Mattia ha scelto di vivere nei boschi Ha 23 anni e da due ha abbandonato la civiltà: abita in una roulotte sull'appennino marchigiano. La sua storia è finita su Mtv ¦ «Quel libro l'ho letto un miliardo di volte. E tutte le volte che lo rileggo, beh, penso che ora anch'io ho il mio bus magico». A parlare è Mattia, 23 anni, di Calvisano. Anzi no, di Calvisano era una volta, ora abita in una roulotte in un bosco sull'Appennino marchigiano, dalle parti di Camerino. Non è l'Alaska di In to the wild, il romanzo di Jon Krakauer del 1997 di cui parla Mattia, ma qualcosa di simile, almeno nello spirito. Perchè Mattia, proprio come il suo più o meno coetaneo statunitense Christopher McCan-dless, protagonista del libro che è poi diventato un film diretto da Sean Penn, ha scelto da due anni di vivere in mezzo alla natura, lasciandosi alle spalle un lavoro «normale», una casa «normale», una vita «normale»: insomma, tutto ciò che comunemente chiamiamo civiltà. Una scelta radicale, la sua, quasi ortodossa, che è stata raccontata da Mtv (la si può vedere su
www.mtvnews.it/1 -storie/la-storia-di-mattia-2/). Scelta quasi ortodossa, si diceva: Mattia mangia i prodotti del suo orto, le erbe selvatiche che trova nei boschi e altri prodotti che baratta con qualche lavoro nelle cascine vicine. L'acqua per bere e lavarsi la prende da una fonte. «L'acqua calda? Non ce l'ho - spiega Mattia - L'acqua fredda ti ringiovanisce». La luce è quella di una candela semplice, che illumina la vecchia roulotte degli anni '70 che gli fa da casa e che sta parcheggiata su un appezzamento di terreno «comprato con i soldi risparmiati col lavoro». Un cellulare, uno stereo e un pannello solare sono i tre unici optional che si è concesso, e rappresentano il «quasi» fra le parole «scelta» e «ortodossa». Alle spalle ha vent'anni di vita normale: dopo aver abbandonato la scuola a quindici anni s'è messo a fare un po' di tutto: l'idraulico, il decoratore, il falegname. Ha viaggiato all'estero e poi, tornato in Italia, ha scelto la vita selvaggia. Trovando la sua vera casa in quel pezzo di prato sopra Camerino, in quel bus magico che per lui brilla come un castello. Un castello felice. «Io non ho problemi con nessuno, né con me stesso, né con gli altri - spiega ancora Mattia nel video - Io qui sto benissimo, tutto qua». Come il Christopher di Into the wild, su una lavagnetta ha scritto il suo motto: «Datemi la verità, invece che amore, denaro o fama». Carlos Passerini
il giornale di Brescia