Via Poma, condannato Raniero Busco

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rosarossa79
00mercoledì 26 gennaio 2011 20:21
tgcom
Corte d'Assise: "24 anni di carcere"

Raniero Busco, unico imputato al processo per l'omicidio di Simonetta Cesaroni uccisa il 7 agosto del 1990, è stato condannato a 24 anni di carcere. Lo ha stabilito la terza Corte d'Assise. Il pubblico ministero, Ilaria Calò, aveva chiesto l'ergastolo. Raniero Busco era stato iscritto nel registro degli indagati nel settembre del 2007 con l'accusa di omicidio volontario. Il 9 novembre 2009 era stato rinviato a giudizio dal gup Maddalena Cipriani.
Raniero Busco e la moglie - Foto LaPresse

Malore in aula per Busco, in aula si grida "no!"
Raniero Busco ha atteso la sentenza mano nella mano con la moglie Roberta. Subito dopo la lettura del verdetto, ha scosso la testa poi ha avuto un malore quasi accasciandosi sul fratello che, a quel punto, lo ha trascinato fuori dall'aula della terza Corte d'assise di Roma assieme alla moglie, tra la calca dei giornalisti. Alcuni amici e familiari hanno urlato "no, non è possibile. Dopo vent'anni non è possibile" quando è stata pronunciata la parola "condanna" e molti sono scoppiati in lacrime.

L'omicidio il 7 agosto 1990
Simonetta Cesaroni era stata uccisa, a 21 anni, con 29 coltellate, il 7 agosto del 1990 negli uffici di via Poma. Busco era l'unico indagato per il suo omicidio. Nessuna provvisionale è stata invece stabilita per il Comune di Roma.

Il dispositivo della sentenza
Ecco cosa si legge nel dispositivo della sentenza della Corte: "La terza Corte d'assise di Roma, visti gli articoli 533 e 535 del codice di procedura penale, condanna Raniero Busco alla pena di 24 anni di reclusione e al pagamento delle spese processuali. Dichiara il predetto interdetto in perpetuo e per la durata della pena dai pubblici uffici con sospensione dell'esercizio della potestà genitoriale. Condanna Busco al risarcimento del danno delle parti civili Paola Cesaroni, Anna Di Giambattista e il Comune di Roma da liquidarsi in separata sede".

Madre e sorella di Simonetta saranno risarcite
La Corte, presieduta da Evelina Canale, ha disposto che Busco risarcisca le parti civili in separata sede assegnando una provvisionale immediatamente esecutiva di 100mila euro per la sorella di Simonetta e di 50 mila per la madre.

Risarcimento anche per il Comune di Roma
"La macchia per la città non si cancella, ma avere il responsabile di questo omicidio aiuterà la città a superare l'affronto subito", ha detto Andrea Magnanelli, capo dell'avvocatura comunale di Roma. La sentenza della terza Corte d'Assise ha disposto un risarcimento per il Comune di Roma. Il Campidoglio aveva chiesto che fossero risarciti i danni di immagine provocati alla città, e in particolare a via Poma, strada del quartiere Prati dove si trovano studi legali e di professionisti come al tempo l'ufficio di Maurizio Costanzo. Una via che dal quel giorno di agosto è ormai legata all'omicidio efferato di Simonetta Cesaroni. "Non importa il non riconoscimento della provvisionale del comune, anche se non si può essere contenti per una vicenda come questa. La soddisfazione è che la città da ora in poi si sveglierù con un mistero in meno", conclude Magnanelli.

Lettera anonima: "Colpevole è tra i primi sospettati"
Alla cancelleria della Terza Corte d'Assise di Roma è stata recapitata una lettera anonima indirizzata al capo dell'avvocatura comunale, Andrea Magnanelli. Nella missiva, che fa riferimento alla causa sul delitto di via Poma, si legge: "Il colpevole è tra i primi sospettati".
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