Rito rom a Brescia, lei aveva 13 anni
Nel settembre scorso aveva sposato con rito rom un romeno di 21 anni, poi si era rivolta ai medici preoccupata perché il marito era affetto da Aids. E' venuta fuori così la vicenda, accaduta a Brescia, di una "sposa bambina" romena di 13 anni. In manette sono finiti il 21enne e sua madre. Le accuse sono pesanti: riduzione in schiavitù e violenza sessuale.
La bimba era stata "affidata" dai genitori con un atto notarile fino al 2014 alla famiglia dello sposo. Un rito rom, celebrato in Romania, ma che ha consentito alla minorenne di arrivare a Brescia, dove da anni vive la famiglia del marito, arrestato dagli agenti della squadra Mobile di Brescia per violenza sessuale e riduzione in schiavitù. Un reato che il 21enne romeno ha commesso in concorso con la madre, anche lei arrestata all'alba su ordine di custodia cautelare.
A fine settembre, poco dopo il matrimonio, la 13enne arriva a Brescia. La prima segnalazione è di poco dopo, arriva dall'ospedale dove il 21enne è in cura per problemi di salute. La madre, preoccupata per eventuali complicazioni che potrebbero sorgere in caso di gravidanza, presenta la sposa-bambina al medico. Iniziano le indagini della polizia e arriva la prima perquisizione: la minore vive in uno stato di semiclandestinità, non frequenta la scuola e la sua presenza viene limitata agli occhi degli estranei. Un controllo dopo il quale la piccola viene iscritta a scuola, me le sue condizioni non migliorano.
Al compimento dei 14 anni, dopo un rapporto sessuale, la sposa-bambina va di nuovo dal medico, intanto gli elementi raccolti dagli agenti portano all'emissione del provvedimento in carcere. Per la 13enne arriva la liberazione: viene affidata a una comunità protetta. Difficile, invece, spiegare le accuse al 21enne e alla madre. Nell'ordinanza di custodia cautelare i reati contestati vanno dalla violenza sessuale alla riduzione in schiavitù. Si fa riferimento anche alla convenzione di Ginevra e alla violenza psicologica su una bambina costretta a crescere troppo in fretta. Nel 2008, sempre a Brescia, era stato scoperto un altro caso simile: un kosovaro di 21 anni aveva sposato una 12enne, dalla quale aveva avuto una figlia. Anche per lui erano scattate le manette.
Trento, 18enne in cella per amore di una 12enne
Una storia d'amore fra una ragazzina dodicenne e un diciottenne è finita con l'arresto del ragazzo per violenza sessuale, su disposizione della Procura di Trento. La vicenda è iniziata nell'autunno scorso quando i due studenti - lui kosovaro, lei trentina, entrambi in parte seguiti dai servizi sociali - si sono conosciuti all'interno dei gruppi di giovani che frequentano il parco S.Chiara di Trento. La ragazzina si sarebbe infatuata del ragazzo, uno studente delle superiori incensurato, il quale l'ha convinta ad avere un rapporto sessuale.
In seguito la ragazzina si è confidata con i genitori i quali, un mese fa si sono recati in questura a segnalare il fatto. Grazie a una serie di verifiche, la squadra mobile ha identificato il ragazzo, quindi la Procura di Trento ha emesso nei suoi confronti un'ordinanza di custodia di cautelare. Il ragazzo è finito così in carcere con l'accusa di violenza sessuale in quanto la legge, anche in assenza di violenza, prevede l'arresto obbligatorio quando è coinvolta una persona che non è in grado di intendere e di volere e sotto tutela dei genitori.
tgcom