A Pasqua maxi-stangata sulla benzina
In crescita per le festivita' le presenze in agriturismo
ANSA
ROMA - ''E' maxi-stangata di Pasqua sul fronte dei carburanti'': lo afferma il Codacons, che ha elaborato i dati relativi ai prezzi di benzina e gasolio, confrontandoli con i listini in vigore lo scorso anno nel periodo di Pasqua. ''Oggi la benzina ha toccato quota 1,419 euro al litro, mentre il gasolio arriva a costare 1,249 euro/litro. Lo scorso anno, in occasione delle vacanze di Pasqua, la benzina costava mediamente 1,214 euro/litro e il diesel 1,074 euro/litro. Visto che la matematica non e' un'opinione - afferma il presidente Codacons, Carlo Rienzi - i conti sono presto fatti: chi decidera' di partire per le vacanze di Pasqua, dovra' mettere in conto rispetto allo scorso anno un aggravio di spesa pari a 10,25 euro per un pieno di benzina, e 8,75 euro per un pieno di gasolio. Si tratta di aumenti stratosferici che peseranno come macigni sulle tasche degli automobilisti - prosegue Rienzi - Ancora una volta l'esodo degli italiani diventa l'occasione per rincari selvaggi alla pompa, a tutto beneficio delle compagnie petrolifere, dimostrando come nel nostro paese manchino del tutto strumenti in grado di limitare la crescita fuori misura dei listini, e controllare che l'andamento dei prezzi alla pompa sia in linea con le quotazioni internazionali del petrolio''.
ADOC: SI SPECULA SU VACANZE, IN UN MESE +6,6% A LITRO
Le vacanze di Pasqua ''rischiano di diventare un incubo per chi parte''. Lo afferma il presidente dell'Adoc, Paolo Pileri, ricordando che ''un litro di benzina costa il 16,9% in piu' dello scorso anno, per un rincaro di 10 euro a pieno. Solo nell'ultimo mese il prezzo di un litro di benzina e' aumentato del 6,6%, passando da 1,32 euro ad oltre 1,40 euro di oggi. Le speculazioni sulle vacanze oramai stanno diventando strutturali, dal 2007 ad oggi a ridosso delle partenze estive il prezzo di benzina e gasolio aumenta in modo repentino e immotivato''. In compenso - afferma Pileri - si spendera' meno a Pasqua per mangiare alcuni prodotti tipici: ''dentro l'uovo i consumatori troveranno una bella sorpresa quest'anno - commenta Pileri - i prezzi dei prodotti tipici pasquali, escluse le carni, sono in ribasso, dopo anni di crescita ininterrotta. Un uovo medio di marca, dal peso di circa 200-250 grammi, costa infatti il 9,8% in meno che il 2009, una colomba semplice il 7,5% in meno, per una spesa media di 4 euro. In calo anche il costo della pastiera (-6,2%) e dei carciofi violetti, che registrano un ribasso del 7,7%. Di conseguenza cala la spesa anche per il pranzo di Pasqua. Una famiglia di quattro persone risparmiera' circa il 2,9% in piu' rispetto al 2009. Un risparmio generato piu' che altro dalle scelte dei consumatori, piu' propensi a spendere meno ma meglio. Uniche note dolenti il rialzo delle carni. Un chilo di abbacchio costa il 9,4% in piu' dell'anno passato, il salame corallina e' aumentato del 2,7%''. Ma tornando alle 'dolenti note' sul prezzo degli spostamenti infine Pileri afferma: ''gli automobilisti gia' spendono, mediamente, oltre 2500 euro l'anno solo per i carburanti, un nuovo e ingiustificato rincaro e' inaccettabile. Crediamo, in questo senso, che sia necessario un taglio di 10 centesimi sia delle tasse che del prezzo del prodotto industriale ad opera dei petrolieri, per complessivi 20 centesimi''.
AGRITURIST: PRESENZE IN CRESCITA DEL 15%
Domanda di agriturismo in crescita con un recupero del 15% rispetto all'anno precedente nel periodo di Pasqua. E' la stima di Agriturist (Confagricoltura) che dichiara prenotazioni per poco meno di 350 mila presenze (70% sui 197 mila posti letto del settore per una media di 2,5 giorni), e un fatturato, compresa la ristorazione e i servizi ricreativi e culturali, di circa 60 milioni di euro. Le regioni piu' richieste restano, come lo scorso anno, Toscana, Campania, Lombardia, Lazio e Puglia; ma le vere sorprese della Pasqua 2010 sono Campania (che si lascia definitivamente alle spalle l'emergenza rifiuti) e Puglia, con un incremento di domanda nell'ordine, rispettivamente, del 25% e del 18%. La crisi continua a farsi sentire in Toscana e Umbria, che sono comunque le regioni a piu' alta densita' di offerta agrituristica. Fra le province, in evidenza, oltre a quelle campane, Siena e Roma. Per quanto riguarda la domanda estera, debole il riscontro da Germania (- 9%) e Gran Bretagna (- 21%) mentre crescono gli ospiti provenienti dalla Francia (+16%).
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- Prendi un piatto e tiralo a terra.
- Fatto.
- Si è rotto?
- Si.
- Adesso chiedigli scusa.
- Scusa.
- È tornato come prima?
- No.
- Adesso capisci?