00 18/06/2009 16:46
"Udo satollo se ne stava pancia all’aria sul tetto della baracca, sulla lamiera ondulata sembrava un tappetino strappato dal vento alla molletta, si godeva l’occhio del sole che ancora sbirciando fra le nubi lo aveva puntato e vedendolo buono e nero lo riscaldava. Lui immobile respirava appena per non turbare la quiete del meriggio, ma con le orecchie all’erta per sentire anche i passi dei ragni, seguiva lo svolazzo dei passeri che sui rami rappezzavano i ripari.
Sul fronte, lontano, l’artiglieria tuonava vibrando l’aria e Udo attraversato dalle onde gravi le restituiva acute, come un diapason; il suo "la" entrava nello zinco, ne percorreva le molecole e sotto, nella stanzetta chiusa, s’instaurava un concerto che sembrava troppo audace per somigliare alla mia radio accesa. E infatti l’ascoltava senza venirmi a cercare, a tratti accennava una percussione con la punta della coda e l’intreccio di suoni, che ne risultava sconvolto, s’imbizzarriva scuotendolo come se galleggiasse nella musica.
Era il più bel gioco che sapesse fare e il sole, che lo sapeva, era commosso come una madre che guarda il suo bambino, lanciava i raggi che si frantumavano sul suo pelo e le scintille lo circondavano, violette, blu, rosse. Udo con un breve sospiro le muoveva e poi le ingoiava, le sentiva dentro di sé mischiarsi alle onde sonore e quando le espirava erano diventate note colorate che brillavano e suonavano insieme."

L'amore è... Udo che muore fra le mie braccia, il mio gattino nero che ha dormito dentro la mia scarpa, è cresciuto, è invecchiato e se n'è andato in silenzio.
Scusate, se sono o.t. cancellate, quell'immagine che ho descritto è il più bel ricordo che ho di lui, meglio di una foto.