Laureati in fuga

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cherubina_g
00martedì 9 febbraio 2010 10:08
Le migrazioni interne non sono solo un ricordo in bianco e nero. Negli ultimi anni si è registrata una vera e propria 'fuga' dal Mezzogiorno, ma a differenza del passato spesso a fare la valigia sono i laureati. Tra il 2000 e il 2005 hanno lasciato il Sud Italia ben 80 mila 'dottori', pari ad una media annua di 1,2 ogni 100 residenti in possesso dello stesso titolo di studio.

È quanto emerge da un'indagine condotta da Bankitalia sulla "mobilità dl lavoro in Italia", appena pubblicata, che rileva come in 15 anni, tra il 1990 e il 2005, si siano trasferite al Nord quasi 2 milioni di persone. Secondo Palazzo Koch, "il Mezzogiorno diventa sempre meno capace di trattenere il proprio capitale umano, impoverendosi della dotazione di uno uno dei fattori chiave per la crescita socio-economica regionale".

La caratteristica distintiva delle ultime migrazioni è, infatti, la partenza di ragazzi istruiti, diretti sopratutto verso le grandi aree metropolitane del Centro Nord, come Roma, Milano e Bologna. Il contesto rispetto ai flussi del passato è completamente cambiato: "I nuovi rapporti di lavoro - spiega il rapporto - e la diffusione dei contratti a termine hanno inciso sugli incentivi alla mobilità geografica, rendendo più incerto il rendimento atteso dallo spostamento".

E così se una volta era l'emigrato che sosteneva con le sue rimesse la famiglia rimasta del luogo d'origine, oggi è il contrario: i genitori continuano ad aiutare economicamente il giovane fino al suo completo inserimento nel mondo del lavoro. Le migrazioni recenti hanno toccato il loro apice nel 2005, quando hanno cambiato residenza, trasferendosi da un Comune all'altro, 1,3 milioni di persone.

Il flusso, lievitato del 16% rispetto al 1990, ha sempre seguito la direttrice principale, che va dal Sud verso il Centro Nord. Al risultato hanno contribuito anche gli immigrati, precisa lo studio, ma comunque si tratta di una minoranza, che pesa per il 14% sul totale dei movimenti.

Nei cinque anni che vanno dal 2000 al 2005 la provincia più abbandonata è stata quella di Napoli, dove si registra anche la più forte concentrazione di laureati in fuga, 11,5 ogni mille abitanti con lo stesso titolo di studio. L'indagine condotta da Bankitalia analizza "l'altra faccia delle migrazioni interne", ovvero il pendolarismo.

Tante persone in Italia, infatti, viaggiano ogni giorno per raggiungere il luogo di lavoro, si tratta di movimenti che caratterizzano sopratutto il Centro Nord, dove oltre il 40% degli occupati lavora in un comune diverso da quello di residenza anche se comunque vicino. La percentuale di pendolari a breve raggio al Mezzogiorno, invece, si ferma al 29%.

fonte: www.lasiciliaweb.it/index.php?id=34367&template=ngextra
cherubina_g
00martedì 9 febbraio 2010 10:09
Credo che in un certo senso queste migrazioni siano il frutto, in parte, della mafia.
cherubina_g
00mercoledì 10 febbraio 2010 21:25
mamu tu per esempio andresti via dalla sicilia?
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