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Per chi ama le pellicce.

Ultimo Aggiornamento: 14/02/2009 10:46
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12/02/2009 12:18
 
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L'altra faccia delle pellicce ....
"I metodi variano in base alle dimensioni. Se si tratta di animali più grossi, la scelta spazia dall’elettricità, con l’uso di elettrodi infilati nell’ano e nella bocca, a un proiettile nella nuca, al soffocamento da gas.
Quando si tratta di animali più piccoli, si preferiscono un colpo di martello sul muso, un chiodo conficcato nella fronte o, perché no, l’annegamento, naturalmente dopo il tramortimento.

Ma la lista non finisce qui, perché la creatività dell’uomo ,così come il suo egoismo, non ha limiti.

E allora perché fermarsi a questi metodi più classici, quasi scontati, quando si può ricorrere anche all’avvelenamento con stricnina o al soffocamento con il cloroformio?

Le pecore karakul, così come i cuccioli di foca, ricevono un trattamento privilegiato.. le prime vengono fatte abortire a bastonate due settimane prima del parto e poi né vengono scuoiati i feti; i secondi vengono colti di sorpresa mentre il gruppo non ha possibilità di difenderli, vengono poi presi a randellate e scuoiati vivi.
Dopo la scuoiatura gli animali non muoiono subito, ma rimangono coscienti per 5-10 minuti, durante i quali riescono ancora a respirare a fatica e a muovere gli occhi, prima di morire dissanguati.

Ma facciamo ora un passo indietro, perché quello che ho raccontato è solo il finale di questo spettacolo da teatrino degli orrori, e dobbiamo vedere l’antefatto, altrettanto vario e interessante…
Gli animali vengono catturati nel loro ambiente naturale, con una quantità e diversità di trappole tale da lasciare veramente l’imbarazzo della scelta…il mercato offre di tutto: tagliole, lacci strangolanti, reti poste all’ingresso delle tane, speciali trappole per ermellini costituite da un’esca di grasso spalmato su un tubo metallico gelato, in modo che, quando lo lecca, l’animale vi resta attaccato con la lingua…
Una volta catturati naturalmente è cosa buona e giusta prolungare la loro sofferenza, tenendo in vita gli animali, intrappolati e sofferenti, anche per molti giorni, tanto per non mettere fretta al cacciatore che poi con tutta calma verrà a prelevarli. Peccato solo che a volte qualcuno gliene sfugge, perché pur di riuscire a fuggire è arrivato ad amputarsi una zampa, masticandola.
Dopodichè, le prede vengono stipate in gabbie minuscole,appena sufficienti per far si che gli animali non si rovinino il preziosissimo manto rigirandosi. In queste prigioni anche il pavimento è in rete per facilitarne la pulizia, e sono continuamente esposte a correnti d’aria e di freddo per favorire l’infoltirsi del pelo e l’ottenimento di un manto folto e redditizio. Il cibo viene distribuito a polpette sopra la gabbia per risparmiare tempo; quindi gli animali lo leccano attraverso le sbarre della rete, ma quando la temperatura è di molti gradi sotto lo zero, la lingua degli animali si attacca al metallo per congelamento, e nei casi più gravi dei pezzi rimangono attaccati alle sbarre. Ma il bello viene quando giunge il periodo delle nascite : gli animali sono stressati dai cicli riproduttivi forzati, e spesso parte dei piccoli viene uccisa dalla stessa madre; gli altri muoiono per le condizioni disagevoli o per malattie.
Gli incroci selettivi, necessari per soddisfare le esigenze del mercato, hanno portato ad una serie di menomazioni come sordità e nevrosi, considerate ovviamente di scarsa importanza in quanto non incidono sul valore della pelle.

Terrificante? Mostruoso? Atroce? Ma come??...eppure il risultato è così bello, soffice,caldo,pulito…da sfoggiare con orgoglio!! Perché in fondo quanto sembra innocuo e soprattutto alla moda quell’inserto di pelliccia che gli stilisti ripropongono ogni anno nelle loro sfilate, e che ormai troviamo veramente ovunque: dai grandi magazzini ai negozi di moda, arrivando perfino in alcuni capi al mercato. Inoltre dopo la sensibilizzazione e il crollo delle vendite di questi ultimi anni il mercato delle pellicce è diventato ancora più subdolo, e ormai sembra non accontentarsi più della “solita pelliccia”, ma la ripropone travestita con nuove forme e colori nei più svariati oggetti ( guanti, colli, cappelli, giocattoli per bambini e animali, fodere di cappotti e giacche, suole per scarpe e stivali, portachiavi, soprammobili! ) riuscendo così ad insinuarla anche nella vita quotidiana, e nascondendo agli acquirenti inconsapevoli tutta la morte e la sofferenza che comporta. Gran parte degli inserti di pelliccia sono infatti lavorati, colorati, sbiancati,e trattati a tal punto che molti consumatori non si accorgono nemmeno di comprare giacche con inserti di vero pelo. Oggi si cerca sempre più di confondere le idee al consumatore, capi ornati con pelo vero e capi ornati con pelo sintetico sono spesso venduti negli stessi reparti, sugli stessi scaffali, uno accanto all'altro. E’ facilissimo confonderli, perché il pelo sintetico è sempre più simile a quello animale, e il pelo vero tende a venir camuffato (colorato, intrecciato, rasato) in modo da sembrare finto. Le etichette inoltre, diventate sempre più ingannevoli, non contribuiscono certo a chiarire le idee.. spesso vengono del tutto omesse informazioni come il numero degli animali uccisi per confezionare il capo o i metodi di uccisione. La provenienza spesso è celata dietro pseudonimi e nomi di fantasia che cercano di coprire realtà mostruose ed inimmaginabili, come quella dell’importazione di pelli di cani e gatti (illegali in Italia) dal nord della Cina.

Ecco cosa ci viene nascosto mentre la maggior parte di noi si chiede ancora se sia vero o no che i ristoranti cinesi propinano carne di gatto spacciandola per pollo.. un commercio che causa ogni anno oltre due milioni di vittime, fra cani sgozzati e fatti morire dissanguati e gatti spesso impiccati con cappi metallici.

A chi conviene tutto questo? Sicuramente agli allevatori di animali da pelliccia, ma non solo.. la risposta non è così semplice come potrebbe sembrare, perchè il mercato della pelliccia si regge in realtà su un giro di affari colossale che vede coinvolti conciatori, grossisti, commercianti al dettaglio, case di moda, aziende produttrici di mangimi per animali, grossisti, boutique, grandi magazzini, aziende chimiche, allevamenti intensivi per animali destinati all'alimentazione umana. E’ contro tutte queste persone, che si guadagnano il pane (e anche molto di più) sulla vita e la sofferenza di animali innocenti, che hanno sfilato l’otto ottobre a Roma, da piazza Repubblica a piazza Venezia, tutte le associazioni animaliste italiane, che hanno raccolto firme per chiedere al parlamento la chiusura degli allevamenti di animali da pelliccia.

La manifestazione è stata allegra, colorata, rumorosa, viva. Viva come non lo sono più i milioni di animali sacrificati sull’altare di una moda crudele ed assassina. Fra bandiere colorate delle associazioni, cori arrabbiati, slogan taglienti e persone travestite da volpi, gatti, conigli ecc.. la manifestazione ha cercato di portare avanti la loro causa, il loro diritto alla libertà e alla vita. Perché un paese in cui sono permessi e legalizzati veri e propri lager di animali non può essere considerato civile, e uomini egoisti e spietati che considerandosi padroni del mondo continuano a perpetrare, sostenere o tacere questi massacri non possono essere legittimati in nessun modo.
Resta solo da sperare che la manifestazione di sabato riuscirà a costituire un altro passo avanti verso quello che, secoli fa, è stato profetizzato da qualcuno molto ma molto più saggio di noi...“Verrà il giorno in cui l’uomo conoscerà l’anima degli animali, e ucciderne uno sarà considerato un delitto, come uccidere un uomo”






Vieni e iscriviti al nostro concorso. Ti aspettiamo!!

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12/02/2009 14:04
 
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non dico che debba essere un tema affrontato con troppa pesantezza...,almeno qui,... pero'cancello ,iltarlo
[Modificato da iltarlo 12/02/2009 14:32]






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Post: 36.157
Sesso: Femminile
14/02/2009 10:46
 
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quoto tarlo


io non amo le pellicce sinceramente
pero' ora che ci penso ho una giacca in pelle con collo di pelliccia
certo che se leggo quello postato qui non mi viene voglia di metterlo






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- Prendi un piatto e tiralo a terra.
- Fatto.
- Si è rotto?
- Si.
- Adesso chiedigli scusa.
- Scusa.
- È tornato come prima?
- No.
- Adesso capisci?



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