00 03/11/2010 22:50
Per arrivare alla dimensione spirituale dell'Islam prima bisogna parlare un po' delle origini di questa religione e di cosa sia realmente il Corano oggetto e mezzo di culto. Quindi necessita una visione d'insieme del popolo arabo. Temo pertanto che si debba partire dalla notte dei tempi.
Dunque: Adamo ed Eva …..... Non centrano per niente [SM=g1839933]. Non ci fate caso, sono un burlone.
Però: Come si è conservato e trasmesso nei secoli il Corano? Quale versione di esso è giunto fino a noi? Ci sono state sicuramente delle manipolazioni più o meno involontarie e quindi è veramente difficoltoso ragionare partendo dal concetto di purezza integrale del testo coranico, sulla quale i musulmani non ammettono discussioni. La predicazione del profeta avvenne tra il 610 e il 632, non in maniera diretta bensì per mezzo di una voce, che i musulmani dicono essere quella dell'arcangelo Gabriele (preso in prestito dal vecchio testamento). Alcuni seguaci di Muhammad (il profeta Maometto), ritennero a memoria brani della rivelazione. Taluni si specializzano addirittura nel lavoro di mandare a memoria i testi del Corano, aiutandosi con grafie rudimentali e scrivendo i loro testi su pezzi di cuoio, su rottami di coccio, su nervi di palma, su costole di cammello (soprattutto scapole), oltre che su tavolette. Si formarono, è naturale, raccolte o collezioni individuali, con letture e tradizioni differenziate. Ecco quindi la prima origine delle discrepanze successive che rende difficile ragionare in modo univoco. La tradizione narra che quando giungeva una rivelazione, Muhammad la recitava subito in un'assemblea di uomini fedeli, poi in un'assemblea di donne. Esse dunque erano tenute in considerazione ben diversa rispetto ad oggi. Chiamava quindi uno scriba per dettargli il testo rivelato (pare che Muhammad fosse analfabeta) e invece di una codificazione meccanica per ordine cronologico, riuniva i passi secondo il senso e l'argomento. Ad ogni nuova rivelazione precisava il posto esatto del nuovo frammento nella totalità del testo. L'insieme globale dei versetti di un capitolo. Il concatenamento di un capitolo con gli altri, verrebbe, in ultima analisi dallo stesso Muhammad che infine chiedeva ai suoi fedeli di imparare i testi a memoria per la necessità del culto. In tal modo la memoria veniva aiutata e corretta dal testo scritto (l'arte dello scrivere, poco nota a Medina, lo era abbastanza alla Mecca) e al tempo stesso eventuali errori di copisti venivano corretti da coloro che avevano appreso il testo a memoria. Inoltre il profeta esigeva, sempre stando alla tradizione, che ogni principiante facesse i suoi studi coranici sia presso di lui, che presso qualche discepolo. Dettatura, studio a memoria, controllo di un maestro erano le caratteristiche per diventare hàfiz, ovvero colui che conosce tutto il Corano a memoria. Piccola divagazione: in Turchia, nazione notoriamente laicizzata, nel 1965 esistevano circa 150.000 hàfiz. Della tradizione accennata, tuttavia non c'è troppo da fidarsi, essa sembrerebbe destinata a dimostrare l'ipotesi che durante la sua vita Muhammad si sia occupato di fissare il Corano per iscritto, completamente, mentre non ne siamo affatto sicuri, anzi! Le considerazioni sono:
a) Per Muhammad e i contemporanei, era considerato sacrilegio pensare di “Trasportare” sulla terra una copia della scrittura “ben guardata" in cielo. Tutt'oggi non azzardatevi a chiamare il Corano “libro” perché i musulmani lo chiamano “rivelazione” e si offenderebbero a morte.
b) Sarebbe stata concessa troppa fiducia alla memoria, pensando che essa da sola sarebbe bastata a trasmettere il testo coranico di generazione in generazione.
c) La mentalità arabo-semita, assorbita in genere dai problemi della immediatezza concreta, non anticipa né si preoccupa del futuro.
d) Nessuno ha pensato di costituire un corpus coranico, perché nessuno sentì la necessità di farlo con Muhammad in vita.
e) Tale necessità, fu sentita solo dal primo successore di Muhammad. La storia della prima stesura del Corano appare quindi confusa, misteriosa, inafferrabile.
La conosciamo non dal di dentro, ma dal di fuori. Utilissimi a tale riguardo sono i detti di Muhammad che commentano passi del Corano e indicano elementi nuovi o sciolgono difficoltà interpretative … sempre che l'interpretazione sia di gradimento. Con il profeta in vita, gli scribi furono 15, più 4 memorizzatori. A questi 4 se ne aggiunsero altri 3 durante la fuga a Medina. La tradizione vuole che anche una donna fosse una hàfiz. Alla Morte del Profeta, quindi, solo 8 persone conoscevano il Corano a Memoria.

Dato che le cose lunghe annoiano, propongo di chiudere la puntata, anche per darmi il tempo di riordinare le idee.
A presto.