La contentezza implica che testa e cuore vadano nella stessa direzione.
Anzi si dice che c’è contentezza quando testa e cuore sono a riposo, ovvero sperimentano confort e felicità.
Cosa dovrei praticare per avere un cuore soddisfatto?
1) La pratica di cambiare linguaggio! Oggi uno dei verbi più usati è voglio …voglio … voglio. La mente si aggrappa ad un oggetto e si stressa, sperimenta paura e perde energia.
La coscienza è in tensione, inquieta perché vuole sempre qualcosa, e spesso a qualsiasi costo, anche della propria pace. La soddisfazione temporanea lascia un senso di vuoto.
Perciò la pratica è di trasformare il verbo volere nel verbo dare.. nonostante sembri difficile in realtà lo sappiamo fare perché l’anima è innatamente generosa.
2) La pratica di vedere oltre il muretto! Per non farsi coinvolgere e travolgere dalle circostanze, dai commenti degli altri, dalla fantasia di chi pensa in nero.. perché tutto ciò drena via la nostra energia vitale e ci rende tristi e dipendenti.
Utile praticare il distacco, di vedere le cose nella prospettiva di un buon osservatore che prende le distanze, non per allontanarsi o difendersi, ma per capire e rispondere al meglio.
3) La pratica di ascoltare il silenzio. Se alterno suono e silenzio, suono e silenzio, allora genero “musica”. Se il suono non ha pause diventa invece un rumore. Il silenzio mi riporta al mio nucleo, al punto di stabilità interiore, all’occhio del ciclone, o terzo occhio. In quello spazio sacro, la mia immobilità mi rende un saggio spettatore di ciò che accade fuori.
Perciò è vitale per una buona ricetta della contentezza, essere distaccati quanto basta, aggiungere l’esperienza del silenzio a volontà e guardare da buoni osservatori quello che accade intorno. Mantenendo il buon umore si diventa abili nel rettificare quello che non va, o nel tollerarlo, abili nell’immettere leggerezza e calore.
Il cambiamento ha luogo quando superiamo un ostacolo alla volta!