lorenzo....

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drittoinvena
00sabato 22 gennaio 2011 08:38
L’elicottero della polizia volava lento e basso sui tetti dei palazzi
Decine di pattuglie giravano per il quartiere illuminando a giorno ogni viicolo con i loro proiettori
Lorenzo saliva veloce la collina attraversando il bosco di faggi,guardava l’elicottero che si faceva lontano,le luci,la città,il caos erano tutti lontani
Si passò una mano tra i capelli e si sedette cominciando a contare le luci blu che vedeva
Tutta quella gente cercava lui!
Tutto quel casino per lui!
Infondo aveva solo ucciso un’uomo
Che c’è di tanto clamoroso?
Ogni giorno qualcuno uccide qualcun’altro,e non penso che succeda sempre questo casino!
Passarono alcune ore,Lorenzo si sentiva stanco e affamato
Le luci blu si erano spostate verso il centro,la luna era coperta da una sottile nebbia mentre riscendeva dal bosco,la testa pesante e gonfia di pensieri,in tasca venti euro e un coltello sporco di sangue,nel cuore l’immagine del centro dei suoi problemi.
Si fermò al primo bar e prese due panini e una bottiglia di vino rosso,guardò per qualche istante la vecchia televisione del locale sintonizzata su un’Tg,non parlavano di lui,e riprese la strada per la collina,non pensava più alla polizia,voleva un posto dove poter dormire
Voleva svegliarsi l’indomani credendo che aveva fatto solo un brutto sogno
Scolò la bottiglia d’un fiato subito dopo aver mangiato i panini al prosciutto,i suoi preferiti,guardava le travi di legno della vecchia casa in cui s’era rintanato,pensava a come poteva essere appena costruita,con i giovani padroni appena sposati,felici e spensierati,e poi la guerra,la fame e le morte.
Accese una sigaretta e s’affacciò sull’uscio senza porta,vide che il mondo andava al solito avanti anche senza lui,che poteva fare?doveva trovare una scappatoia da quell’inferno.
Le luci delle volanti non si stancavano ancora di girare per la città,l’elicottero era lì nel cielo con quel suo faro che sembrava un ufo che sparava raggi laser sulla terra,pensava a quello che aveva fatto e perchè,pensava a quello che doveva ancora venire e sè ne valeva la pena.
Si guardò le mani e iniziò a piangere,un sentimento puro aveva ucciso la sua vita,e lui spezzata quella dei suoi problemi
Aveva da tempo pensato al suo gran finale,e quella sembrava l’occasione giusta,sapeva che non poteva durare,sapeva che l’avrebbero preso era solo questione di tempo.
Guardò la sua ultima luna da uomo libero,qualche lacrima gli colava leggera sulle guance,strinse il nodo dietro la nuca,chiese perdono per i peccati che gli vennero in testa,guardò sua madre dietro una stella e saltò verso il pavimento.
I suoi piedi si fermarono a quaranta centimetri da terra,tremanti come quelli di un epilettico in piena crisi,spalancò la bocca ingoiando la lingua,gli occhi si gonfiarono quasi da uscirgli dalle orbite,le mani d’istinto presero la corda,ma inutilmente
Poco dopo pensolava con le braccia lungo i fianchi,girava lento oscillando da quella trave

rosarossa79
00martedì 25 gennaio 2011 14:38
Infondo aveva solo ucciso un’uomo
Che c’è di tanto clamoroso?


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