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Terremoto imminente?
Tra psicosi collettiva generata dalle voci che circolano sul web; molti sembrano temere la fatidica data dell'undici maggio duemila undici. Ma da dove nasce tanto timore e soprattutto c'è qualcosa di scientifico?
Non bastavano i problemi reali come il surriscaldamento globale, il pericolo di armi di distruzione di massa affidate ai capricci dei regnanti e agli occasionali equilibri geopolitici, arriva anche la minaccia di un terremoto devastante a rendere la vita più corta e l’esistenza precaria. E non avete nemmeno abbastanza tempo in caso, per costruire rifugi anti nucleari nel giardino, perché la data è vicina: 11 maggio 2011, luogo previsto Roma capitale. Ma da dove nasce tanto timore? Tutto comincia con un uomo, Raffaele Bendandi, detto anche l'uomo dei terremoti, che sosteneva di saper predire una scossa di terremoto basandosi sull'osservazione del movimento della Luna e dei pianeti, responsabili dei movimenti della crosta terrestre.
Ma quali sono stati i riscontri scientifici dei suoi metodi? Gli untori della psicosi collettiva che si sta diffondendo rapidamente dichiarano a gran voce che le sue previsioni sono state esatte in più casi: infatti predisse il terremoto della Marche nel 23 novembre 1923, data che fece registrare precedentemente ad un notaio di Faenza. Il terremoto effettivamente si verificò a Senigallia con due giorni di ritardo rispetto alla previsione, e pare che anche il terremoto del Friuli nel 1976 fu previsto dallo studioso.
Prima però che corriate a prenotare un volo per l’altra parte del mondo per la prima metà di maggio dovete sapere due cose fondamentali. La prima è che Bendandi, fece previsioni nell’arco di tempo che va dal 1914 al 1977 e con frequenza variabile nell’arco di questi sessantatre anni ha predetto terremoti ogni mese, a volte anche ogni settimana per un totale di 143 eventi sul territorio italiano e 167 nel resto del mondo. Il suo metodo di analisi non fu mai spiegato nel dettaglio e sempre avvolto da un alone misterioso, come certifica il breve studio condotto dal geofisico Cristiano Fidani sull’argomento Bendandi. Infine anche le previsioni identificano i luoghi delle scosse in maniera piuttosto vaga e imprecisa.
Non sarà che se in un arco così vasto di tempo e tappezzando quasi ogni settimana con previsioni di eventi catastrofici, con così poca distanza l’uno dall’altro, prima o poi avesse finito per azzeccarci ogni tanto? Sembra più un caso frutto di una programmazione di dati a tappeto che il risultato di qualità divinatorie speciali. La seconda cosa è che rileggendo le carte di Bedandi custodite dall’associazione la Bendiandiana di Faenza, nessuna previsione fa riferimento alla fatidica data. Tutti più tranquilli adesso?
Alessia Laudati - Nexta