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Parti di libri che ci hanno toccato..

Ultimo Aggiornamento: 08/11/2009 21:00
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Città: SIRACUSA
Età: 41
Sesso: Femminile
07/07/2009 19:27
 
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Tratto da "VeroniKa decide di morire" - Choelo.

"Benissimo sono qui, con le ore letteralmente contate, e do importanza ai commenti di persone che non ho mai visto, e che fra poco non vedrò mai più. Io invece, mi irrito, voglio attaccare e difendere. Ma perchè perdere tempo con tutto questo?". In realtà, però, stava sprecando il poco tempo che le restava nella lotta per conquistarsi uno spazio in un ambiente estraneo, dove era necessario resistere, altrimenti gli altri avrebbero imposto le proprie regole. "Non è possibile. Io non sono mai stata così: non ho mai lottato per stupidaggini".
Si bloccò al centro del giardino ghiacciato. Proprio perchè riteneva che fosse una stupidaggine, aveva finito per accettare ciò che la vita le aveva naturalmente imposto.
Nell'adolescenza, pensava che fosse troppo presto per scegliere; adesso, in gioventù, si era convinta che fosse troppo tardi per cambiare.
Ma fino ad allora, dove aveva sprecato le energie? Tentando di fare in modo che, nella sua vita, tutto continuasse senza alcun cambiamento. Aveva sacrificato molti desideri affinchè i genitori continuassero ad amarla come quando era bambina, pur sapendo che il vero amore si modifica con il tempo, cresce e scopre nuove forme in cui esprimersi. Un giorno, quando la madre - in lacrime - le aveva annuciato la fine del suo matrimonio, Veronika era andata a cercare il padre, lo aveva minacciato, e, infine, gli aveva strappato la promessa che non se ne sarebbe andato di casa, senza immaginare l'alto prezzo che, forse, tutti e due stavano pagando per quel compromesso.
Quando aveva deciso di trovarsi un lavoro, aveva scartato la proposta allettante di una società che si era appena installata nel suo giovanissimo paese per accettare l'impiego nella biblioteca pubblica, il cui stipendio era basso, ma sicuro. Andava a lavorare tutti i giorni in perfetto orario, lasciando chiaramente intendere che non dovevano vederla come una minaccia, perchè lei era soddisfatta della sua posizione e non intendeva lottare per migliorare: tutto ciò che desiderava era lo stipendio a fine mese.
Aveva affittato la camera nel convento perchè le suore pretendevano che le inquiline ritornassero a una certa ora, dopo la quale chiudevano a chiave il portone: chi restava fuori, doveva dormire per strada. In questo modo, aveva sempre una scusa credibile e autentica per i ragazzi: non voleva essere costretta a trascorrere la notte in qualche albergo o in qualche letto estraneo.
Quando sognava di sposarsi si immaginava sempre in una casetta fuori Lubiana, con un uomo diverso da suo padre, che guadagnasse appena il necessario per mantenere la famiglia, che fosse contento di stare insieme a lei, in una stanza con il camino acceso, a guardare da una finestra le montagne coperte da neve.
Si era allenata a concedere agli uomini una precisa dose di piacere: nè di più nè di meno, solo il necessario. Non provava rabbia verso nessuno, perchè questo significava dover reagire, combattere con un nemico, e poi - per vendetta - dover sopportare conseguenze imprevedibili.
Dopo aver ottenuto ciò che desiderava dalla vita, era giunta alla conclusione che la sua esistenza non aveva più senso, giacchè tutti i giorni erano uguali. Aveva quindi deciso di morire.
Veronika rientrò e si diresse verso il gruppo riunito in un angolo della sala. Le persone stavano chiacchierando animatamente, ma tacquero appena lei si avvicinò.
Si rivolse direttamente all'uomo più anziano, che sembrava essere il capo. Prima che potessero trattenerla gli affibiò un sonoro ceffone sul viso.
"Intendi reagire?" domandò a voce alta per farsi sentire da tutti. Vuoi fare qualcosa?". "No". L'uomo si passò la mano sul viso. Un sottile filo di sangue gli colava dal naso. "Non ci darai fastidio a lungo". Veronika lasciò la sala del soggiorno con aria trionfante, si avviò verso la camerata. Non aveva mai fatto niente di simile in vita sua.
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08/11/2009 21:00
 
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Tratto da "Un posto nel mondo" - Fabio Volo
In ogni cosa ho voglia di arrivare sino alla sua sostanza.
Nel lavoro, cercando la mia strada, nel tumulto del cuore.
Sino all'essenza dei giorni passati, sino alla loro ragione,
sino ai motivi, sino alle radici, sino al midollo.
Eternamente aggrappandomi al filo dei destini, degli avvenimenti,
sentire, amare, vivere, pensare, effettuare scoperte.

Boris Pasternak.
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