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Tutti noi, educati fin dall'infanzia secondo i principi della dottrina cristiana, siamo intrisi di un concetto della divinità trascendente la creazione, ossia di una divinità che dall'alto plasma giorno dopo giorno tutto l'universo da noi conosciuto, agendo dall'esterno come potrebbe fare un vasaio con una forma di argilla.

In alternativa a questa concezione, esiste la concezione immanente della divinità, in base alla quale il principio creatore è insito nelle cose esistenti e ne costituisce la ragion d'essere.

Si tratta di abbandonare l'immagine del vecchio barbuto che ci osserva per estendere l'idea stessa del Divino a tutto ciò che ci circonda.
Il Dio immanente esiste nel bicchiere di vino che stiamo per gustare, ma anche nella suola delle scarpe del nostro collega più antipatico, nella forza di gravità terrestre e nelle urla dei tifosi allo stadio.

L'immanenza è molto più difficile da accettare come concetto perché non permette di avere a disposizione in qualsiasi momento un'entità buona e saggia alla quale attribuire un nostro insuccesso.

Un simile Dio ci lascia liberi e autonomi ma anche soli e sperduti di fronte all'immensità dell'universo.


Credete voi in un Dio immanente o in un Dio trascendente?






Il cambiamento ha luogo quando superiamo un ostacolo alla volta!