Sakineh: dite a tutto il mondo che ho paura di morire

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cherubina_g
00venerdì 3 settembre 2010 09:42
Mi asusmo la responsabilità della discussione che sto per postare. Non ho consultato lo staff perchè credo che un forum frequentato da donne non può che sostenere la campagna contro la lapidazione di Sakineh Mohammadi Ashtiani.





Questa è la sua storia:

Sakineh Mohammadi Ashtiani fu condannata per la prima volta il 15 maggio 2006, da un tribunale di Tabriz, venne dichiarata colpevole per il reato di "relazione illecita" con due uomini in seguito alla morte del marito. Fu condannata a ricevere 99 frustate, e la condanna venne eseguita.[2] In seguito, nel settembre 2006 ricevette una nuova condanna quando un tribunale penale accusò uno dei due uomini per il coinvolgimento nella morte del marito di Mohammadi Ashtiani. Per questo venne condannata per adulterio mentre ancora sposata, e condannata a morte per lapidazione. Malek Ejdar Sharifi, capo della magistratura nella provincia di Azerbaijan ha detto che "La donna è stata condannata alla pena capitale per aver commesso omicidio e adulterio."[3][4] La Corte Suprema iraniana confermò la sua condanna a morte il 27 maggio 2007, che in seguito fu rinviata, solo un perdono dell'Ayatollah Ali Khamenei potrebbe impedire l'esecuzione[5]. Il 12 agosto 2010, è stato trasmesso dalla prigione iraniana Tabriz un programma televisivo di Stato che ha seguito la confessione di Ashtiani per adulterio e per il coinvolgimento nell'omicidio del marito. Il suo avvocato sostiene che sia stata torturata per due giorni prima del colloquio[6].

fonte: wikipedia
cherubina_g
00venerdì 3 settembre 2010 09:45
Tutt il mondo la sostiene, anche la nostra connazionale Carla Bruni che ha subito ripercussioni non indiffereenti. La realtà Iraniana è fuori dal mondo almeno agli occhi di ogni sostenitore dei diritti fondamentali dell'uomo.
La confessione della donna pare sia stata estorta con la violenza e probabilmente per questo priva di ogni fondamento. Parlarne forse non cambierà le sorti della donna, però non si può tacere e sento con tutta me stessa il bisogno di manifestare il mio dissenso.
rosarossa79
00venerdì 3 settembre 2010 13:23
spero vinca la sua battaglia davvero
rosarossa79
00sabato 4 settembre 2010 21:46
Iran, nuova condanna per Sakineh
Figlio:"99 frustate per foto su stampa"

Sakineh Mohammadi Ashtiani, la donna iraniana condannata alla lapidazione, ha subito una nuova condanna, questa volta a 99 frustate. La denuncia arriva dal figlio. "Per ragioni sconosciute, il London Times ha pubblicato, invece della foto di mia madre, quella di un'altra donna che non indossa il velo", spiega. "Per questo mia madre è stata accusata di diffondere la corruzione e l'indecenza, divulgando l'immagine di una donna senza velo".
Iran, nuova condanna per Sakineh

Sajjad Ghaderzadeh, il figlio della donna, ha diffuso una lettera aperta per denunciare quanto sta accadendo in Iran. Nella missiva, il giovane fa riferimento a un articolo pubblicato dal London Times il 20 agosto, in cui appare una foto errata della madre. "Dopo l'intervista del nostro avvocato, Javid Houtan Kian, al London Times, il legale ha inviato al giornale una foto di mia madre, scattata mentre lavorava nella clinica Arghavan della città di Oskou", continua a spiegare il figlio di Sakineh. "Pensavamo che la foto fosse stata pubblicata il giorno dopo, ma non avendo accesso al giornale, non abbiamo potuto verificare. Per ragioni sconosciute, il London Times ha pubblicato, invece della foto di mia madre, quella di un'altra donna che non indossava il velo. Non sappiamo come abbiano ottenuto questa foto, né a chi appartenga".

"Non siamo in grado di incontrarla dal giorno della sua intervista in tv - continua - Secondo informazioni giunteci dalle donne che sono state rilasciate la scorsa notte dal carcere femminile, la pubblicazione di questa foto ha dato alle autorità carcerarie una scusa per aumentare il loro accanimento contro mia madre". "E' stata convocata dal giudice che si occupa della cattiva condotta in carcere - aggiunge Sajjad - ed è stata condannata a 99 frustate". La donna, il cui caso è balzato all'attenzione dei media sollevando campagne internazionali contro la sua esecuzione, ha già subito una condanna a 99 frustate inflittele proprio di fronte al figlio all'inizio della sua vicenda giudiziaria, che riguarda un'accusa di rapporti fuori dal matrimonio e complicità nell'omicidio del marito.
tgcom
rosarossa79
00martedì 28 settembre 2010 12:37
Iran, Sakineh condannata a morte
Sarà impiccata per accusa d'omicidio

Il procuratore generale iraniano, Gholam-Hossein Mohseni-Ejei, ha annunciato la condanna a morte di Sakineh Mohammadi Ashtani, accusata di adulterio e di complicità nell'omicidio del marito. La donna, secondo i media locali, è stata condannata per il secondo dei due capi d'imputazione: Sakineh non sarà dunque lapidata ma impiccata. Ma il portavoce del ministero degli Esteri precisa: le procedure legali non sono finite.
Iran, Sakineh condannata a morte

"Secondo la legge attuale, la sua condanna a morte ha la precedenza sulla punizione" per l'adulterio, ha detto il procuratore generale.

Due settimane fa la sentenza di morte tramite lapidazione era stata sospesa. I giudici avrebbero poi valutato l'accusa per concorso in omicidio. Oggi l'annuncio del procuratore generale.

Il portavoce degli Esteri: processo non ancora finito
"Le procedure legali non sono concluse, un verdetto sarà deciso quando saranno terminate", ha detto però il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Ramin Mehman-Parast, a proposito di Sakineh. Una precisazione che è seguita all'annuncio, da parte del procuratore generale, della condanna della donna all'impiccagione.

"Italia intervenga"
Sajjad Ghadarzadeh, il figlio di Sakineh Mohammadi-Ashtiani, ha chiesto l'intervento del governo italiano affinché impedisca che venga eseguita la condanna a morte per adulterio nei confronti della madre.
tgcom
+cecily+
00martedì 28 settembre 2010 12:52
Personalmente sono contro la pena di morte, qualsiasi reato vada punire. E propio per questo vorrei che si riflettesse su questo articolo.



Le colpe, come le persone, iniziano a esistere se qualcuno se ne accorge
(di Simona Lancioni*)


Abbiamo scelto di citare un recente libro di Michela Murgia (“Accabadora”), per intitolare questo articolo, dove si parla di Teresa Lewis - donna con disabilità mentale condannata a morte il 23 settembre negli Stati Uniti - dell'iraniana Sakineh Mohammadi Ashtiani - la cui esecuzione sembra sia stata per il momento sospesa - e di una giovane nigeriana, Faith Aiworo, che dopo essere stata espulsa dall'Italia - dove aveva già avviato richiesta di asilo politico - è stata rimpatriata nel suo Paese e ora attende l'esecuzione capitale. Storie da porre presumibilmente sullo stesso piano, ma che hanno suscitato e suscitano echi completamente diversi negli organi d'informazione e presso l'opinione pubblica

Volto di donna seminascosto da una mano su un vetro
Il 23 settembre è stata eseguita la sentenza di Teresa Lewis, la donna con disabilità mentale condannata a morte negli Stati Uniti d’America (in Virginia) con l’accusa di aver commissionato un agguato al marito. Agguato nel quale morirono sia quest’ultimo, che il figliastro. A nulla è servito far notare che Teresa, proprio a causa della sua disabilità, ben difficilmente avrebbe potuto persuadere altre persone a commettere quel reato. Irrilevante è stata anche l’incongruenza della Sentenza con le dichiarazioni rilasciate dagli autori materiali del reato: in esse si chiariva che la mente dell’agguato non era Teresa, ma uno degli autori stessi [di tale vicenda il nostro sito si è occupato con numerosi articoli, il più recente dei quali è disponibile cliccando qui, N.d.R.].
Ora, mentre Teresa riposa in pace, possiamo continuare a seguire l’altrettanto triste vicenda di Sakineh Mohammadi Ashtiani, la donna iraniana condannata alla lapidazione per il reato di adulterio, attualmente rinchiusa nel braccio della morte in Iran.

Oltre l’inaccettabile violazione dei diritti umani che la pena capitale porta con sé, ciò che colpisce nelle due vicende è la diversa rilevanza riscontrata nella divulgazione di due notizie che, a nostro parere, andrebbero poste sullo stesso piano. Grandissimo risalto alla vicenda di Sakineh, enfasi decisamente sottotono per quella di Teresa. Perché? Perché l’Iran è considerato "nemico dell’Occidente", mentre gli USA l’Occidente lo incarnano ed è decisamente più semplice prendersela con i nemici che con gli amici, anche quando entrambi si macchiano degli stessi crimini.

In questi giorni il sito Il paese delle donne on line ha pubblicato un appello per salvare Faith Aiworo, una nigeriana condannata all’impiccagione per essersi legittimamente difesa di fronte a un tentativo di stupro.
Sino a poco tempo fa Faith era in Italia, dove aveva già avviato una richiesta di asilo politico. Ma a luglio il nostro Governo, incurante della situazione, ha espulso Faith rimpatriandola in Nigeria, dove è stata incarcerata e attende l’esecuzione della sentenza di morte.
Inutile dire che le notizie su questa vicenda sono ancora più esigue di quelle sul caso di Teresa… prendersela con se stessi è ancora più difficile che prendersela con gli amici.
Nel suo ultimo romanzo (Accabadora, Torino, Einaudi, 2009), Michela Murgia ha scritto che «le colpe, come le persone, iniziano a esistere se qualcuno se ne accorge». Il timore è che il nostro Paese, pur di non ammettere le prime, sia disposto a passare sopra alla vita delle seconde.


Fonte
rosarossa79
00lunedì 11 ottobre 2010 15:53
SAKINEH: ARRESTATI IL FIGLIO E L'AVVOCATO




(AGI) - Roma, 11 ott. - Le autorita' iraniane hanno arrestato il figlio e l'avvocato di Sakineh Mohammadi Ashtiani, la donna di 43 anni condannata alla lapidazione per adulterio e concorso in omicidio. Il ventenne Sajjad Qaderzadeh, e il suo avvocato Javid Hutan Kian, sono stati arrestati domenica sera, intorno alle 19, insieme a due giornalisti tedeschi nella citta' di Tabriz: le forze di sicurezza iraniane hanno fatto irruzione nello studio del legale dove era in corso un'intervista con i due reporter tedesch. Dopo l'arresto non si e' avuta piu' alcuna notizia dei quattro e non e' chiaro dove siano stati portati. L'incertezza sulla loro sorte si aggiunge a quella per Sakineh, la donna condannata per adulterio alla lapidazione, pena poi convertira poi nell'impiccagione per concorso nell'omicidio el marito. Nei momenti concitati del blitz uno dei due giornalisti era al telefono con Mina Ahadi, portavoce del Comitato Internazionale contro la Lapidazione e la Pena di Morte. E' stato lo stesso Mina Ahadi a raccontare che il giornalista ha interrotto bruscamente la comunicazione quando le forze di sicurezza hanno fatto irruzione nell'ufficio. Da qual momento Nina Ahadi ha tentato per varie ore di rimettersi in contatto con loro, ma senza successo: "Da allora i cellulari di Sajjad, Hutan Kian, e dei due giornalisti tedeschi risultano irraggiungibili", ha riferito a Le Monde. Gli arresti non sono stati confermati dalle autorita' iraniane e la Farnesina ha fatto sapere di aver allertato rappresentanti diplomatici in loco per cercare di saperne di piu'. Ma a conferma del nervosismo delle autorita' iraniane, si e' saputo che il governo di Teheran ha deciso di espellere il corrispondente di El Pais a Teheran, Angeles Espinosa; e dato due settimane di tempo al cronista, in prima linea nella campagna mediatica a difesa di Sakineh, perche' lasci la repubblica islamica. Espinosa era gia' stato arrestato a Qom nel luglio scorso dopo un'intervista a Ahmad Montazeri, il figlio del grand'ayatollah dissidente morto l'anno scorso.
Raul2088
00martedì 12 ottobre 2010 10:30
io sono del parere che se loro hanno questa cultura noi non possiamo farci nulla
cherubina_g
00venerdì 10 dicembre 2010 09:45
Sakineh, Iran smentisce liberazione
"Portata a casa per un programma tv"

La televisione iraniana ha smentito il rilascio di Sakineh, la donna condannata alla lapidazione per adulterio e in attesa di sentenza in un processo per l'uccisione del marito. La notizia della liberazione era stata data dal Comitato internazionale contro la lapidazione, con sede in Germania. PressTv precisa che la donna è stata portata nella sua abitazione solo per realizzare una "ricostruzione video dell'omicidio sulla scena del delitto".
Sakineh

Il rappresentante del Comitato in Italia aveva detto che Sakineh e suo figlio, Sajjad Ghaderzadeh, anch'egli arrestato nell'ottobre scorso, erano stati visti nel cortile della loro casa di Tabriz, nel nord-ovest dell'Iran. La televisione PressTv aveva effettivamente diffuso fotografie di Sakineh e del figlio nella casa. Ma "contrariamente ad una vasta campagna di propaganda da parte dei mezzi di informazione occidentali secondo cui l'assassina Sakkineh Mohammadi-Ashtiani è stata rilasciata - spiega sul suo sito PressTv - una nostra equipe televisiva, ha concordato con l'autorità giudiziaria di seguire la Ashtiani nella sua abitazione per produrre una ricostruzione video dell'omicidio sulla scena del delitto''.

Il Comitato internazionale contro la lapidazione aveva annunciato il 2 novembre scorso anche l'impiccagione per il giorno dopo di Sakineh.

fonte: www.tgcom.mediaset.it/mondo/articoli/articolo497871.shtml
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