00 06/11/2010 19:10
L’evoluzione del testo Coranico, a mio avviso, è importante per capire quanto, in definitiva, sia attendibile oltre che comprensibile nella sua logica.

Alla Morte del Profeta si contavano già parecchie migliaia di fedeli i quali però non conoscevano, del Corano, che frammenti più o meno lunghi, giusto sufficienti per la preghiera quotidiana.
Questi frammenti furono raccolti utilizzando una ortografia fonetica assai capricciosa. Se a ciò si aggiunge, come già detto, la precarietà del sistema grafico usato, si giunge a una duplice conclusione
1. la decifrazione di quei testi rimaneva criticamente assai incerta
2. soltanto la recitazione a memoria e ad alta voce permetteva di giungere a una decifrazione decente.
Con il califfo successore di Maometto si ebbe una prima recensione del Corano che si potrebbe definire, in termini moderni, una bozza del testo definitivo.
Il califfo, era preoccupato delle divergenze testuali, temendo che, con la morte degli huffàz, il testo integrale scomparisse o si corrompesse.
Secondo la tradizione che fu imposta ai posteri, il califfo chiamò un giovane che era stato scriba di Muhammad incaricandolo di riunire tutto il materiale esistente e di ricopiarlo su pergamene. Egli non avrebbe dovuto fidarsi della sola memoria, ma avrebbe dovuto chiedere ai musulmani di portare i frammenti autenticati, della lettura fatta davanti a Muhammad inoltre, per ciascuno dei versetti, avrebbe dovuto esigere almeno due attestazioni per iscritto che ne confermassero la verità. Ai testi così raccolti, avrebbe dovuto aggiungere frammenti della rivelazione che soltanto la memoria di taluni fedeli possedeva ancora. È evidente che, rimangono non pochi interrogativi inquietanti su questa trasmissione dove, su un sottofondo di verità, (la ricostruzione di un Corano quanto più possibile autentico) si sono imbastite piccole leggende.
II giovane scriba, lavorò bene e stese una prima lettura ufficiale ma nel frattempo, altre recensioni parallele continuarono a circolare.
Una seconda recensione, più raffinata, porta il nome del terzo califfo post Maometto. Egli decise di dare una versione unica al testo sacro. A partire dalla prima raccolta e completandola con altre raccolte, formò una commissione di quattro membri: uno della città di Medina e tre della Mecca. In caso di dubbio, doveva prevalere la lingua (dialetto) della Mecca perché era in quella logosfera che il corano era stato “rivelato”.
Decise numero e ordine dei capitoli, li divise in versetti non numerati, ne inviò una copia alla Mecca, a Bassora, a Kufa, a Damasco, ovvero le città-chiave del neo-impero islamico. Fece distruggere gli tutti gli altri appunti come non degni di fede, ma i vecchi musulmani influenzarono la lettura del testo definitivo, differenziandole.
La terza recensione del Corano, avvenne nel pieno splendore dell'impero arabo. Il califfo desiderava rinforzare il potere centrale e unificare le forze dell'impero spezzando all'interno ciò che avrebbe potuto ostacolare la realizzazione della sua politica di accentramento. La lingua araba diventò lingua ufficiale.
La vocalizzazione ufficiale faceva ‘si che il testo sacro non si potesse leggere in modo arbitrario
In tale modo, i fedeli avevano una metodologia sicura di lettura ed erano certi di non tradire il senso del messaggio sacro. Tuttavia si tollerarono parecchie vocalizzazioni (letture) di cui ciascuna si riallacciava, ad un lettore compagno di Muhammad.
Dato il numero crescente di queste letture (e interpretazioni), si crearono le "scuole di lettura coranica" nel numeri di 7 nelle città di Medina, Mecca, Bassora, Damasco, e Kufa.
Altre fonti parlano di ulteriori 3 scuole a Medina, Bassora e Kufa.
Ma non è finita perché c’è chi vi aggiunge ancora quattro scuole fra Bassora e Kufa.
Appare evidente che le cose non erano affatto chiare.
Particolarmente importante per il testo coranico che oggi circola tra le mani delle popolazioni islamiche è che si tratta della versione derivante da una delle scuole di Kufa.
In seguito ci furono ulteriori rielaborazioni ma solo nel 1923 (1342 per l’Islam), sotto il patrocinio del re Fu'àd I d'Egitto, la Biblioteca Nazionale del Cairo iniziò la pubblicazione critica di un Corano eccellente.
Si tratta di un testo di impeccabile presentazione e di precisione ineguagliabile (a detta dei musulmani) destinato ad avere per i fedeli un compito eguale a quello delle edizioni critiche della bibbia per i cristiani.
Rimane il fatto che questa ultima versione deriva principalmente dalla scuola di Kufa, una delle 14, ma le altre in cosa si differenziavano?
Purtroppo oggi non è dato di sapere poiché gli eventi bellici e colonialisti dei 100 anni precedenti al 1923, hanno fatto portato alla perdita e/o alla distruzione delle rare edizioni precedenti.