Emozioni cangianti e respiro
Sera primaverile, le luci del crepuscolo di sapore occidentale sul mare già svanite da poco…… La figura avanzava di buona lena. Il vento, presente e leggero di un grecale in caduta dall’interno, impediva intorno, di sentirne il passo veloce, il rumore cadenzato sul pavimento del marciapiede, alle sole luci dei lampioni……. E a lei piaceva immaginarlo in quella maniera…..
Un piede rincorreva l’altro ….dopo un po’ lui non li sentiva più, protagonisti di un meccanismo ormai rodato, staccato dal resto del corpo, dalla mente, quest’ultima invece distratta da vari accadimenti….. a volte guardava i propri piedi, inguainati da scarpe il cui nome si rifà ad “ acque che corrono leggere “ di indiana memoria… si, li guardava e voleva anche farne a meno, nel timore che gli chiedessero, se ci fossero stati, quei battiti del vento, nel futuro, per loro, protagonisti tra i tanti ma privilegiati destinatari del pensiero della cangiante nica ….
Tra le stanze di vita quotidiana vissute, intrise dai connettivi di tanti, troppi domicilii ed intimamente incasellate, aveva scoperto ultimamente di averne sprangate alcune, e di averne seppellito la chiavi …. non ricordando neppure dove fossero nascoste…….. ma una mano ladra era comunque era riuscita ad entrare…. prima di far scattare la serratura, lei si era appoggiata ad una delle porte, spingendola appena…… non si era accorta di aver staccato un leggero strato di vernice vecchia, rugosa, di un azzurro chiaro del cielo al mattino……. ed il legno sotto, scoperto, dopo tanto……… aveva nuovamente cominciato a respirare……..
riccardo
Una delle mie passioni.