma crescono e fioriscono poco. Le esigenze non cambiano durante il periodo vegetativo. Per favorire una fioritura migliore l'anno successivo, è necessario esporla ad un "periodo freddo", cinque settimane di temperatura minima intorno ai 12°C. durante il corso della notte.

substrato:

Sono piante semi epifite e richiedono, perciò, un substrato organico molto grossolano. Si consiglia di creare un mix di torba, letame sfatto, sfagno con l'aggiunta di due parti di terriccio di bosco organico e foglie di faggio. Uno strato di muschio, sistemato sulla superficie, aiuta a mantenere elevato il grado di umidità; le radici superficiali infatti, necessitano molta umidità. Infine, garantire sempre un drenaggio ottimale.

irrigazione:

Le annaffiature devono essere abbondanti e regolari. Si consiglia di lasciare un po’ d’acqua nel sottovaso, al fine di garantire l’umidità del terreno. In estate si dovrebbe intervenire circa 3 volte alla settimana per poi diminuire gradulamente con l'abbassamento della temperatura. Se il caldo è secco nebulizzare dell'acqua priva di coloro sul fogliame, quando la pianta è priva di fiori.

concimazione:

Va effettuata una volta al mese, da aprile a settembre. Si consiglia di utilizzare un fertilizzante per piante fiorite, seguendo le indicazioni del prodotto.

propagazione:

La propagazione degli Anthurium si fa principalmente per seme. Talvolta, ma non sono metodi molto utilizzati, anche per margotta, talea di testa, separazione dei getti di base. Le piante destinate alla produzione del seme si pongono in una serra non molto umida, badando di non spruzzare i fiori per non disturbare la fecondazione e la maturazione dei semi. I semi raccolti, vanno liberati dall'involucro mucillaginoso e seminati, il più presto possibile, in terrine, impiegando un substrato formato da torba e muschio tritato in parti uguali. Le terrine, debitamente coperte, vanno collocate in ambiente con 25°C circa. La nascita avviene in 30-40 giorni. Quando le piantine hanno 3-4 foglioline si ripicchettano nel medesimo composto. Il substrato è molto povero, quindi le piantine vanno alimentate con concimazioni fogliari da farsi ogni 8 giorni. Dopo 60-70 giorni dalla prima, si fa la seconda ripicchettatura, impiegando però il substrato indicato per la coltivazione.

rinvaso:

Circa ogni due anni, utilizzando un terriccio ricco di torba e dopo aver cosparso il fondo del vaso con ciottoli o argilla espansa per garantire un miglior drenaggio idrico

potatura:

Si eliminano le foglie secche e le parti danneggiate. Per incrementare la fioritura eliminare subito i fiori appassiti.

avversità:

L'anthurium è particolarmente sensibile alle correnti d'aria, che causano ingiallimento delle foglie; talvolta viene colpito da infezioni fungine o attaccato da afidi. Le cure opportune, in particolare per quanto riguarda le annaffiature, possono prevenire marciumi radicali dovuti ai ristagni idrici. Se notate delle macchie scure sulle foglie, siete in presenza di un attacco di crittogame, per combattere questi parasisti usate un prodotto anticrittogamico e asportate la foglia colpita. se notate delle macchie bianche e cotonose sulle foglie, siete in presenza di un attacco di cocciniglie.

piccoli consigli:

Mantenere costante l’umidità ed annaffiare molto frequentemente

fonte
_Stellamarina_
00martedì 20 ottobre 2009 11:01
Piante Grasse.
Mi sto documentando ultimamente, perchè nella mia veranda ho deciso di fare delle composizioni di piante grasse, che mi piacciono molto, anche perchè ci metto dei sasslini olorati, compro dei vasi paricolari.. insomma, cerco di abbellire la veranda.
Documentandomi in rete ho scoperto degli ottimi consigli, uno dei quali è che la pianta grassa ha comunque bisogno di acqua, come una comune pianta normale. Io imnvece pensavo che ne avesse bisogno di meno.

Ecco qui qualche consiglio anche per voi:

Le piante grasse sono particolari esseri vegetali caratterizzate da una struttura spugnosa in grado di contenere un’elevata quantità di linfa indispensabile alla loro sopravvivenza in luoghi con scarsa quantità d’acqua.
Il termine più corretto per definire queste piante è “succulente” dato che la quantità di grassi contenute al loro interno è la più bassa di tutto il regno vegetale quindi non avrebbe molto senso chiamarle “grasse” se non per la loro forma... “piena”. Noi useremo comunque tutti e due gli aggettivi.

Annaffiatura
L’errore più grande che potete fare riguardo l’annaffiatura delle piante grasse è ascoltare quanti vi dicono di dare pochissima acqua (quasi col contagocce) e molto di rado.
Le piante succulente sono in grado di vivere anche per molti giorni senza acqua ma questo non significa che sia il modo migliore per mantenerle in vita in piena salute.

In inverno le piante grasse non crescono ed entrano in una sorta di letargo chiamato “quiescenza” pertanto le annaffiature devono essere scarse o del tutto assenti a seconda che la pianta debba essere riposta al coperto oppure sia in grado di resistere alle gelate invernali.
Se siete costretti a riparare le vostre piante in una stanza dove sono presenti dei termosifoni, essa soffrirà l’aria calda e secca: sarà necessario nebulizzare dell’acqua su pianta e terra oppure bagnare leggermente il substrato del terriccio una volta ogni 25-30 giorni.
In estate le piante grasse hanno bisogno di essere annaffiate molto frequentemente (ogni 3-5 giorni) ma sempre in relazione al terriccio in cui sono piantate dato che può trattenere l’acqua per più o meno giorni.
Come tutte le piante, non bisogna mai dare poca acqua (tranne che in inverno) altrimenti le radici tenderanno a svilupparsi verso l’alto. Il terriccio deve drenare e grazie alla ghiaia sul fondo del vaso non si correrà il rischio di ristagni e marciumi; in questo modo le radici si svilupperanno uniformemente in tutte le direzioni.
Bisogna annaffiare le piane succulente appena appurato che la terra è completamente asciutta ma non arida e secca e una volta alla settimana, potete lavarle utilizzando un nebulizzatore.
Nel caso di giovani piantine ottenute da semi, il substrato dovrà risultare sempre umido sino a quando la pianta non si sarà ben sviluppata e sarà in grado di sopportare le normali annaffiature.

Terreno
Il terriccio utilizzato per le piante grasse deve essere in grado di garantire il giusto drenaggio e la giusta umidità che faciliterà la frequenza della annaffiature.
Per questo, può essere composto da:
2/4 di terriccio universale
2/4 di sabbia di fiume ben lavata
oppure
2/5 di terriccio
2/5 di sabbia di fiume ben lavata
1/5 di calcinaccio

in alternativa potreste acquistare del terriccio già pronto specifico per piante grasse

Concimazione
Nel momento dell’invaso, mescolate del concime organico in polvere rispettando le dosi riportate sulla confezione.
Miscelate all’acqua per le irrorazioni del fertilizzante liquido oppure dello stimolante ormonico secondo le dosi e i tempi riportate dal produttore.

Parassiti
Il peggiore parassita per la nostra pianta grassa è la cocciniglia. Questa è riconoscibile per la tipica forma simile a piccole palline cotonose che possono essere confuse quando si trovano a contatto con i ciuffetti posti alla base delle spine delle piante grasse. Può anche assumere il colore bruno o grigiastro ed un aspetto ceroso.
Intervenite asportandola con un bastoncino e, successivamente, applicando un prodotto insetticida. La cocciniglia può infestare anche le radici e purtroppo in questo caso sarà invisibile. Il sintomo sarà la non crescita della pianta: in questo caso sarà necessario eliminare la vecchia terra, lavare accuratamente il vaso, lavare accuratamente le radici e applicarvi un insetticida sistemico. Attendere qualche giorno prima di rinvasare la pianta col nuovo terriccio. Un altro parassita che può infestare le piante grasse è l’acaro. Per debellarlo sarà necessario spruzzare un comune acaricida e periodicamente pulire la pianta nebulizzando dell’acqua su tutta la chioma.

Rinvaso
Rinvasate le piante grasse quando avranno terminato di germogliare, emettere nuove foglie e fiore. Il periodo migliore è tra la fine dell’autunno fino a tutto l’inverno. Scegliete un vaso di 2-3 cm più grande del precedente.

Riproduzione/Moltiplicazione
Il periodo migliore per moltiplicare una pianta grassa va da giungo ad agosto.
La tecnica da utilizzare è la talea:


•staccate un ramo o una foglia dalla pianta madre;

•lasciatela riposare per qualche giorno fino a quando il lattice presente sulla spaccatura non coagulerà completamente;

•per aumentare le possibilità di radicamento, cospargete della polvere ormonica sulla parte che dovrà essere interrata;

•sistemate la talea nel terriccio e annaffiate poco ma molto spesso dato che il terreno dovrà rimanere sempre umido;

•ogni 2 giorni nebulizzate dell’acqua sulla pianta.
rosarossa79
00venerdì 23 ottobre 2009 12:29


Famiglia: Begoniacee
Origine: Brasile

fonte
Il genere Begonia raggruppa quasi 800 specie; inoltre esiste una tale quantità di ibridi e di cultivar che non è sempre facile distinguere una begonia dall’altra. Si distinguono tre gruppi di base, in relazione alla radice: begonie a radice fibrosa (fra cui B. semperflorens e derivati), begonie bulbose a bulbo arrotondato (fra le altre B. tuberhybrida, dalle numerose varietà a fiore di grosse dimensioni), begonie rizomatose (per esempio B. rex cultorum, con centinaia di cultivar molto decorative per il loro fogliame). B. semperflorens (= che fiorisce sempre) è una specie particolare che possiede fiori molto fitti e piccoli. In condizioni favorevoli fiorisce quasi tutto l’anno. I fiori, distribuiti all’estremità di steli ramificati, si aprono gli uni dopo gli altri e, secondo la varietà, sono bianchi, rossi, malva o rosa. La begonia semperflorens è un’erbacea di piccole dimensioni che non supero i 35-40cm d’altezza. Possiede fusti carnosi e ben ramificati, con un fogliame folto e foglie più o meno ovali o arrotondate, talvolta con toni rossastri o ramati. B. gracilis è un’altra specie, utilizzata spesso nei giardini.


Begonie bulbose: acquistare i tuberi in aprile-maggio e piantarli in terriccio ricco di humus, in posizione semisoleggiata, sia in fioriera da finestra che in piena terra. Togliere i tuberi in ottobre - novembre e farli svernare in locale riparato dal gelo. Ripiantarli nel maggio seguente. I tuberi grossi possono essere divisi: cauterizzare la ferita con cenere di legno per evitare i marciumi.

Temperatura: le begonie amano il caldo. Si piantano a fine maggio nelle regioni settentrionali, all’inizio o a metà maggio nei climi privilegiati.


Annaffiatura: la pianta fiorita è molto resistente alla siccità e la sopporta anche per lunghi periodi. Non vanno bagnate le foglie, facili ad ammalarsi. Durante la fioritura fertilizzare con concime liquido una volta alla settimana.


Riproduzione: per seme a fine inverno. Spargere i semi piccolissimi in un recipiente di terracotta (40000 semi al grammo) in un miscuglio di sabbia e terriccio di brughiera. Quando appaiono le prime due foglioline ripicchettare in vaso le piantine (a 2 cm l’una dall’altra). Trapiantare poi individualmente in cassetta o vaso e mettere a dimora a maggio.


Terriccio: buona terra da giardino arricchita di letame stagionato.

cherubina_g
00martedì 27 ottobre 2009 10:54


spettacolari!
cherubina_g
00martedì 27 ottobre 2009 10:55
ma sapevate che si dice che le piante grasse non sono di buon auspicio quando si regalano?
_Stellamarina_
00martedì 27 ottobre 2009 11:01
Davvero?? A me le hanno regalate..e da allora mi piacciono!!!
rosarossa79
00venerdì 6 novembre 2009 10:28



Azalea japonica (Rhododendron)
Azalea-Ericaceae




fonte
Generalità: arbusto originario del Giappone, diffuso in Europa e in Nord America, con piccole foglie ovali verde scuro e fioritura abbondante e molto vistosa; i fiori sono semplici, riuniti in mazzetti, di colori che vanno dal bianco, al rosso, al rosa, al viola. Abbastanza diffusa come bonsai, specialmente le varietà con foglie e fiori più piccoli; seguendo con attenzione poche regole generali questo bonsai non presenta troppe difficoltà.

Potature: le potature si eseguono solitamente alla fine della fioritura, a fine primavera o a inizio estate.





Esposizione: le azalee amano posizioni molto luminose, ma non i raggi diretti del sole, se non nelle ore più fresche della giornata, e gradiscono stare al riparo dal vento. In inverno è bene tenerla in posizione riparata dalle gelate.

Annaffiature: è opportuno fornire una cospicua quantità d'acqua, possibilmente non calcarea, mantenendo sempre il terreno umido; durante i periodi più caldi dell'anno vaporizzare dell'acqua distillata sulle foglie. Evitare comunque di inzuppare eccessivamente il terreno e di creare dannosi ristagni idrici. Fornire del concime per piante acidofile ogni 15 giorni, a partire da maggio fino alla fine di agosto.

Terreno: le azalee gradiscono un terreno a ph acido, mantenerle in un terreno composto da due parti di torba bionda, una parte di sabbia e due parti di argilla. Rinvasare ogni 2-3 anni a fine estate, potando vigorosamente le radici, ricordandosi di fornire più acqua nei giorni appena successivi al rinvaso.


Moltiplicazione: avviene per seme, da piantare in maggio, in terriccio che va mantenuto umido fino alla comparsa delle piantine, che vanno rinvasate l'anno successivo. Si possono prelevare talee all'inizio dell'estate, che vanno fatte radicare in un miscuglio di torba e sabbia in parti uguali.

Parassiti e Malattie: come tutte le piante acidofile soffre di clorosi ferrica in presenza di calcare nel terreno o quando l'acqua delle annaffiature è troppo dura. Può essere colpita da afidi e da cocciniglie.
figurina
00venerdì 6 novembre 2009 12:45
Re:
cherubina_g, 27/10/2009 10.54:



spettacolari!




ma sono della famiglia delle orchidee ?


rosarossa79
00venerdì 13 novembre 2009 14:40
Zafferano
Famiglia: Iridacee
Origine: Asia Minore





Lo zafferano è, come dice il suo nome latino Crocus sativus, il croco coltivato; il vocabolo “croco” è l’italianizzazione di krokos, nome greco della pianta. Quanto alla parola zafferano, deriva dall’arabo za’faran che significa giallo. Gli stimmi dei fiori contengono una sostanza solubile,
la crocina, che tinge di giallo salse e intingoli conferendo loro un gusto molto particolare. Gli antichi attribuivano allo zafferano un grande numero di virtù e proprietà terapeutiche: «E’ un eccellente cordiale che fortifica il cuore…è efficace contro tutte le malattie contagiose e maligne, le febbri e il vaiolo; calma la tosse, provoca le mestruazioni e aiuta molto in caso di parto difficile.» (Quer. Flora Espaňola). Il Medioevo fu l’età d’oro per la coltivazione e l’uso dello zafferano. E’ una pianta perenne bulbosa. Dal bulbo, poco più grande di una nocciola, nascono due o tre fiori a forma di lungo imbuto, svasato a stella, di colore variabile dal lilla chiaro al viola purpureo; dall’interno della corolla si allunga un filamento bianco, lo stilo, che termina con tre grossi stimmi di color giallo arancio o rosso vivo. Le foglie, lunghe e molto strette, si sviluppano numerose subito dopo la fioritura, che avviene alla fine dell’estate. A seconda del clima, il raccolto varia da una regione all’altra; lo si può effettuare da settembre a novembre. Si raccomanda di mettersi all’opera nelle prime ore del mattino o alla sera, quando i fiori sono chiusi. Tagliateli alla base e stendeteli su una stuoia all’ombra, tagliate poi lo stilo di ogni fiore sotto al punto di inserzione degli stimmi (attenzione: non gli stami, che sono anch’essi in numero di tre). Separato dal fiore, lo stimma può essere riscaldato in un piccolo forno o su un braciere o su fuoco moderato. L’umidità e la luce nuocciono allo zafferano, bisogna perciò conservarlo in barattoli di vetro ben chiusi, in luogo asciutto e buio. Lo zafferano stimola l’appetito e facilita la digestione. Lo si può prendere in infuso (un pizzico di zafferano in una tazza d’acqua bollente, zuccherato a volontà) dopo i pasti. Per calmare i dolori di denti dei bambini, sfregar loro le gengive con infuso freddo molto concentrato. A grandi dosi lo zafferano può diventare tossico e provocare emorragie.

fonte
cherubina_g
00martedì 8 dicembre 2009 09:29


Stella di Natale:

nome botanico:Poinsettia

famiglia:Euphorbiaceae

breve descrizione: La stella di Natale presenta foglie verdi e caratteristiche vivaci brattee rosse che circondano i piccolissimi fiori bianchi di per se poco significativi. Ci sono anche altre varietà dalle brattee di colori diversi come ad esempio il bianco ed il rosa, picchiettate o ad effetto marmorizzato.

durata: Perenne

periodo di fioritura:Naturalmente la pianta fiorirebbe a fine febbraio inizio marzo

area di origine:America centrale, in particolare Messico meridionale.

clima:Tropicale

uso:Pianta d'appartamento coltivabile anche all'aperto dove il clima è più mite.

esposizione e luminosità: Posizionare la pianta in presenza di luce abbondante ma non sole diretto, se il clima lo permette in estate esporla in esterno in leggera ombreggiatura

temperatura:Si consiglia di non scendere sotto i 13°C-14°C.

substrato: Leggero In vaso mix con prevalenza di torba con terra e sabbia sul fondo del vaso

irrigazione: Mantenere costantemente umido il terreno, diminuire durante l'inverno, evitare sempre i ristagni idrici.

concimazione: Qualsiasi concime liquido seguendo le indicazioni del produttore

propagazione: Con talea semilegnosa a fine primavera-inizio estate

rinvaso:Ad inizio primavera circa ogni 2-3 anni quando necessario

potatura: E' sufficente rimuovere foglie secche o parti danneggiate

avversità: Può essere soggetta a funghi per eccesso di umidità

piccoli consigli: Posizionare la pianta lontano da correnti d'aria o in zone con bruschi sbalzi di temperatura Trattasi di pianta molto delicata

ambiente: La stella di natale è molto indicata alla vita in casa anche perchè possiede la proprietà di rimuovere vapori chimici nocivi dall'aria di ambienti chiusi. Questa sua qualità è stata dimostrata nell'ambito di studi effettuati da scienziati per conto della NASA, l'agenzia aereospaziale americana.

fonte: www.leserre.it/enciclopedia341/euphorbiaceae/stella_di_natale/poinset...
cherubina_g
00martedì 8 dicembre 2009 09:30
Re: Re:
figurina, 06/11/2009 12.45:




ma sono della famiglia delle orchidee ?





credo proprio di si, ora non trovo il link, ma dalla forma si direbbe proprio di si.


figurina
00martedì 8 dicembre 2009 10:16
Re: Re: Re:
cherubina_g, 08/12/2009 9.30:



credo proprio di si, ora non trovo il link, ma dalla forma si direbbe proprio di si.





già, sono davvero spettacolari soprattutto il primo


cherubina_g
00lunedì 8 febbraio 2010 09:32


Il mandorlo è una pianta della famiglia delle Rosaceae; la mandorla è invece il seme di questa pianta.È un piccolo albero alto fino 5 metri; presenta radici a fittone e fusto dapprima diritto e liscio e di colore grigio, successivamente contorto, screpolato e scuro; le foglie, lunghe fino a 12 cm, sono lanceolate e picciolate; i fiori, bianchi o leggermente rosati e con un diametro fino a 5 cm hanno 5 sepali, 5 petali, 40 stami (disposti su tre verticilli) e un pistillo con ovario semi-infero. I fiori sbocciano in genere all'inizio della primavera, e qualora il clima è mite, anche tra gennaio e febbraio.

La pianta viene coltivata essenzialmente per il suo seme, la mandorla. Di alcune varietà di mandorlo si utilizzano anche il legno e gli endocarpi che, ridotti in cenere, vengono sfruttati nell'industria dei saponi e delle liscivie.

Dai frutti si ottiene una sostanza farinosa utile come detergente cutaneo e come ammorbidente delle mani. È possibile ricavare anche un olio protettivo cutaneo.

Il mandorlo è molto riverito in molte culture ed è citato molte volte nella Bibbia: tra l'altro il mandorlo è presente in Siria e Israele. Il nome Ebreo, "agitato", "scosso" , significa laborioso o vigilante, dato che il mandorlo è uno dei primi alberi a fiorire in Israele, di solito all'inizio di Febbraio, in coincidenza con il Tu BiShvat (ט״ו בשבט ṭū bišḇāṭ), una festività ebraica anche chiamata Capodanno degli alberi.

Fin dall'antichità, il mandorlo è stato un simbolo di promessa per la sua precoce fioritura, che simboleggia l'improvvisa e rapida redenzione di Dio per il Suo popolo dopo un periodo in cui sembrava lo avesse abbandonato; si veda ad esempio Geremia 1:11-12. Nella Bibbia il mandorlo è citato dieci volte, a cominciare con Genesi 43:11, dove viene descritto come "tra i migliori frutti".

fonte: wikipedia
rosarossa79
00lunedì 8 febbraio 2010 11:19
Sanseveria: da “pianta della nonna” a oggetto di design

E’ un classico da molti molti anni: in casa prima o poi tutti hanno avuto una sanseveria. Forse l’abbiamo comprata noi ma più spesso ce l’aveva la mamma oppure la nonna e non ci ricordiamo più neanche da quanto tempo e come è arrivata in casa. Ma il classico che non stanca da qualche tempo si è rinnovato: la sanseveria si è trasformata, da pianta “della nonna”, a feticcio vegetale iper-moderno, anzi di più, da giardino giapponese, quasi zen… Tutto grazie ad un piccolo ritocco estetico che l’ha resa “scultura vivente”. Le foglie hanno cambiato forma: non più larghe e carnose ma acuminate e cilindriche, dritte come fusi. Per un look avvenieristico perfetto per un appartamento all’ultima moda.
Leggendaria per la sua robustezza, la più diffusa nelle nostre case era la sanseveria trifasciata dalle coriacee foglie marmorizzate bordate di giallo. Ma ora per lei non c’è più posto. Tutti vogliono, tutti chiedono la novità delle novità: sanseveria cylindrica. Pianta di pochissime pretese dalla crescita lenta, come le classiche “grasse” chiede pochissimo in cambio del suo alto potere decorativo: si adatta infatti perfettamente alle condizioni dei nostri appartamenti durante l’inverno, con aria secca e, spesso, poca luce. Certo, lei gradirebbe qualche raggio di sole, ma si accontenta anche di un angolo non molto luminoso in un vaso stretto. Poca acqua e terriccio ben drenato (con l’aggiunta magari di un pò di sabbia) le bastano per assicurarsi (in casa nelle zone fredde) una vita lunga e prosperosa: se poi le regalate un bel soggiorno-premio fuori durante i mesi caldi, abituandola gradatamente fino ad esporla al sole pieno, ve ne sarà grata!
cherubina_g
00martedì 16 febbraio 2010 10:17
il pasto di una pianta carnivora

rosarossa79
00venerdì 26 febbraio 2010 07:44
Melo da fiore
Scritto da: Patrizia



Abbastanza conosciuti anche in Italia sono i Ciliegi e i Pruni da fiore, mentre risultano ben poco diffusi i Meli da fiore di cui esistono decine di specie, numerosi ibridi e moltissime varietà. Forse perchè questi arbusti hanno una fioritura pittosto effimera, ma questa non è una ragione valida per trascurarli, anche perchè lo stesso difetto è comune a molti altri arbusti ornamentali. I Meli da fiore sono arbusti molto rustici, esenti da malattie, di rapida crescita e di grande sviluppo. I fiori sono fortemente odorosi e le piante risultano ancora molto attraenti all’inizio dell’autunno quando prendono colore i frutti (sono delle piccole mele) di colori vivaci dal giallo al rosso.

FIORITURA: Avviene in aprile-maggio.

LUCE: L’esposizione deve essere soleggiata.

ACQUA: E’ sufficiente annaffiare ogni 3-4 settimane. Durante l’estate, in caso di temperature molto alte, intensificare le annaffiature.

TEMPERATURA: Si adatta bene sia alle basse che alle alte temperature.

CONCIME: Intervenire all’inizio della primavera, aggiungere al terreno sotto il fusto dello stallatico ben maturo o dell’humus.

CONSIGLI: Si può coltivare in qualsiasi tipo di terreno, purchè profondo e permeabile. E’ consigliata la moltiplicazione per innesto a gemma nel mese di agosto e a spacco a fine inverno. Non conviene propagare i Meli per seme anche perchè le piante così ottenute iniziano a fiorire molto tardivamente; inoltre tale sistema, possibile solo per le specie, non valido per gli ibridi.

CURIOSITA’: Il Melo da fiore è originario dell’Europa, Asia e America del nord. E’ apprezzato per le coltivazioni in giardino e viali, ha un aspetto molto decorativo e delle attraenti fioriture primaverili.

www.edendeifiori.it/879/melo-da-fiore.php

rosarossa79
00martedì 9 marzo 2010 12:56
Mimosa: quella vera fa i fiori rosa e si muove!

In effetti quella che tutti chiamiamo mimosa e che ha il suo giorno di gloria proprio oggi, in cui la si trova in ogni angolo di strada, non è, dal punto di vista botanico, una mimosa. E’ invece una specie di acacia, il cui nome è Acacia dealbata. La vera mimosa è la Mimosa pudica, una pianta tropicale molto speciale anche se non scenografica come la sua omonima. Non solo perché i fiorellini a pallina di cui si orna sono di una delicata tinta rosata ma soprattutto per la sua curiosa particolarità: SI MUOVE. Ovvero, le foglie reagiscono al tocco, spostando i rametti e chiudendosi…!


cherubina_g
00domenica 28 marzo 2010 20:17
Rododendro

nome botanico:Rhododendron

famiglia:Ericaceae

breve descrizione:Arbusto sempreverde e fiorito da esterno. Presenta robusti rami con foglie coriacee, a margine intero, revoluto, di grandi dimensioni e dal colore verde molto scuro. I fiori sono riuniti in corimbi all'estremità dei rami e presentano una corolla imbutiforme divisa fino alla metà in 5 lobi. L'altezza massima può arrivare anche a 6 m.

durata:perenne

periodo di fioritura:Il Rododendro per fiorire richiede un certo fabbisogno di freddo ed una riduzione del numero di ore di luce a 12 ore, che in natura viene soddisfatto in autunno-inverno, senza il quale non ha induzione a fiore. Inoltre fiorisce sempre sui rami nuovi
area di origine:Asia, Europa, America.

clima:Temperato

uso:Alcune specie possono essere coltivate in vaso altre solo in piena terra
accorgimenti e cure
esposizione e luminosità:Può sopportare anche il sole ma talvolta presenta dei problemi come delle bruciature fogliari ed eccessivo riscaldamento delle radici, per cui e' meglio collocarlo in zona luminosa ma ombreggiata. Il luogo ideale è sotto un grande albero dove il Rododendro possa ricevere una luce diffusa.
temperatura:Pianta resistente sia al caldo che al freddo essendo molto rustica. Sopporta bene anche temperature che scendono sotto gli zero gradi.
substrato:Utilizzare un terriccio per piante acidofile, oppure, un terreno leggero composto di terra di castagno e/o aghi di pino con aggiunta di terriccio universale.
irrigazione: Per gli esemplari giovani mantenere il terreno leggermente umido, in particolare in presenza di piante giovani o durante la stagione più calda. Per gli esemplari più anziani intervenire in presenza di prolungata siccità.
concimazione:Utilizzare concime completo seguendo le indicazioni del produttore

propagazione:A seconda della specie, tramite talea, in primavera. le piante giovani forniscono delle talee migliori
rinvaso:Deve essere effettuato ogni uno o due anni
potatura:E' necessaria una potatura di formazione per far mantenere alla pianta una forma regolare, ed e' opportuno asportare sempre i fiori appassiti. Le cimature vanno effettuate con cautela, evitando interventi troppo severi.
avversità:Possono essere soggette a cocciniglie e afidi che si eliminano con prodotti specifici. La muffa grigia è dovuta ad eccessi di umidità e si elimina con antibotritici. Il fungo parassita exobasidium rhododendri.
piccoli consigli:Evitare di posizionare la pianta in zone soggette a correnti d'aria. Evitare ristagni d'acqua Eliminare le parti danneggiate, per le piante giovani potare al fine di dare forma alla pianta
curiosità
storia:Rododendro in Greco significa letteralmente albero della rosa. In tedesco è chiamato Alpenrose ossia, rosa delle alpi, infatti, cresce fino ai 2000 metri di altitudine.
ambiente:In Italia sono specie spontanee il Rhododendron hirsutum e ferrugineum, crescono su alpi e pirenei , su suolo acido, a costituire le brughiere subalpine.
medicina:le foglie essicate sono usate come droga perchè contengono tannini ed oli essenziali, è usata raramente in medicina popolare come diuretico o sudorifero, e per malattie eerticolari e muscolari.
letteratura e mitologia:Una leggenda narra di un principe e della Regina madre che vivevano in un castello di ghiaccio. Il giovanotto, durante la caccia, vide tra i fiori una fanciulla che si definì la principessa dei fiori, e se ne innamorò perdutamente. La madre del giovane volle aiutarlo e chiese alla principessa di sposare suo figlio. La fanciulla dichiarò che avrebbe vissuto nel loro castello di ghiaccio soltanto se fosse stato forito tutto l'anno. La madre camminò moltissimo per la disperazione e ad un certo punto iniziò a sanguinare dai piedi ed a piangere. Dal sangue fiorirono rododendri rossi, dalle lacrime quelli bianchi. A questo punto il castello ebbe i suoi fiori ed il principe la mano della principessa dei fiori.

rosarossa79
00sabato 3 aprile 2010 12:22
Gelate primaverili? Trasformiamo il davanzale in un prato



Insomma, la pazza primavera ha voluto restare fedele al suo nome, ed ecco che il freddo torna a farsi sentire tra un bella giornata e l’altra. Queste gelate improvvise possono mettere a dura prova le piante da fiore appena acquistate ma guardatevi intorno: i fiori dei prati non soffrono! E allora perché non “copiare” la natura? E non c’è bisogno di farlo in grande: basta solo un davanzale davanti alla finestra. E una fioriera a balconetta, anche bassa. E poi serve la protagonista, che di solito troviamo direttamente nei prati, dove arriva ad annunciare la bella stagione. E’ la margheritina o, appunto, “pratolina” (Bellis perennis): delicata a vedersi ma in realtà resistente e forte. Sì, ma nella forma in cui ve la mostriamo, non si trova ai lati delle strade ma nei garden e nei vivai, perché l’uomo ci ha messo lo zampino, trasformando le semplici margheritine dei prati in fiorellini decisamente più appariscenti.

E così sono nate le pratoline a ponpon. Non hanno grandi esigenze: si accontentano di poca terra, sole o mezz’ombra e di un pò d’acqua. Pagano però lo scotto della nuova ricchissima “veste” con la durata. Raramente riescono a sopravvivere da un anno all’altro in questa bella forma stradoppia ma adesso, per qualche settimana, decoreranno il vostro davanzale come se fosse un tenerissimo prato. E del freddo se ne faranno elegantemente un baffo

fioriefoglie.tgcom.it/wpmu/2010/04/02/gelate-primaverili-trasformiamo-il-davanzale-in-un-prato/#m...
rosarossa79
00sabato 3 aprile 2010 12:23
A Pasqua una composizione con i narcisi

Fontana di colore
Nelle giornate di fine marzo, l’azzurro smagliante del cielo e il calore sempre più intenso del sole allontanano facilmente il ricordo dei freddi giorni invernali e l’arrivo della primavera non può che suggerire una straordinaria voglia di colore.

Le bulbose primaverili, con le loro tinte sfavillanti rispondono al meglio a questa esigenza: perché allora non eleggere i gialli e vivacissimi narcisi a protagonisti della rinnovata stagione primaverile, e dedicare loro un posto di primo piano nella propria abitazione?

Un piano d’appoggio insolito, un bel vaso decorato e coloratissimi tulipani e giacinti, nei colori che più amiamo e che meglio si addicono al nostro stato d’animo, sono il complemento ideale di una fontana di bellissimi narcisi: un’esplosione di colori inonderà sorprendentemente la vostra casa e straordinari profumi vi solleticheranno in ogni momento della giornata.

fioriefoglie.tgcom.it/wpmu/2010/04/02/a-pasqua-una-composizione-con-i-...
cherubina_g
00giovedì 8 aprile 2010 13:20
I pericoli dell'orto
Fare giardinaggio sul balcone o in giardino può essere molto rilassante. Ma piante e semi nascondo seri rischi per la salute. Ecco cosa sapere per non finire al pronto soccorso

Hanno approfittato del lungo inverno per visitare negozi specializzati e grandi magazzini : hanno comprato zappe, vanghe, cesoie, irrigatori e sementi ; si sono fatti una cultura su libri e riviste; hanno studiato con cura le tecniche di semina, i segreti della concimazione e la rotazione delle colture. E adesso, finalmente, si sono messi stivaloni e grembiuli e sono usciti a fare giardinaggio.

Tra orti, giardini e terrazzi fioriti è un vero esercito quello dei "contadini domestici": secondo la Codiretti ben il 37% degli italiani lavora per vedere spuntare dalla terra fiori, piante e verdure . Una passione che coinvolge uomini e donne in pari misura, conquista soprattutto i pensionati ma non è affatto disdegnata dai 25-34enni, che zappano in un caso su quattro. Seguendo l'esempio di Michelle Obama, l'orto va ormai per la maggiore, anche in piccoli spazi: gettonatissime le piante di peperoncino, i "profumi", l'insalata (spesso affiancata da pomodori e carote) e i legumi, con in testa piselli, fagioli, fave e ceci. Un impegno agreste suggerito anche dagli scienziati, che hanno verificato che fare giardinaggio per almeno dieci anni regala da uno a due anni di vita in più.

A meno che, improvvisandovi contadini, non finiate per avvelenarvi. C'è poco da scherzare, il rischio è concreto. Lo rivela il Centro nazionale di informazione tossicologica della Fondazione Maugeri di Pavia. L'istituto registra in media 200 casi l'anno di intossicazioni da veleni contenuti nelle piante: nel 72% dei casi l'incidente avviene per sbaglio, ma in sette evenienze su dieci l'ingestione è volontaria, con la "verdura" velenosa mangiata perché scambiata per un alimento o per i suoi presunti principi psicoattivi . E in quasi un caso su tre a finire in ospedale sono bambini fino a 10 anni.

Meglio allora conoscere il nemico che striscia tra i vasi: tra le piante pericolose ci sono l'alloro e il ciclamino, il rododendro e l'oleandro, il glicine e il gelsomino, ma anche il mughetto, il ranuncolo e, nei mesi invernali, le stelle di Natale, il vischio, le bacche rosse dell'agrifoglio e del pungitopo. In alcuni casi il danno è una semplice irritazione, ma spesso può manifestarsi con sintomi gastroenterici e occasionalmente perfino con la morte.

Meglio dunque essere proprio sicuri che quello che vi stanno offrendo è aglio orsino: in primavera potrebbe essere confuso con il tossico colchico autunnale. Che nel risotto sia finito del vero asparago selvatico invece dell'aconito (un'erba che può uccidere per asfissia), nella macedonia il ribes e non il fiore di stecco (che causa vesciche e soffocamento), nella torta pasqualina la borragine piuttosto che la mandragola o la digitale purpurea (che possono arrestare il battito cardiaco).

E se vostro suocero a fine pasto tirasse fuori la sua grappetta digestiva fatta in casa, sappiate che, come hanno registrato nel centro pavese, se ha usato il veratro al posto della genziana, più che a togliervi un peso dallo stomaco il cicchetto potrebbe aiutarvi ad togliervi... di mezzo.


fonte: donna.libero.it/casanova/i-pericoli-dell-orto-avvelenamento-piante-salute-pollice-verde-verdura-ne26...

[SM=g10321]
cherubina_g
00martedì 27 aprile 2010 09:01
Oleandro


Provenienti dal mediterraneo, gli oleandri appartengono ad un genere di arbusti sempreverdi, coltivati soprattutto per la fioritura e per il fogliame.

Sensibili al freddo, preferiscono climi miti, richiedendo una temperatura minima di 5 gradi. Nelle zone a clima temperato può perciò essere coltivato all'aperto, senza necessitare di alcuna protezione. Viceversa nelle regioni settentrionali è bene ripararlo durante l'inverno.

I fiori, che variano dal rosa al bianco, dal rosso al giallo, sbocciano praticamente dall'inizio della primavera fino all'autunno inoltrato. Sono state selezionate numerose cultivar a fiore doppio.

L'oleandro produce frutti vistosi, di colore bruno-rossiccio, eretti, lunghi dai 10 ai 15 centimetri.

Si tratta di una essenza che si adatta bene a qualsiasi tipo di terreno. Per ottenere abbonanti fioriture è importante provvedere ad abbondanti irrigazioni durante il periodo estivo. Durante il periodo invernale le annaffiature dovranno invece essere di molto ridotte, soprattutto nelle regioni settentrionali.

Se la pianta viene coltivata in vaso è buona norma rinvasarla ogni due anni, concimandola con del concime granulare e aggiungendo ogni tanto sangue di bue.

Si consiglia inoltre di provvedere alla potatura delle piante giovani per ottenere l'infoltimento della chioma.

Si moltiplicano per seme o per tale durante il periodo estivo.

Attenzione: si tratta di una pianta assai velenosa, in tutte le sue parti, contenendo glicosidi attivi sul cuore, che, proprio per tale ragione, vengono utilizzati in medicina. E' sempre opportuno quindi lavarsi le mani dopo averlo toccato.

Il parassita più frequente è l'aspidioto dell'edera (Aspidiotus hederae), un parassita assai frequente nei paesi del mediterraneo. Si tratta di un particolare tipo di cocciniglia, che attacca prevalentemente la pagina inferiore della foglia. Altro parassita assai frequente è la cocciniglia fioccosa (Chloropulvinaria floccifera) che riesce a invadere la pianta riproducendosi praticamente per tutto il corso dell'anno. Le contromisure devono quindi essere tempestive, potendo il parassita condurre ad un grave deperimento e anche alla morte della pianta.
La melata prodotta finisce per imbrattare la pianta, creando spesso fumaggini.

fonte: www.giardinaggio.it

rosarossa79
00martedì 18 maggio 2010 11:23
dal 21/05/2010 al 23/05/2010
Perugia Flower Show
Perugia (PG)

Sei stato a questa manifestazione? Scrivi la tua RECENSIONE!!


“Se vuoi essere felice tutta la vita diventa giardiniere” recita un proverbio cinese, se vuoi essere felice per un giorno vieni al Perugia Flower Show.

Dal 21 al 23 maggio 2010, ai Giardini del Frontone, torna la mostra mercato nazionale dedicata alle collezioni di piante rare ed inconsuete. Quest’anno la manifestazione raddoppia il numero degli espositori – raggiunta dai più grandi nomi del florovivaismo nazionale - che proporranno al pubblico una variegata selezione di collezioni antiche e storiche, da quelle più tradizionali a quelle più singolari.



Oltre ai vivai produttori e collezionisti, Perugia Flower Show ospiterà espositori legati al mondo dell’arredamento da esterno, editoria specializzata e architettura del paesaggio.

Infine, l’esposizione permetterà ad un pubblico specializzato e ai semplici amatori di dedicarsi o avvicinarsi alla cultura del verde, non solo visitando l’esposizione, ma pure partecipando ad appuntamenti organizzati dal Garden Club Perugia prenotando il proprio corso gratuito sul sito www.perugiaflowershow.com.

Programma:
La mostra sarà aperta venerdì 21 dalle ore 11.30 alle 20.00

mentre sabato 22 e domenica 23 dalle ore 10.00 alle 20.00

Sito Web: www.perugiaflowershow.com/
Email: info@perugiaflowershow.com

Telefono: 075 966 26 43
rosarossa79
00giovedì 20 maggio 2010 19:53
22-23 maggio: cosa fare di “verde” questo weekend

Anche questo fine settimana, come tutto il mese di maggio, è densissimo di appuntamenti verdi in tutto lo stivale. Ecco qualche suggerimento interessante per una gita all’insegna di piante e fiori, con tutti i loro profumi e colori!



IPOMEA DEL NEGOMBO - Ischia (NA)
Ottava edizione della famosa mostra-mercato tutta dedicata alle piante della fascia temperata calda al Parco Botanico Idrotermale del Negombo, sull’isola di Ischia. Apertura venerdì 21 maggio, dalle 15.00 alle 20.30, sabato e domenica dalle 10.30 alle 20.30. Ingresso: 3 euro. Altre info su: www.negombo.it

DEMETRA - Camaiore (LU)
Torna dal 21 al 23 maggio, a Villa Le Pianore, l’evento di punta della primavera camaiorese. La tradizionale rassegna, nata negli anni ‘60 e dedicata alla fragola, frutto d’eccellenza della piana di Capezzano, da anni aperto le porte anche ai fiori della Versilia. Saranno 200 espositori tra piante e percorsi del gusto. Ingresso gratuito. Altre info su: www.comune.camaiore.lu.it

MEDITERRANEO E DINTORNI - Portici (NA)
Alla settima edizione la mostra-mercato di piante insolite e del benessere naturale avrà luogo dal 21 al 23 maggio all’orto botanico della Facoltà di Agraria di Portici. Ingresso: 3 Euro. Orari: venerdi 21 maggio dalle 15.00 alle 20.00, sabato 22 dalle 10.00 alle 20.00, domenica 23 dalle 9.00 - 19.00. Altre info su: www.mediterraneoedintorni.com

IL RE DI FIORI – Reggio Emilia
Sabato 22 e domenica 23 maggio parte la quarta edizione di una manifestazione che associa affascinanti allestimenti floreali sui sagrati delle principali chiese cittadine ad una coloratissima mostra mercato nel centro storico di Reggio Emilia. I visitatori potranno valutare il lavoro di enti ed aziende florovivaistiche con un voto, decretando così il “Re di Fiori” 2010 . Ingresso gratuito. Altre info su: www.municipio.re.it

VERDE E NATURA - Ancona
Il centro città di Ancona si appresta ad ospitare un nuovo evento, Verde e Natura, in programma sabato 22 e domenica 23 maggio. Cuore della manifestazione la centralissima piazza Cavour e corso Garibaldi, dove troveranno spazio cinquanta espositori di piante, fiori, attrezzature per il giardinaggio e prodotti naturali, dalla cosmesi agli alimenti biologici nonché articoli per il benessere, energie rinnovabili e tutto l’occorrente per la vita all’aria aperta. Ingresso gratuito. Altre info su: www.comune.ancona.it

TODIFIORITA - Todi (PG)
Seconda edizione per Todifiorita che, con i suoi 20 espositori, riempirà di fiori e colori il centro città. Orari: venerdì 21, dalle ore 15 alle ore 20, sabato 22 e domenica 23, dalle ore 10 alle ore 20. Ingresso gratuito. Altre info su: www.todifiorita.it

ROSE IN VILLA GIUSTI - Bassano del Grappa (VI)
Nel parco di Villa Giusti del Giardino torna, per la sua ottava edizione, la mostra-mercato dedicata al verde e alle rose. Oltre agli espositori all’esterno, anche mostre all’interno della villa. Sabato 22 e domenica 23 maggio, dalle dalle 9.30 alle 19.00. Ingresso: 9 Euro. Altre info su: www.villagiusti.net

YACHT AND GARDEN - Genova
Curiosa manifestazione che unisce i fiori alle barche. Alla sua terza edizione con più di 50 espositori presso il nuovo porto turistico alla Marina di Genova Aeroporto, al polo nautico per SuperYacht del capoluogo ligure. Sabato 22 e Domenica 23 maggio, dalle 10 del mattino alle 7 di sera. Ingresso gratuito. Altre info su: questa pagina del sito www.marinagenova.it
rosarossa79
00domenica 20 giugno 2010 13:31


la pianta
nome botanico:Bougainvillea glabra

famiglia:Nyctaginaceae

breve descrizione:Arbusto legnoso rampicante sempreverde, può arrivare ad un'altezza di 2,5 m se coltivato in casa; in terreno arriva fino ad 8 m. Presenta foglie verde chiaro, piccoli fiorellini color crema, contornati da vistose brattee fucsia, arancioni o rosa. La corteccia è marrone chiaro, i rami e il tronco presentano spine. Se coltivata come bonsai presenta portamento eretto. Inoltre è facile da coltivare

durata:Perenne

periodo di fioritura:Avviene nei mesi primaverili e estivi, ha una lunga durata e dono un colpo d'occhi spettacolare grazie ai magnifici colori delle brattee.

area di origine:America meridionale, in particolare del Brasile

clima:Tropicale

uso:Pianta ornamentale da esterno, vive ben nelle zone mediterranee dal clima mite; in altre zone, in inverno deve essere riparata dal freddo.

accorgimenti e cure

esposizione e luminosità:Per una buona fioritura deve essere esposta in ambienti a luce intensa ed aerati. Nel periodo vegetativo esporre a sole diretto per un paio di ore al giorno

temperatura:Va esposta a temperatura ambientale (18°-24°C) ma sopporta molto bene anche temperature elevate intorno ai 35 gradi. Nel caso in cui la minima è inferiore agli 8°C è bene portarla all'interno, in casa o in serra fredda.

substrato:Deve essere costituito da due parti di torba, due parti di sabbia e una parte di argilla; mantenere il terreno ben drenato ponendo uno strato di sabbia grossolana sul fondo del vaso

irrigazione:Annaffiare spesso durante i mesi estivi, evitando i ristagni idrici e lasciando asciugare il terriccio tra un'annaffiatura e l'altra. In inverno irrigare moderatamente. Questa specie è una delle poche a tollerare l'acqua anche un poco calcarea.
concimazione:Concimare da primavera fino a fine estate, ogni 2 settimane con fertilizzante liquido. Se coltivata come bonsai aggiungere concime per bonsai durante tutto l'anno

propagazione:Avviene per talea, prelevando talee legnose o semilegnose in primavera, che vanno fatte radicare in un composto di torba e sabbia in parti uguali

rinvaso:Va effettuato per le piante giovani, ogni anno in primavera
potatura:Generalmente si pota in autunno, alla fine della fioritura. Visto che presenta una crescita rapida le potature devono essere vigorose. Se la crescita invernale è stata eccessiva è possibile potarla parzialmente fino alla fine della primavera.

avversità:Può essere colpita da clorosi ferrica e da marciume radicale. A volte viene attaccata da afidi e cocciniglia, eliminabili con appositi prodotti

piccoli consigli:Ha rami spinosi e foglie ovali, fiori bianchi circondati da brattee di colore porpora o viola, molto vivaci. Evitare i ristagni d'acqua. Si ottengono buoni risultati se allevata vicino a una finestra o in veranda
curiosità

storia:Il suo nome è da far risalire a quello del navigatore francese Louis Antoine de Bougainville, che durante i suoi lunghi viaggi, scoprì questa bellissima pianta e ne divenne grande appassionato
ambiente:questa specie può essere coltivata anche come alberello.

www.lemiepiante.it/enciclopedia-551/nyctaginaceae/bougainvillea-glabra/bougainvillea-gla...

rosarossa79
00domenica 15 agosto 2010 10:46
Prepariamo la fioritura delle orchidee con il concime giusto

Le orchidee a farfalla, ovvero le phalaenopsis - “phal” per gli amici ;-) in genere creano e producono solo foglie durante i caldi mesi estivi. Ma non guardatele con impazienza: questa crescita dei tessuti è fondamentale per la pianta e sarà fonte di sempre più abbondanti fioriture. Ecco come funziona.

Le nuove foglie permetteranno alla pianta di “mangiare” di più ampliando la superficie di esposizione alla luce, luce che permette all’organismo vegetale, grazie alla fotosintesi, di creare gli zuccheri e gli elementi che nutrono le sue cellule. Nel caso della phalaenopsis sono le foglie gli organi di riserva della pianta: più dunque saranno nutrite loro, più bella e fiorifera sarà l’orchidea. Quello di agosto, quando comincia a rinfrescare, è il mese fondamentale per dare maggiori attenzioni alla nostra phal.

FIORITURE IN ARRIVO
E’ proprio subito dopo infatti, in autunno che, con il graduale calo delle temperature (ricordate che devono “sentirlo”) e il diminuire delle ore di luce, la fioritura si “innesca”. Quindi, per preparare al meglio la nostra pianta ad un fulgido periodo ricco di steli colmi di boccioli, è importante, se non l’avete fatto prima, concimare. Ma come scegliere il concime da usare?

COME SI SCEGLIE IL CONCIME/FERTILIZZANTE
Trovarsi di fronte agli scaffali dei concimi di un garden è come il gioco delle carte. Per chi non sa cosa guardare, i flaconi e le scatole di tutti i colori con scritte sensazionalistiche sembreranno tutti uguali. Ma acquistare uno per l’altro non è una buona idea. Ci viene in aiuto una sigla (detta “titolo”), che tutti i concimi seri riportano sulla confezione: N-P-K che sta per: azoto (N), fosforo (P) e potassio (K). Ogni lettera della sigla è legata ad un numero che definisce la percentuale dell’elemento presente nel prodotto: ad es. NPK 20-10-10 significa 20% di azoto, 10% di fosforo, 10% di potassio. In alcuni sono presenti anche tracce di altri microelementi come Boro, Manganese, Ferro ecc. Quali sono però le percentuali che ci interessano per la nostra orchidea?

IL CONCIME GIUSTO PER IL MOMENTO GIUSTO
Se il nostro intento è preparare la pianta per la fioritura, ci converrà scegliere un concime dove siano presenti alte percentuali di fosforo (favorisce la creazione di corolle) e, in misura minore, potassio (irrobustisce i tessuti della pianta). L’azoto infatti va a favore della creazione di foglie quindi in questo periodo non deve essere alto. In sostanza dunque dovremo cercare un concime idrosolubile del tipo NPK 10-30-20, dove il fosforo è “potenziato”, da utilizzare fino alla nascita degli steli da fiore. Per il resto dell’anno l’ideale è utilizzare un concime bilanciato (es. NPK 20-20-20 o 18-18-18) e, alla ripresa vegetativa, un concime ad alto titolo di azoto (es. NPK 30-10-10). Se invece non volete complicarvi la vita (e vedrete che in commercio non è facilissimo trovare i titoli consigliati, la maggior parte - anche quelli specifici per orchidee - hanno numeri decisamente più bassi), usate tranquillamente il concime bilanciato (quindi con i 3 numeri uguali) tutto l’anno in dosi dimezzate.


COME USARE IL CONCIME
Il concime può essere liquido o in polvere solubile: sceglierlo, una volta trovato il giusto titolo, è solo questione di costi e comodità (spesso quelli in polvere sono più economici ma vanno miscelati ogni volta con l’acqua). Attenzione però: deve essere specificato che il concime può essere utilizzato per via radicale, non solo tramite spruzzature sulle foglie (che in ambiente domestico non sono l’ideale e che apportano minore nutrimento alla pianta). L’importante nelle phal è bagnare prima le sensibili radici con acqua semplice e solo poi concimare, anche lasciando per una mezz’ora la pianta in 4 dita d’acqua fertilizzata, per poi scolarla accuratamente. Le dosi consigliabili sono di 1gr di concime per litro d’acqua, alternando concimazioni e annaffiature di acqua semplice, per evitare accumuli dannosi nelle radici. E buone fioriture a tutti!
tgcom
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