Malattie sessualmente trasmissibili

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_Mamu_
00sabato 28 novembre 2009 00:08
rischio sottovalutato?
Gli anni 90 sono stati caratterizzati da una martellante pubblicità finalizzata alla prevenzione rispetto alla diffusione dell'AIDS, oggi, mi pare, che i riflettori si siano spenti su questo delicato tema. In un periodo in cui anche i giovanissimi si affacciano alla sessualità con estrema leggerezza secondo voi occorrerebbe fare di più per educare alla sessualità sicura? E' una mia impressione o oggi non si ci pensa molto a questo genere di rischio?
rosarossa79
00sabato 28 novembre 2009 09:41
non ci si pensa secondo me...
visto che se parla poco si pensa non esista quasi piu questa malattia
figurina
00sabato 28 novembre 2009 10:18
in effetti ne se parla quasi più ,incredibilmente direi io visto la mole di morti che fà :(
_Mamu_
00sabato 28 novembre 2009 11:45
Pensare che l'AIDS è solo una delle malattie trasmissibili sessualmente, non bisogna dimenticare l'epatite C e B, il virus del papilloma umano causa di tumori e i virus erpetici. Sono tutte malattie pericolosissime che possono essere contrastate con adeguate misure preventive..
Anche io credo che non si ci pensi per nulla e la cosa è estremamente preoccupante.
basettun
00sabato 28 novembre 2009 18:29
Quando si parla di educazione sessuale nelle scuole molti gridano allo scandalo, ma è proprio la scuola che dovrebbe sensibilizzare i giovanissimi su questo tema.
rosarossa79
00martedì 1 dicembre 2009 16:57
daccordo con basettun
insieme alla scuola aggiungerei la famiglia
e' un grosso punto di riferimento
figurina
00martedì 1 dicembre 2009 18:03
oggi era la giornata mondiale sull'aids mi sembra sia passata in sordina come sempre boh
rosarossa79
00mercoledì 2 dicembre 2009 07:36
01-12-2009
AIDS, GIORNATA MONDIALE. SONO OLTRE 33 MILIONI I MALATI NEL MONDO


Celebrata in tutto il mondo la giornata per la lotta all'Aids, malattia che dal 1981, anno in cui fu diagnosticato il primo caso, ha ucciso oltre 25 milioni di persone nel mondo. L'Organizzazione Mondiale della Sanita' stima in 33,4 milioni il numero di persone sieropositive o con Aids conclamato nel mondo e in 2,7 mln il numero di nuovi casi annuali.

La sfida piu' importante, secondo l'Oms, e' quella di incoraggiare le persone a sottoporsi ai test per una tempestiva diagnosi della malattia: oggi, infatti, molti soggetti sieropositivi attendono troppo prima di iniziare le cure. Su questo si basa la campagna informativo-educativa 2009 del Ministero della Salute. ''Aids: la sua forza finisce dove comincia la tua. Fai il test!''.

Numerose le iniziative di sensibilizazione: la Torre Eiffel si spegnera' per cinque minuti alle 18,30 di oggi per sottolineare la necessita' di lottare contro l'Aids e anche l'Empire State Building e il ponte di Brooklyn a New York resteranno al buio per 5 minuti.

E l'Unicef Italia lancia oggi la Campagna ''Non toccate il Fondo'' per chiedere al Governo di versare il suo contributo al Fondo Globale per all'AIDS, Tubercolosi e Malaria come annunciato lo scorso luglio nel corso del vertice del G8 all'Aquila, ricordando che e' raddoppiato in 3 anni il numero di donne incinte sieropositive che hanno accesso ai farmaci per la cura dell'HIV/AIDS.



IN ITALIA 170MILA MALATI, CRESCE CONTAGIO FRA DONNE.

Quasi 87mila persone in Europa hanno contratto l'Hiv nel 2006, circa 4 mila in Italia e oltre 2,7 milioni nel mondo durante il 2008. In totale si stima che nel nostro Continente oggi vivano 2,4 milioni di persone affette da Hiv/Aids, 33,4 milioni nel mondo e oltre 170 mila in Italia. Secondo le stime, inoltre, nel nostro Paese circa un quarto delle persone Hiv-positive non sa di essere infetto e piu' della meta' delle persone con una nuova diagnosi di Aids ignora di essere sieropositiva. Dal 2000 ad oggi sono diminuite del 17% le infezioni da Hiv, ma la lotta all'Hiv/Aids non deve conoscere tregua anche alla luce dei dati che indicano in Italia un aumento della diffusione del contagio fra le donne.

Secondo i dati del Coa (Centro operativo anti-Aids) dell'Istituto superiore di sanita', se nel 1985 nel nostro Paese c'era un caso di Hiv femminile ogni 3,5 casi maschili, il rapporto e' oggi sceso a 2,5. In Italia quasi la meta' delle donne che hanno contratto la sindrome attraverso i rapporti eterosessuali e' stata contagiata dai partner di cui era nota la sieropositivita'. Dati allarmanti, perche' se i casi di infezione sono diminuiti dal 1981 (anno in cui fu identificato il primo caso di Aids negli Usa e inizio' il monitoraggio in vari Paesi del mondo), la stabilita' di diffusione del virus e i cambiamenti delle modalita' di trasmissione ''dimostrano - come evidenzia NPS, il Network delle persone sieropositive - che le persone non hanno ancora assunto quei comportamenti responsabili in grado di evitare il diffondersi del virus''.



LA PREVENZIONE SI DIFFONDE MA AUMENTANO I CASI FRA I GIOVANI.

Nel 2008, 19 Stati hanno raggiunto la soglia ottimale dell'erogazione del test per l'HIV e dell'accesso a servizi consultoriali sulla prevenzione del contagio madre-figlio dell'HIV per l'80% delle donne in gravidanza.

Sempre nel 2008, circa il 45% delle donne incinte sieropositive nei Paesi a basso e medio reddito hanno ricevuto i farmaci antiretrovirali per prevenire la trasmissione dell'HIV ai propri bambini. Ancora nel 2006, la quota era soltanto del 24% (salita a 35% nel 2007).

Il 21% del numero stimato di donne incinte nei Paesi a basso e medio reddito ha effettuato il test per l'HIV nel 2008. Esse erano il 15% nel 2007 e il 13% nel 2006.

In media, nel 2008, nei Paesi in via di sviluppo, il 32% dei bambini nati da madri sieropositive ha ricevuto la profilassi antiretrovirale per la prevenzione della trasmissione da madre a figlio dell'HIV alla nascita. Nel 2007 erano il 20% e nel 2006 il 18%.

E ancora: nel 2005, solo 75.000 bambini sieropositivi sotto i 15 anni ricevevano i farmaci antiretrovirali. Tale numero ha raggiunto quota 275.700 nel 2008. Cio' significa che il 38% dei 730.000 bambini sieropositivi che hanno bisogno di cure ha oggi accesso ai farmaci per la cura dell'HIV/AIDS. Nell'arco di un solo anno (dalla fine del 2007 alla fine del 2008), c'e' stato un incremento pari al 39%.

Molti paesi stanno compiendo progressi nella diagnosi precoce dell'HIV. Nel 2008, 83 dei 123 Paesi per cui erano disponibili i dati erano in grado di effettuare il test per l'HIV ai bambini entro i primi due mesi di vita. Nel 2007 gli Stati in cui tale analisi era possibile erano appena 57 (sui 109 per cui erano disponibili i dati).

Moltissimo e' stato fatto, dunque, ma altrettanto c'e' ancora da fare, soprattutto a livello di informazione eprevenzione: secondo i dati, infatti, livello di conoscenza approfondita dell'HIV tra le ragazze di eta' compresa tra i 15 e i 24 anni e' aumentato di 10 punti percentuali in 17 dei 45 Paesi in cui sono state condotte le indagini. Ma, nonostante questo incremento, molti giovani continuano a contrarre l'HIV. Nel 2007 circa il 45% dei nuovi contagi da HIV riguardanti persone di eta' superiore ai 15 anni sono stati registrati tra giovani di eta' compresa tra i 15 e i 24 anni.


www.asca.it/focus-AIDS__GIORNATA_MONDIALE__SONO_OLTRE_33_MILIONI_I_MALATI_NEL_MONDO-2...
cherubina_g
00martedì 5 gennaio 2010 16:13
lettera di una 21enne al Corriere della sera:

Scrivo questa lettera perché mi sento in dovere di farlo. Ho 21 anni e vivo a Milano, studio all’università Bocconi, sono una ragazza solare e appaio come una ragazza «normale». Eppure c’è un però, sono sieropositiva, e l’ho scoperto qualche mese dopo aver compiuto i miei 18 anni. Sono in cura al Sacco da circa 3 anni, è un’ottima struttura con personale competente, i miei genitori non sono a conoscenza della mia situazione. Vorrei, forse utopicamente, che lo Stato, le Regioni, le Province e i Comuni prendessero seriamente questa pandemia. Si dovrebbe parlare molto più spesso di questa malattia, forse non tanto agli studenti, che sono informati per le sessioni di educazione sessuale fatte a scuola, bensì ai genitori, agli adulti, agli over 30.

Due milanesi al giorno si infettano, e questi non sono ragazzini di 16 anni, ma sono padri di famiglia, che tradiscono le proprie mogli e che le infettano, e che rovinano la vita dei loro familiari. Non credo di essere esagerata nel definire questa malattia una pandemia, io davvero non mi capacito del perché non venga fatta una diffusione a livello nazionale di tali informazioni. Ogni malato come me, viene a costare al servizio sanitario 1.500 euro al mese solo per i medicinali, senza contare le visite mensili ed i vari controlli. Non mi piace l’idea di pesare sugli altri, ma se ci fosse stata una maggiore informazione o una rieducazione sessuale, io probabilmente non avrei fatto sesso non protetto con il mio ragazzo con il quale stavo da 4 anni, se gli uomini smettessero di tradire le proprie mogli e fidanzate, io ora non sarei malata di Hiv, e non sarebbe per me così difficile tante volte trovare una ragione di vita.

A 21 anni è difficile dire ad un proprio coetaneo che si è malati. Si teme l’ignoranza, l’allontanamento... Insomma ho 21 anni e sono malata, vorrei tanto che la gente acquisisse consapevolezza e che comprendesse che l’Aids non è poi tanto lontano da ognuno di noi. Vorrei che nessuno dovesse passare ciò che passo io tutti i giorni. Vorrei che qualcuno finalmente trovasse una cura, e se non è possibile, vorrei almeno che la gente non mi guardasse male per la mia malattia, perché io non sono una drogata, una dai facili costumi, o una persona sessualmente ambigua, io sono una ragazza normale che è stata per 4 anni con lo stesso ragazzo, che non lo ha mai tradito, al suo contrario.

Io penso che sia sbagliato ed immorale che la nostra società venga bombardata da messaggi promozionali che seguono esclusivamente la logica del profitto. Penso che nella nostra società, nel 2010, non sia accettabile che informazioni di vitale importanza, quali quelle sull’Hiv, non vengano diffuse allo stesso livello se non a livello superiore di quelli commerciali. Spero che i media riescano a trovare lo spazio per tali informazioni e per la pubblicità a scopo sociale, in quanto il prossimo caso di Hiv potrebbe essere vostro figlio, vostro marito o anche vostra moglie. Ognuno di noi può fare la differenza! Io ci sto provando, ma sono solo una studentessa di 21 anni, forse voi che avete in mano i mezzi di comunicazione e di informazione potete fare molto più di me!

Lettera firmata
05 gennaio 2010


fonte: milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/10_gennaio_5/lettera-studentessa-bocconi-sieropositiva-aids-contagio-16022458050...
rosarossa79
00martedì 5 gennaio 2010 16:35
ha ragione quando dice che non se ne parl..non abbastanza..quasi come se fosse una malattia come le altre...
ma per questa non c'e cura per ora
cherubina_g
00martedì 22 giugno 2010 18:03
Oggi parlavo con una ragazza in università mi faceva notare la scarsa informazione che abbiamo sull'aids, mi diceva appunto che sappiamo cos'è questa malattia, ma sottovalutiamo spesso il rischio di contagio. Diceva che manca informazione nelle scuole, ma anche nel mondo adulto. Il mondo sembra aver fatto un passo avanti, ma in realtà siamo ancora indietro, pochi usano il preservativo.. insomma è la realtà che ci rappresenta..
_Stellamarina_
00mercoledì 23 giugno 2010 18:41
POca pubblicità, come fosse vergognoso farla. Purtroppo ci lasciamo prendere da cose ben più banali e trascurisamo talmnte tante altre cose dannose da risultare una manica di ignoranti ... eppure a volte sembra andar bene così ...
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