William Shakespeare

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Frida07
00lunedì 26 gennaio 2009 16:39

Io amo st'omo [SM=g9522]



Sonetto 47

I miei occhi e il cuore son venuti a patti
ed or ciascuno all'altro il suo ben riversa:
se i miei occhi son desiosi di uno sguardo,
o il cuore innamorato si distrugge di sospiri,

gli occhi allor festeggian l'effigie del mio amore
e al fantastico banchetto invitano il mio cuore;
un'altra volta gli occhi son ospiti del cuore
che a lor partecipa il suo pensier d'amore.

Così, per la tua immagine o per il mio amore,
anche se lontano sei sempre in me presente;
perché non puoi andare oltre i miei pensieri

e sempre io son con loro ed essi son con te;
o se essi dormono, in me la tua visione
desta il cuore mio a delizia sua e degli occhi.
Frida07
00lunedì 26 gennaio 2009 16:39


"Se proprio devi odiarmi
fallo ora,
ora che il mondo è intento
a contrastare ciò che faccio,
unisciti all'ostilità della fortuna,
piegami
non essere l'ultimo colpo
che arriva all'improvviso
Ah quando il mio cuore
avrà superato questa tristezza.
Non essere la retroguardia di un dolore ormai vinto
non far seguire ad una notte ventosa
un piovoso mattino
non far indugiare un rigetto già deciso.
Se vuoi lasciarmi
non lasciarmi per ultimo
quando altri dolori meschini
avran fatto il loro danno
ma vieni per primo
così che io assaggi fin dall'inizio
il peggio della forza del destino
e le altri dolenti note
che ora sembrano dolenti
smetteranno di esserlo
di fronte la tua perdita."
Frida07
00lunedì 26 gennaio 2009 16:41


Amore non è amore se muta quando scopre un mutamento
o tende a svanire
quando l'altro s'allontana.
Oh no! Amore è un faro sempre fisso che sovrasta la tempesta
e non vacilla mai;
Amore non muta in poche ore o settimane,
ma impavido resiste al giorno estremo del giudizio;
se questo è errore e mi sarà provato, io non ho mai scritto,
e nessuno ha mai amato.
Frida07
00lunedì 26 gennaio 2009 16:42

[IMG]http://i42.tinypic.com/qz2m42.jpg[/IMG]
Frida07
00lunedì 26 gennaio 2009 16:43


Sonetto 128

Quando musica tu suoni, mia musica,
su quel beato legno che alle dita
gentili replica mentre conduci
la vibrante armonia che mi smarrisce,
quanto invidio quei tasti che in su e in giù
tenendo il cavo di tua mano baciano -
e dal raccolto le mie labbra escluse,
lì accanto, si fan rosse a tanta audacia.
Ben situazione e stato muterebbero,
purché tu le sfiorassi, con quei rapidi
in danza - e tu scorri sì che lieto
fai morto legno più che vive labbra.
Se tanta sorte hanno quegli sfrontati,
dà lor le dita, a me le labbra al bacio.
Frida07
00lunedì 26 gennaio 2009 16:44


Da Romeo & Giulietta

E così te ne vai, amore mio,
mio signore, mio sposo, mio amico,
mio tutto! Voglio avere tue notizie
ogni giorno dell'ora, sì, dell'ora,
ci sono molti giorni in un minuto...
Ahimè, a contare il tempo in questo modo,
chi sa quanti anni avrò
prima di rivedere il mio Romeo!

Frida07
00lunedì 26 gennaio 2009 16:45


Sonetto 141

In verità, io non ti amo coi miei occhi,
perché essi non vedono in te un mucchio di difetti;
ma è il mio cuore che ama quel che loro disprezzano
e, apparenze a parte, ne gode alla follia.

Né i miei orecchi delizia il timbro della tua voce,
né la mia sensibilità è incline a vili tocchi,
né il mio gusto e l'olfatto bramano l'invito
al banchetto dei sensi con te soltanto.

Ma né i miei cinque spiriti, né i miei cinque sensi
possono dissuadere questo mio sciocco cuore dal tuo servizio,
avendo ormai perso ogni sembianza umana,

ridotto ormai a schiavo e misero vassallo del tuo superbo cuore.
Solo per questo io considero la mia peste un bene:
Frida07
00lunedì 26 gennaio 2009 16:47


Dubita che le stelle siano fuoco, dubita che il sole si muova, dubita che la verità sia mentitrice, ma non dubitare mai del mio amore.


Dall'Amleto
wulfgar68
00lunedì 26 gennaio 2009 23:04
Grazie Frida carissima [SM=g7255] , anche io lo adoro... [SM=g8920] [SM=g8884] [SM=g8902]
Frida07
00martedì 24 febbraio 2009 12:37
Sonetto XVIII


Dovrei paragonarti ad un giorno d'estate?
Tu sei ben più raggiante e mite:
venti furiosi scuotono le tenere gemme di maggio
e il corso dell'estate ha vita troppo breve:

talvolta troppo cocente splende l'occhio del cielo
e spesso il suo volto d'oro si rabbuia
e ogni bello talvolta da beltà si stacca,
spoglio dal caso o dal mutevol corso di natura.

Ma la tua eterna estate non dovrà sfiorire
né perdere possesso del bello che tu hai;
né morte vantarsi che vaghi nella sua ombra,

perché al tempo contrasterai la tua eternità:
finché ci sarà un respiro od occhi per vedere
questi versi avranno luce e ti daranno vita.

cherubina_g
00mercoledì 7 aprile 2010 10:00
Re:
Frida07, 26/01/2009 16.42:


[IMG]http://i42.tinypic.com/qz2m42.jpg[/IMG]



già me lo chiedo anch'io chi sei tu...


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