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Il culto buddhista non è organizzato da una struttura gerarchica. I buddhisti venerano alcune divinità, ma le ritengono inferiori al Buddha che ogni mattina invocano così:

- mi rifugio nel Buddha

- mi rifugio nel Dharma (=dottrina)

- mi rifugio nel Sangha (=comunità)

che sono i tre Gioielli per raggiungere la liberazione e la liberazione celeste. Di fronte alle statue di Buddha, che sono numerosissime sia all’aperto che nelle pagode, il fedele si inchina, si inginocchia e si prostra. Prega, ma, accoccolato e a gambe incrociate, preferisce meditare. Riflette sulla propria vita, confessa il male che può aver fatto, promette di evitare la menzogna, l’uccisione di esseri viventi, di non prendere ciò che non è stato donato, di non commettere azioni impure, di non bere bevande inebrianti.

Sono questi i cinque precetti fondamentali di ogni buon buddhista. Standosene del tutto immobile, ripetendo brani dei testi sacri, cerca di allontanare dalla mente ogni pensiero, trascendendo il mondo, fino a raggiungere uno stato perfetto di pace e di serenità.

Non esistono cerimonie o rituali fissi, non c’è nessuno che possa costituirsi intermediario tra Dio e gli uomini, offrire sacrifici e assolvere dai peccati. Nessuna delle 227 regole del Patimokka, prezioso documento della disciplina monastica, impone una fede, un dogma.

Esistono delle feste stagionali, come quelle del novilunio e del plenilunio, durante le quali si radunano folle enormi per commemorare gli avvenimenti della vita di Buddha e celebrare l’inizio o la fine della stagione delle piogge.

In Cina e in Giappone il Buddhismo ha assimilato rituali e feste legate alle tradizioni storiche locali, ma la connotazione più importante rimane la meditazione. Legata ad essa si sviluppa quella corrente Zen che anche noi occidentali conosciamo e che dà grandissima importanza alla meditazione e all’intuizione. Per questo l’arte diviene la via maestra dell’illuminazione (culto della poesia, della pittura, del tè, dei giardini, dei fiori).


fonte






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- Prendi un piatto e tiralo a terra.
- Fatto.
- Si è rotto?
- Si.
- Adesso chiedigli scusa.
- Scusa.
- È tornato come prima?
- No.
- Adesso capisci?