A caccia del cocktail perfetto

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rosarossa79
00martedì 26 luglio 2011 13:00
tgcom
Uno motivo in più per visitare le capitali tutte da bere d'Europa

Un Americano a Milano
Cominciamo dall’Italia e partiamo dalle origini. L’Americano è il primo cocktail aperitivo italiano doc, pare sia nato dopo la prima guerra mondiale e dalla gran voglia di America deriverebbe il nome, anche se in verità si miscela con prodotti esclusivamente italiani: bitter Campari, Vermouth rosso e seltz. La sua patria è Milano, dove pare sia stato servito per la prima volta al Gaspare Campari’s Bar, o forse al Bar Basso di Viale Umbria, ancora oggi ritrovo di designer e artisti. Ma la sua fama è ovviamente internazionale, essendo uno dei cocktail preferiti, ad esempio, da James Bond. La presenza del vermouth torinese giustifica il nomignolo “Milano-Torino”. Anche nel capoluogo piemontese si può gustare un cocktail Americano di tutto rispetto. Può essere un buon pretesto per visitare Torino e inoltrarsi fra monumenti maestosi e le affascinanti strade e piazze del centro. L'Americano ha dato vita ad altrettanto famose varianti: il Negroni e lo Sbagliato. Il primo è la versione nettamente più “potente” perché vede l’aggiunta di gin, mentre lo Sbagliato è preparato con l’aggiunta di un vino secco frizzante. La patria del Negroni è Firenze dove, negli anni 20, il conte Camillo Negroni, abituale frequentatore del bar Giocosa di via Tornabuoni, chiese al suo barman di sempre, Fosco Scarselli, di aggiungere appunto un po’ di gin al classico Americano. Oggi il bar si chiama Caffè Giocosa ed è stato rilanciato dopo l’acquisto da parte dello stilista Roberto Cavalli.
Dal Bellini allo Spritz
Non lasciamo l’Italia prima di aver provato un Bellini - uno dei cocktail più chic - nella magnifica e misteriosa Venezia. Deve il suo nome al pittore rinascimentale Giovanni Bellini, al quale Giuseppe Cipriani, proprietario dell’Harry’s Bar, tutt’ora in attività, dedicò l’invenzione nel 1948, in occasione di una mostra del famoso artista. Il drink era amatissimo anche da Ernest Hemingway, che nel suo soggiorno veneziano veniva a gustarlo qui, sempre allo stesso tavolino. I bar della Laguna vi offriranno anche magnifici spritz, ma questo cocktail merita un tour tutto suo, dal gusto mitteleuropeo.

A base di vino e acqua, con l’aggiunta a piacere di Aperol, Campari o Bitter, lo spritz è forse uno dei cocktail che subisce più varianti a seconda della città, del quartiere o addirittura del barista che ve lo prepara. Potete paragonare le miscele con un giro tra i tanti gioielli del Triveneto, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Trentino, Istria e Lombardia. Lo si trova anche in Germania, dove è noto come Gespritzter o Weinschorle, e la sua nascita coincide con l’occupazione austriaca sul Piave, tra le colline di Valdobbiadene e Conegliano dove regnava il Prosecco, e quindi: Treviso, Padova (godetevelo in Piazza delle Erbe), Venezia, Udine, Trieste e Pola. L’aggiunta di Aperol (o martini rosso), Campari, Bitter (Select a Venezia) arrivò qualche anno dopo, per regalare un colore più caldo al drink. Andate a Pordenone, in Friuli, per sentirlo chiamare "Furlan" e vederlo servito con un'oliva. Certamente, a Trento si preferisce lo spumante Ferrari al vino, come pure a Riva del Garda, mentre a Rovereto e nella Val Lagarina si usa il prosecco. L’Alto Adige – ma anche Trieste e Monfalcone – lo serve all’austriaca, vino bianco e acqua frizzante, oppure aggiunge Aperol e lo chiama “Veneziano”. A Trieste, specialmente sul Carso, i locali più “giovani” mescolano vino bianco all'aranciata. A Gorizia si arriva a uno spritz fatto di vino rosso e aranciata, chiamato "Rosso Aranciata", che nel vicentino diventa "Rabaltà".


L’Europa e i suoi segreti
Visto l’Atomium, uno dei simboli di Bruxelles, costruito per l'Expo del 1958, a forma di una molecola di cristallo di ferro ingrandita 165 miliardi di volte, e fatta una puntatina alla Grand Place di Bruxelles, tra le più belle piazze del mondo, patrimonio Unesco, concedetevi un Black Russian, il cocktail inventato nei favolosi ‘50 da Gustave Tops, barman dell’Hotel Metropole. C’è chi racconta che fosse preparato solo in occasione di una visita dell’ambasciatore americano in Lussemburgo, Pearl Mesta.

Se la vostra destinazione è l’Irlanda, potrete apprezzare sicuramente la celebre birra Guinness e godere di paesaggi che ispirarono scrittori del calibro di James Joyce, George Bernard Shaw, Oscar Wilde, e Samuel Beckett. Se atterrate nella piccola Shannon, vicino Dublino, considerate che vi trovate nella culla dell’Irish Coffee, cocktail creato da Mr. Sheridan, capo barman all’aeroporto irlandese, dopo la fine della seconda guerra mondiale, per riscaldare i viaggiatori: si tratta di caffè caldo zuccherato con whisky e panna in superficie. Allungate fino in Scozia, sulle tracce di re Artù, tra castelli da favola, e tenete presente che questa è la patria del Rob Roy, mix di Scotch whisky, Vermouth e una goccia di angostura bitter, nato negli anni ‘30 e dedicato all’eroe scozzese Robert MacGregor, che usava firmarsi Rob Roy, immortalato dalla penna di Sir Walter Scott.

Vista Parigi e tutte le sue bellezze – è stata inserita dal Financial Times tra le 3 città più importanti e influenti al mondo e tra le prime 3 città europee del futuro – concedetevi un Sidecar (Cognac, Cointreau e succo di limone) allo storico Harry’s bar parigino. Fu creato dal barman Harry McHalone in onore di un amico avventore, appassionato guidatore di sidecar. Se poi avete deciso di volervi immergervi completamente nell’atmosfera bohémien, provate l’assenzio del Bar Cantada, dove la cosiddetta Fata verde – come la chiamavano nell'Ottocento - è tornata in auge e vanta numerose etichette.
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