Il tocco dei sacri bronzi ci avviso' che era giunto mezzogiorno .
" Torniamo a casa , non hai fame , non mangiate a mezzogiorno voi di citta' ? " . Disse mio nonno ridendo , la fame era tanta , ma ero preso nell' ammirare , accarezzandola , la superba preda della giornata , per capire come avesse fatto la Spinona a sentirla la annusai . Mio nonno se ne accorse e chiese . " E' buona , ti piace il suo profumo ? " .
Ed io : " Nonno non sa' di niente ! " . " Come di niente , sa' di boschi lontani , di funghi , di muschio . Sa' di albe e di tramonti rosati , sa' di ricordi , ormai sbiaditi , ma che tornano ben colorati ad ogni suo incontro . " Non so' che espressione del viso ebbi in quel momento , ma mia nonno guardandomi si commosse e disse quasi sottovoce :
" Se nel sangue che scorre nelle tue vene ce n' e' solamente una goccia del mio , un giorno sentirai anche tu il profumo della Beccaccia , la Maliarda Regina dei Boschi . " .
Fino a casa non parlo' piu' e io camminando dietro a lui venivo rapito dai zirli dei tanti Tordi che partivano dai cespugli , a volte accompagnati dalle risate di qualche Merlo , che sembrava volessero rimproverarci per averli disturbati nei loro lauti pranzi di succulente bacche . Ad un tratto , senza dir una parola , mio nonno indico' una vetta lontana , tutt' uno con le enormi rocce aguzze che gli facevano da trono dei maestosi Stambecchi immobili ci guardavano . La mia giovane mente penso' a loro come a dei guardiani della montagna . Un fischio lacero' questo lungo attimo di silenzio ed in un istante , allertati da una Marmotta , gli Stambecchi con degli incredibili salti sparirono .
Aprendo l' uscio il nonno con un sospiro disse :" Ora dovremo accontentarci del poco che sa' preparare uno scarso cuoco quale io sono , tua nonna preparava degli squisiti manicaretti , ma e' piu' di un quarto di secolo che mi ha lasciato ..." . Dopo anni seppi' la verita' , mia nonna giovane madre di due figli ancora bellissima e fresca , come lo possono essere le donne di montagna , scappo' con un ricco alpinista austriaco , dopo alcuni mesi il gestore dell' osteria del paese vicino disse a mio nonno in che citta ed in che via si fossero rifugiati i due amanti clandestini , ma lui non turbo' mai la loro alcova . Ando' a vivere nella malga sulla montagna , affitto' a buon prezzo le due casette in paese e come un eremita da allora visse sull' alpe . Da quel triste giorno a tutti , ma soprattutto a lui stesso diceva che la sua adorata moglie era morta . Tornava in paese ogni sabato e spesso restava fino alla domenica sera , solo per far visita ai suoi due figlioli , Mario e Aida , mia madre , affidati a suo fratello Ernesto , farmacista ed a sua moglie Dirce , sposati da parecchi anni , ma senza figli .
Durante questo fine settimana dedicato alla prole , comprava poche vettovaglie e del tabacco da pipa , da sempre sua fedele ed immancabile compagna .
Il signor Carlo divento' " Il Barba " , poi passando , gli anni ,
" Il Vecchio Barba " . Un vecchio solengo rintanato nei suoi boschi , gentiluomo cacciatore e gaudente osservatore della Natura , mio nonno , che iniziavo a scoprire solo ora .
Fine terza parte
Roberto
l' inglese
[Modificato da l' inglese 07/08/2009 13:09]