Il riposo si può anche immagazzinare
Se sappiamo di avere davanti a noi un periodo duro, in cui saremo costretti a rinunciare alle giuste ore di sonno, possiamo giocare d'anticipo e cercare di coccolarci con qualche ora di riposo extra, da immagazzinare in vista dei tempi duri. Insomma, anche il sonno si può capitalizzare e depositare, per così dire, in banca in modo da disporre di un gruzzoletto extra di cui fare uso in seguito, quando ne avremo necessità.
La possibilità di accumulare una dose extra di riposo da utilizzare "rompendo il salvadanaio" nei momenti in cui si dorme meno è stata studiata di recente da Tracy Rupp del Walter Reed Army Institute of Research di Silver Spring. Dalla ricerca, pubblicata sul Journal of Sleep Research, è emerso che il fatto che depositare un po' di sonno extra da utilizzare successivamente è possibile e utile. Si tratta di una strategia che potrebbe essere messa a frutto soprattutto da chi svolge un lavoro impegnativo e pericoloso, o anche da chi si accinge a un'impresa difficile. Lo studio contraddice in parte un altro recente lavoro, secondo cui il debito cronico di sonno è difficile da sanare: in altre parole, per chi si è trovato a fare le ore piccole per molti giorni e ad accumulare troppa stanchezza, sarà difficile recuperare l'arretrato con qualche dormita di 10-12 ore. Il nuovo studio sembra invece aprire qualche spiraglio in più, grazie a una strategia di anticipo anziché di recupero.
I ricercatori hanno arruolato un gruppo di persone, chiedendo a una metà di loro di andare a dormire alle nove di sera per una settimana, anticipando cioè di un paio d'ore l'ora abituale del riposo, mentre agli altri è stato chiesto di andare a letto come al solito. Dopo una settimana tutti i volontari sono stati "torturati" concedendo loro solo tre ore di sonno per notte nel corso di sette giorni consecutivi. Dopo aver contratto questo significativo debito di sonno le loro facoltà cognitive sono state sottoposte a una serie di test per valutare gli effetti della mancanza di riposo.
Gli studiosi hanno constatato che i soggetti che avevano "messo in banca" un gruzzoletto di ore di riposo extra risentivano meno della carenza sopportata nella settimana di privazione di sonno e le loro performance cognitive si erano meno deteriorate rispetto a chi aveva dormito come al solito. Allo stesso modo, il recupero successivo si è dimostrato più rapido. Dai risultati dello studio emerge dunque un'indicazione che può essere utile, quando sappiamo che ci attendono tempi duri e notti brave: accantonare qualche dormita in più, a scopo preventivo è possibile e utile: anche una pennichella ogni tanto può aiutare per aumentare il "gruzzolo" nel salvadanaio del sonno.
Ma ci sono indicazioni anche per quanto riguarda la qualità del riposo. Per addormentarsi prima, quando ci si corica e avere un sonno profondo e ristoratore, è buona abitudine alzarsi presto al mattino ed esporsi il più possibile alla luce naturale nelle prime ore della giornata. E' questo il momento in cui è maggiore la luce di colore blu, che ha effetti benefici sulla regolazione del ritmo sonno-veglia. E questo vale soprattutto per i giovani. Lo sostengono i ricercatori del Rensselaer Polytechnic Institute's Lighting Research Center in uno studio pubblicato su Neuroendocrinology Letters. Gli esperti spiegano che l'esposizione alla luce diurna regola l'insorgere della melatonina, l'ormone che indica all'organismo quando è ora di andare a dormire. "Se non ci si espone alla luce del mattino - spiega Mariana Figueiro, principale autrice dello studio - si ritarda l'insorgenza della melatonina, l'ormone che segnala al corpo quando è notte" e il nostro fisico farà più fatica a capire quando viene l'ora del riposo.
tgcom