Se abbiamo qualcosa che non funziona bene, guardiamo dentro di noi e non fuori, come invece ci ha insegnato a fare la nostra cultura.
Se facciamo quello che è giusto per noi, se ci ascoltiamo, siamo naturalmente equilibrati e sani.
Quindi ognuno di noi è artefice della propria realtà.
La crea con le decisioni che prende e, se il risultato che ha ottenuto non gli piace, lo può cambiare.
Questa consapevolezza ci permette di essere liberi di scegliere la vita migliore per noi.
Ciò che sentiamo a livello fisico, mentale o emozionale ci aiuta nel nostro processo di comprensione poiché è un linguaggio da decifrare che ci spiega ciò che ci sta capitando e perché.
Se abbiamo una caviglia rotta, invece di pensare di non poter camminare, immaginiamo di dire a noi stessi: "Non mi permetto di reggermi sulle mie gambe, mi sto impedendo di scappare da qualcosa o di andare verso qualcosa o qualcuno" (la caviglia è l'articolazione che ci permette di "camminare" verso qualcosa o di scappare da qualcosa. Se ce l'ho rotta mi impedisco di...).
In questo modo riprendiamo la nostra autonomia e possiamo decidere della nostra vita, vediamo che la decisioe precedente non va, dunque abbiamo la possibilità di cambiarla.
Questo implica una grande responsabilità perché non si può più attribuire la colpa a qualcosa che è fuori di noi, ma anche un'enorme libertà: quella di creare la vita che desideriamo.
Che ne pensate di questo modo di vedere la nostra realtà?
Il cambiamento ha luogo quando superiamo un ostacolo alla volta!