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Sui ghiacciai di Lombardia ed Engandina

Ultimo Aggiornamento: 26/07/2011 12:59
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Sesso: Femminile
26/07/2011 12:59
 
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Una vacanza per veri esperti di alta montagna, alla scoperta dei sentieri glaciologici

Se vi state chiedendo come si possa raggiungere la vetta di un ghiacciaio, questo viaggio fa al caso vostro.
E se i più esperti conoscono già tutti i segreti per affrontare al meglio i percorsi che portano alla cima, i curiosi e i più temerari potrebbero comunque prendere la proposta come una nuova e molto avvincente sfida.
Forse non tutti sanno che il fenomeno glaciale, se pur ridotto rispetto agli ultimi decenni, è ancora ben presente sulle nostre Alpi. Per poter conoscere le variazioni avvenute nel recente passato sono stati creati appositi percorsi di avvicinamento che permettono di ripercorrere le tappe delle oscillazioni glaciali di un tempo, fino a raggiungere la fronte dell’attuale ghiacciaio.
Un consiglio: seguire sempre le indicazioni di sicurezza descritte all’inizio dei sentieri sui cartelli indicatori.
Maestoso Ventina
Il primo percorso tracciato dall’associazione Servizio Glaciologico Lombardo, è quello in Valmalenco che porta al Ghiacciaio Ventina.
È dedicato al fotografo ed alpinista Vittorio Sella che nell’Ottocento descrisse con meravigliose immagini il maestoso paesaggio di queste valli.
Raggiunta Chiareggio (1600 m), a 21 km da Sondrio, si sale su una comoda mulattiera e in un’ora si raggiunge l’Alpe Ventina (1965 m). Qui è possibile pranzare ed eventualmente pernottare presso i rifugi Gerli e Ventina posti ai margini di un affascinante ripiano. Da qui parte il tragitto che permette di ripercorrere le tappe delle oscillazioni glaciali del passato, segnalate da appositi cartelli, fino a raggiungere la fronte dell’attuale ghiacciaio.

Verso le Cascate di Fellaria
Sempre in Valmalenco c'è il Sentiero glaciologico al ghiacciaio di Fellaria. Da Sondrio, si raggiunge Lanzada, si sale fino alla diga idroelettrica dell’Alpe Gera (2050 m) e, abbandonata l'auto, in circa un’ora si arriva al rifugio Bignami (2385 m) da dove inizia il sentiero segnalato.
Immerso in un ambiente naturale di straordinaria bellezza è considerato uno dei maggiori delle Alpi Centrali italiane con le sue due affluenze a est e ovest ed è strutturato su due percorsi (A e B) che partono, appunto, dal rifugio.
Il percorso A, molto bello ma altrettanto difficile, passa da un torrente e prosegue verso i pascoli che risalgono fino all'antica morena laterale destra del ghiacciaio. Da qui ci si dirige verso un piccolo lago da cui si domina il settore più occidentale.
L'itinerario prevede il ritorno dallo stesso sentiero, oppure si può scendere lungo il fianco della morena per approdare al sentiero B.
Il percorso B segue lo stesso itinerario del precedente fino alla morena: da qui si risale sotto una fascia rocciosa e si raggiunge il margine meridionale del ripiano da cui scendono le cascate di Fellaria. Da questa posizione, si possono ammirare i segni della recente presenza del ghiacciaio: lisce rocce montonate, solchi e massi erratici. Alla base di un alto gradino roccioso si è formato un caratteristico laghetto proglaciale.

foto Dal Web
Sul massiccio del Bernina e sulle “13 cime” delle Alpi
Il Ghiacciaio del Morteratsch è il più grande del massiccio del Bernina in Svizzera ed è raggiungibile con il famoso trenino rosso.
Si scende alla fermata omonima e si continua lungo il fondovalle fino alla fronte dell’esteso ghiacciaio da dove si possono ammirare le cime innevate del Pizzo Bernina, la vetta più orientale delle Alpi che supera i 4000 metri.

L'ultimo percorso è quello del Ghiacciaio dei Forni, il maggiore massiccio delle Alpi sul versante italiano. E’ dominato da cime (M. Vioz, Pta San Matteo) che superano i 3600 m di quota e che compongono un celebre percorso alpinistico denominato “Tredici cime”, considerato uno dei più impegnativi.

Da Bormio si raggiunge Santa Caterina Valfurva e da qui in auto si accede dall'albergo dei Forni; si procede a piedi: in un’ora si arriva al rifugio Branca, poi si prosegue in diagonale sotto la morena destra.

Qui, al margine del ghiacciaio, sono stati ricostruiti due ponti tibetani che con attraverso un divertente percorso permettono di superare ben due corsi d’acqua. La discesa è prevista dal versante opposto. Se si possiede un’adeguata attrezzatura ed una certa esperienza di alta montagna - magari accompagnati da una guida alpina - si può salire sul ghiacciaio per ammirare le caratteristiche forme della fusione glaciale fra cui le bedieres, corsi d’acqua che scorrono sulla superficie, e gli inghiottitoi, pozzi verticali dove avviene il deflusso delle acque di fusione anche in profondità.






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- Prendi un piatto e tiralo a terra.
- Fatto.
- Si è rotto?
- Si.
- Adesso chiedigli scusa.
- Scusa.
- È tornato come prima?
- No.
- Adesso capisci?



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