la calma della domenica...

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drittoinvena
00venerdì 3 giugno 2011 10:09
Il mondo continua a girare
Ed io appoggiato al cesso prendo a vomitare
Tutto si muove troppo veloce
Tutto
Le macchine
Le nuvole
Le siepi e le panchine
I palazzi e l’intero creato
Tutto gira troppo veloce per potergli stare dietro
Le mode del vivere
Le droghe tra le mani
I satelliti gettati nel futuro
Chiudo la porta e tutto si ferma
La calma del vuoto che torna in casa
I soliti testimoni di geova della domenica
Mi ributto sul divano
E riprendendo a ciucciare dalla bottiglia del verdicchio
Oscillante mi accendo una sigaretta
Faccio quattro boccate ed ancora qualcuno suona al cancello
Apro la porta
I gatti scappano dal pianerottolo
Ancora quei missionari in giacca e cravatta
Uno dei due porta dei sacchetti con dei libricini dentro
Mi sorridono chiedendomi se possono lasciare degli opuscoli
Gratuiti ovviamente
Che parlano del vero dio da chiamare in caso di bisogno
Barcollo assonnato sull’uscio
Gli sorrido e loro contraccambiano
Scuotono il capo come i lottatori di sumo primo dell’incontro
-:Aspettate un attimo,vi apro la porta!:-
Entro dentro
Afferro la doppietta appesa al muro
La controllo
E carica
Calmo mi riaffaccio fuori con il fucile puntato verso il basso
Mi guardano
Sgranano gli occhi in un vedere incredulo
Prendo la mira e gli urlo
-:Vi ho detto mille volte che non dovete rompermi i ciglioni con le vostre cazzate!:-
Non si mossero dal fissarmi
Vidi le loro gambe piegarsi sui lati
Alzarono le mani e presero a fare il movimento contrario al primo con la testa
Quello del no
Di scatto puntai alle nuvole e feci partire un colpo
In un secondo tornai a guardare i due
Spariti nel nulla
Mentre le quattro buste piene di giornalini giacevano in terra davanti al cancello
Richiusi la porta e tornai a sedere sul divano
Passarono decine di domeniche senza che nessuno suonasse al citofono
Delle volte bisogna ricorrere alla violenza per trovare la pace
Neppure più il postino suonava per consegnare le lettere
Le lasciava scivolare sotto il cancello
E quelli dell’enel che venivano a leggere il contatore
Scavalcavano il recinto
Nessuno che ti rompe le palle
Se ti pensan matto!
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