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Che cos'è la fantasia?

Ultimo Aggiornamento: 23/01/2010 18:51
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30/06/2009 22:54
 
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E' un dono o una condanna? E a cosa serve?
Fa stare bene ma a volte fa anche stare male quando ti accorgi che non è praticabile. Quali sono i limiti della fantasia? E come si può applicare senza ricavarne delusioni?
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01/07/2009 11:54
 
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Re: E' un dono o una condanna? E a cosa serve?
basettun, 30/06/2009 22.54:

Fa stare bene ma a volte fa anche stare male quando ti accorgi che non è praticabile. Quali sono i limiti della fantasia? E come si può applicare senza ricavarne delusioni?




Caspita che bella domanda....
La fantasia.... vediamo un pò... per me la fantasia è quella capacita che ognuno di noi (chi più chi meno) possiede, la capacità di scorgere, trovare e vedere altre dimensioni oltre quella reale. Con la fantasia, creiamo, immaginiamo universi paralleli e il bello è che nessuno può portarcela via, anche se ti obbligano a non avere più fantasia, se ti legano le mani se ti bendano gli occhi... quella c'è sempre... con la fantasia, da bambini abbiamo imparato a crescere e a prendere contatto con la realtà quotidiana.
Fa stare male ??? NOn lo so ... potrebbe fare stare male se la fantasia ti porta a pensare cose irraggiungibili... ma se ci soffri non è più fantasia .. sono solo sogni irrealizzabili..
Per me la fantasia non ha limiti e soprattutto non DEVE assolutamente averne... io con la mia mente vago, esploro ... magari faccio ciò che nella vita non posso fare per un dato motivo .... purchè quella fantasia non si trasformi in una ossessione...a quel punto si rischierebbero delusioni cocenti... ma proprio perchè la fantasia si è trasformata in qualcosa di concreto....






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01/07/2009 12:12
 
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Re: E' un dono o una condanna? E a cosa serve?
basettun, 30/06/2009 22.54:

Fa stare bene ma a volte fa anche stare male quando ti accorgi che non è praticabile. Quali sono i limiti della fantasia? E come si può applicare senza ricavarne delusioni?




In sintesi: grande dono,tutti la posseggono,ma non tutti la "liberano".Serve per vivere,cosa sarebbe la vita senza fantasia..?? La fantasia difficilmente e' praticabile nella realta' sovrastrutturale(minkia che parolone,cosa vorra' dire poi...booo!!)se ti fa' stare male e perche' la mente a volte troppo geniale,cozza con altre un po' meno.Limiti...???? stai scherzando vero ? Nessuno !!! Per le delusioni? facciamole scivolare addosso !
Evviva la fantasiaaaa.....
Ciao Basettun,







Doublem
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01/07/2009 12:19
 
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Re: Re: E' un dono o una condanna? E a cosa serve?
doublem62, 01/07/2009 12.12:


se ti fa' stare male e perche' la mente a volte troppo geniale,cozza con altre un po' meno.


Ecco questo è molto vero... però più che fantasia lo definirei creatività... e la fantasia porta alla creatività...
Credo siano due facce della stessa medaglia.









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01/07/2009 13:13
 
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Re: Re: Re: E' un dono o una condanna? E a cosa serve?
_Stellamarina_, 01/07/2009 12.19:


Ecco questo è molto vero... però più che fantasia lo definirei creatività... e la fantasia porta alla creatività...
Credo siano due facce della stessa medaglia.






Stella(del mattino)
....sempre piu' interessante...






Doublem
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01/07/2009 18:07
 
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[SM=g1763294]


Interessante .. è anche stuzzicare la fantasia !!






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02/07/2009 13:52
 
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Secondo me la fantasia è

la scintilla di ogni innovazione;

la prima pietra di ogni nostra grande impresa;

lo strumento che permette di trovare quante più possibili alternative di pensiero e possibilità di azione rispetto agli eventi così da poter scegliere pensieri e azioni che ci facciano stare meglio e che si adeguino meglio al contesto;

la risorsa attraverso la quale far l'amore con la realtà e se si è dotati di capacità comunicative l'opera d'arte che ne viene fuori è un innesto di realtà oggettiva e propria identità.

Secondo me però va accostata ad altre capacità.. capacità di adattamento e senso della realtà, capacità progettuali ed organizzative, capacità comunicativa minima..
diversamente può creare solitudine e quell'imprevedibilità che spaventa gli altri..
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02/07/2009 15:17
 
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Credo che la tua, Manu, sia una spiegazione scientifica ed obiettivamente asaustiva da questo punto di vista, non so di cosa ti occupi, ma sembra che tu abbia studiato l'origine e gli effetti della fantasia. Fin dall'inizio mi piace leggerti e cerco sempre i tuoi interventi su ogni argomento.
In serata vorrei dire cos'è la fantasia per un artista e mi vorrei confrontare con te. Sono punti di vista diversi, quasi opposti, lo so, come tra il paziente ed il medico. Io sono affetto da questa "malattia" e tu sai cos'è, io la temo e tu sai come curarla, io ne avverto i sintomi e tu prescrivi i farmaci. Ma anche, in questo caso, io ne ho fatto una ragione di vita che ha sconvolto la mia vita e tu sai analizzarne le conseguenze. A presto.
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02/07/2009 15:34
 
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Re:
basettun, 02/07/2009 15.17:

Credo che la tua, Manu, sia una spiegazione scientifica ed obiettivamente asaustiva da questo punto di vista, non so di cosa ti occupi, ma sembra che tu abbia studiato l'origine e gli effetti della fantasia. Fin dall'inizio mi piace leggerti e cerco sempre i tuoi interventi su ogni argomento.
In serata vorrei dire cos'è la fantasia per un artista e mi vorrei confrontare con te. Sono punti di vista diversi, quasi opposti, lo so, come tra il paziente ed il medico. Io sono affetto da questa "malattia" e tu sai cos'è, io la temo e tu sai come curarla, io ne avverto i sintomi e tu prescrivi i farmaci. Ma anche, in questo caso, io ne ho fatto una ragione di vita che ha sconvolto la mia vita e tu sai analizzarne le conseguenze. A presto.




Ti ringrazio Basettun, la stima è reciproca, anche a me interessano molto i tuoi interventi, ci trovo dentro tanta anima, sentimento ed intelligenza.
Io mi occupo di me stessa, della vita.. mi piace vivere e non sprecare nulla, mi sento responsabile del prezioso dono che mi è stato fatto, dei successi e degli insuccessi e per questo non mi fermo..
sarà un piacere confrontarmi con te, non so se potrò risponderti oggi ma risponderò.
Mo ci dicono che siamo o.t. Perdonatemi, ho fatto la rissa ora bilancio così la smetto davvero..
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02/07/2009 16:54
 
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La fantasia secondo me - 1
Per me, la fantasia è un meccanismo di autotutela. Fin da piccolo ho capito che la realtà è banale e nella sua banalità anche spesso crudele e mi rifugiavo nelle mie storie inventate e vissute per giorni. Inventavo situazioni, personaggi, ambienti e vivevo come in un film le mie storie. Duravano giorni, alcune mesi interi, altre anni ed una di quelle storie, la più bella, la storia dell’amore, è tuttora in corso.
Non so esattamente cosa c’era in me, quale malessere o quale senso della percezione, magari esasperato, che mi costringeva ad elaborare strategie difensive per non soccombere.
Da ragazzo diventai pittore e trovai nella pittura un mezzo efficace per contrastare la realtà che avvertivo come maligna e aggressiva. La pittura fu come un paracadute che mi preservò dall’impatto.
Ma la mente non accettava la pittura quale soluzione esclusiva al malessere, perché la pittura non produceva altri risultati concreti che non fossero i miei dipinti, ed aveva necessità di altro, di vita vera quale prodotto della fantasia che si opponeva ad un’aggressione. Ciò che serviva era la fantasia applicata.
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02/07/2009 17:35
 
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Secondo me la natura umana ha in se un mistero unico.. l'immensità dell'anima è confinata in un corpo che ha dei limiti che sembrano cavi elettrici scoperti, basta poco per farsi male.. questa dualità ci spinge a non sentirci, se non raramente, completamente soddisfatti, presenti al momento.. esistono molti modi per cercare di esorcizzare questa scollatura, la fantasia secondo me è uno di quei modi. I bambini usano molto la fantasia, è uno dei meccanismi che li fa crescere spingendoli a provare, a immaginare.. La fantasia proietta in avanti, con la maturità si impara anche ad usarla per prevedere le possibili conseguenze.. Tu parli di una realtà banale, poi dimostri che in quella realtà ci nuoti, te la fai tua.. altro che fuga, secondo me tu ci lasci la firma in ciò che vivi.
La tua voglia di comunicare, di esprimerti, i colori espressivi con cui dipingi la realtà non mi parlano di un uomo disilluso e in fuga dal mondo. Quando parli di non soccombere secondo me parli della paura di non sentire più, è quella la vera difesa, staccare con se stessi per non ricevere più dal mondo, conformarsi al preconfezionato..
Se non fosse per quel malessere allora si che la vita sarebbe noiosa. Il giorno è bello perhè c'è la notte, il dolce ha un senso perchè c'è l'amaro, l'infinito perchè c'è il finito che ci insegna come apprezzarlo e ci disvela il nostro volto giorno dopo giorno, per sempre.
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02/07/2009 19:20
 
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La fantasia secondo me - 2
Se non mi conosci già, allora è un miracolo che mi conosci così bene. Adoro i contrasti e le contrapposizioni, non solo riferite ai colori, ma ancor di più mi affascina il progetto, il percorso, l'itinere, ciò che mi turba è la stasi dell'azione, nel bene e nel male.
Da "(S)composizioni", testo di un mio catalogo:
Alcuni anni fa, dopo tanti anni di ricerca pittorica, mi sono trovato come sulla riga di un traguardo e anziché essere felice per averlo raggiunto mi sentivo insoddisfatto e allarmato. L’obiettivo dell’astrazione, che avevo creduto fonte di benessere che mi avrebbe guarito da tutti i disagi psichici, era diventato anch’esso un malessere, come tutte le mete conquistate e, guardando indietro, mi resi conto che il vero piacere lo avevo provato durante il percorso, in tutti gli anni di ricerca che avevo trascorso nello studio.
Sparite le tensioni, immobilizzata l’azione, mi sentii come un fotofinish, con un lungo passato scrutabile e nessun futuro da immaginare. Fu allora che concepii la teoria delle (S)composizioni.
"Le prigioni dalle quali è più difficile evadere sono dentro di noi, o siamo noi stessi, se impareremo a costruirle e scomporle, gioiendo nell’esecuzione dei progetti, saremo finalmente liberi. Il rischio è, essenzialmente, fermarsi nell’azione compiuta".
Mi ero regalato diversi anni di corsa e ripresi a lavorare con più entusiasmo di prima. Cominciai a elaborare demolizioni delle composizioni astratte, esplosioni quasi geometriche del mio lungo progetto di evasone dall’immagine reale.
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04/07/2009 13:07
 
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Alla fine la fantasia non è altro che la ricerca di noi stessi nella realtà.. e noi siamo esseri in mutamento, in cammino.. tutto in noi parla di questo cammino, le trasformazioni biologiche, la vivacità dei pensieri, la possibilità di muoversi.. Sono d'accordo con te, il piacere sta nel percorso, la meta è la conferma di essere sulla via giusta, l'acqua che disseta per la prossima avventura.
"Le prigioni dalle quali è più difficile evadere sono dentro di noi" quanto è vero! Noi cerchiamo ancore perchè temiamo di smarrirci, ci troviamo a nostro agio in ciò che conosciamo.. le avventure sono entusiasmanti ma richiedono un lavorio interiore che solo i più impavidi riescono ad affrontare.
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06/07/2009 14:46
 
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La fantasia secondo me - 3
Oggi ho materializzato la fantasia conformandola alla mia vita reale, quella di tutti i giorni, malevola e crudele oltre ogni limite, ripristinando i giochi che facevo da bambino ma necessariamente con una maturità adulta che mi consente di dirigerla in modo più preciso.
La pittura adesso è un rifugio nel quale nascondermi e che mi protegge dalle aggressioni della realtà reale, mentre l’applicazione della fantasia, la realtà fantastica, l’invenzione dei miei sogni reali, mi conduce dentro scenari all’apparenza surreali ma che invece sono veri proprio perché riesco a viverli.
L’amore, il mio primo interesse, è rimasto quello che era fin da quando avevo cinque anni, nulla lo ha inquinato, sono riuscito a preservarlo e a nasconderlo dietro una corazza da guerriero, dietro la mia severità, la mia aggressività, anche dietro i miei occhiali scuri come dice una mia cara amica, e chiunque al primo impatto riceve da me l’impressione di un uomo duro che impaurisce. E non si sbaglia, perché sono duro davvero, pronto a morire senza temere i miei nemici.
Quello che invece per molti è difficile da capire, è l’apparente contraddizione che se ne ricava conoscendomi: duro e tenero insieme. Ma certo duro coi prepotenti e tenero con gli umili.
La mia tenerezza si esprime nell’amore. Fantastico amore e lo cerco, lo invento, lo moltiplico, continuando anche alla mia età il gioco più bello che facevo da piccolo quando a cinque anni ero innamorato della mia compagna di giochi. E’ un gioco pericoloso ma ne ho accettato il rischio, non saprei vivere in modo diverso, e quando non saprò più giocare sarà giunta l’ora di smettere anche di vivere.
Ecco, questa è la fantasia per me, un modo per affrontare il mondo senza correre il rischio di perdere la propria identità.
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06/07/2009 15:23
 
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Leggo te basettun e Mamu e resto senza parole...mi piace molto quello che dite e anche ciò che non dite e tutto questo insieme di cose amplia anche la mia di fantasia.
Senza fantasia la vita diventa piatta, è necessaria in ogni cosa che facciamo e che pensiamo, la fantasia ci aiuta a sconfiggere, o per lo meno a tenere a bada i nostri mostri interiori, la fantasia ci fa andare oltre, la fantasia è...














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06/07/2009 15:30
 
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Re:
Cassandra., 06/07/2009 15.23:


Senza fantasia la vita diventa piatta, è necessaria in ogni cosa che facciamo e che pensiamo, la fantasia ci aiuta a sconfiggere, o per lo meno a tenere a bada i nostri mostri interiori, la fantasia ci fa andare oltre, la fantasia è...



Concordo pienamente
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06/07/2009 15:40
 
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Cassandra: "la fantasia ci aiuta a sconfiggere, o per lo meno a tenere a bada i nostri mostri interiori, la fantasia ci fa andare oltre,"

La valigia che sembra un pozzo senza fondo che ci tiriamo dietro legata alla caviglia e che intralcia il nostro cammino, che contiene tutto il nostro passato bello e brutto ed è sempre lì presente anche se abbiamo bruciato tutti gli album di foto, con la quale dobbiamo fare i conti ogni volta che ci capita una nuova passione o per distrazione ci sediamo un minuto a pensare. Sì, la fantasia serve anche a questo.
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06/07/2009 16:44
 
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Io penso che se vivessimo nella reltà tutto ciò che la fantasia ci porta a pensare .... ad immaginare.... si rischerebbe di rendere la vita banale.... senza nessuno scopo, senza niente da raggiungere o limiti da superare ....
Per me la fantasia è speciale proprio perchè non è reale....ma è un mezzo.... un mezzo che ci conduce a un qyalcosa...






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09/07/2009 13:33
 
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Proprio ieri sbirciavo fra le pagine di un libro che ho letto tempo fa "Intelligenza emotiva" ed ho trovato una parte nella quale si parlava di fantasia in altri termini ancora. I bambini quando subiscono dei traumi (aver vissuto una catastrofe naturale, aver assistito ad un omicidio o ad una violenza ecc.) ripropongono nei loro giochi le immagini macabre vissute. Se questo apparentemente può impressionare negativamente in realtà indica una reazione positiva. Il bambino non fà che rivivere il trauma in un contesto sicuro, prendendo padronanza della situazione, se poi cambia il finale è ancora meglio. La fantasia li aiuta a elaborare il trauma.. ovviamente hanno bisogno di sostegno quando i traumi sono pesanti, ma l'organismo usa la fantasia spontaneaemente. In realtà rivivere la situazione traumatica è quello che si fa anche quando si segue una terapia psicologica. Senza dover necessariamente arrivare a traumi esagerati, quando accade qualcosa di emotivamente significativo in senso negativo io trovo molto utile scrivere e rivivere quell'evento cercando di trovarne i toni ampliati e smorzarli, cercando di riportare obiettività a ciò che emotivamente viene amplificato.. in questo la fantasia ha un ruolo importantissimo.
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09/07/2009 16:15
 
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tratto da "L'aranceto" - by basettun
Ho cominciato fin da piccolissimo, come tutti, a giocare con la mia fantasia che, all’inizio, si opponeva solamente alla realtà costrittiva. A quel tempo, come tutti i bambini, cercavo di arginare lo strapotere dei genitori che tentavano, con ogni mezzo, di circoscrivere le mie azioni in un ambito facilmente sorvegliabile e provavano, con la loro prepotenza di adulti, ad ammaestrarmi per possedermi; esattamente come si fa con un cagnolino che deve imparare ad ubbidire.
Per raggiungere questo loro obiettivo utilizzavano, come tutti i genitori, anche mezzi di coercizione fisica quali le percosse e la prigionia, abbinate alle torture psicologiche che, anch’esse, producevano risultati educativi sorprendenti, magnificati ed auspicati da tutti i manuali dell’epoca.
I genitori sono il primo esempio di tirannia alla quale si cerca di abituare i piccoli uomini; e dal buon esito di questa primaria istruzione dipende la futura disposizione dei ragazzi a subire le prevaricazioni e gli obblighi che via via, nel corso della vita, saranno loro imposti. E’ proprio per questo che tutti i governi e tutte le organizzazioni religiose indicano la famiglia come mezzo indispensabile per la “sana” crescita degli esseri umani; intendendo, meno subdolamente, che i genitori devono essere i primi carcerieri, o custodi e perciò responsabili, di quei contenitori fisici dentro i quali saranno stivate, successivamente, le ideologie pro-tempore che, per quanto diverse potranno apparire in base all’origine politica, hanno tutte, come estremo obiettivo, l’annullamento della personalità e dell’intraprendenza individuali in favore dell’appagamento dei bisogni e del benessere di una minoranza di privilegiati.
Il bambino percepisce fin dall’inizio il pericolo incombente ma non riesce a liberarsi drasticamente dei genitori-carcerieri perché non ha l’abilità di procurarsi il cibo né di vivere in modo indipendente. Perciò è costretto a subire il regime carcerario all’interno del quale può sopravvivere. Naturalmente adotta tutti i sistemi che conosce e che sperimenta per rendere meno dolorosa la sua condanna che gli appare, col tempo, insopportabile.
Man mano che comincia a pensare ed elaborare piani di evasione, i suoi desideri di libertà entrano in collisione con gl’insegnamenti dei genitori e s’instaura il primitivo senso di colpa che lo accompagnerà per tutta la vita.
Il desiderio di libertà ed ancor più i tentativi d’evasione, lo fanno sentire un figlio indegno ed immorale e a quel punto le strade sono due: o abbandonarsi definitivamente alla vera immoralità dell’imposizione educativa o tentare un mezzo incruento per affrancarsi dalla dittatura primaria.
Io ho seguito la seconda via ed ho continuato ad usare la fantasia per inventare la mia libertà; e nonostante un lungo periodo d’inattività, ho ritrovato, da adulto, la stessa capacità di astrazione che avevo sviluppato da piccolo e che avevo utilizzato durante tutta la mia infanzia per oppormi sia alle oppressioni psichiche dell’educazione, che all’ansia derivante dal fastidioso senso di colpa.
Ho capito, fin da piccolo, che bisogna giocare con la realtà modificandola secondo i propri progetti, i quali devono essere finalizzati al raggiungimento della libertà di pensiero e di azione.
Il gioco dei bambini è proprio questo, non è mai emulazione della realtà ma è un’invenzione di essa, è un modo per far diventare reale l’immaginazione, ed è un vero peccato che la gran parte dei bimbi perda con l’età questa capacità astrattiva.
La fantasia è l’unica arma contro le dittature, quelle palesi e quelle occulte, contro le costrizioni di qualunque tipo, contro la nostra stessa natura mortale che non riusciremo mai ad accettare serenamente perché è ingiusta e crudele. Ed è altrettanto crudele la nostra intelligenza, esagerata ed inutile se abbinata ai bisogni animaleschi dei nostri corpi e alla loro banale esistenza che si conclude inevitabilmente con la morte.
E forse, in questo senso, la fede religiosa è più utile di quanto si pensi se, grazie ad essa, si può sfuggire la conseguenza drammatica della consapevolezza per rifugiarsi nella beata e divina (o semplicemente animalesca?) ignoranza del tutto.
Quando si è bambini non si pensa al gioco come ad un’attività ludica ma lo si considera come un prolungamento della realtà, una sfaccettatura, un complemento di essa, pur attribuendogli possibilità infinitamente vaste, consentite appunto dalla fantasia dell’esecutore che la realtà, per quanto imprevedibile e crudele possa essere, non riesce neanche lontanamente ad imitare.
Io sapevo fin d’allora che quella parte di realtà (il gioco) costituiva una dimensione infinita della mia giornata; al contrario di tutto ciò ch’era reale e che aveva, proprio per questo, un limite preciso, un confine, come la giornata stessa che cominciava con l’igiene del mattino e finiva con l’addormentamento coatto.
Il gioco poteva proseguire nel sonno, esprimendosi coi sogni, ed essere attuato anche quando le costrizioni incombevano e nessuno me lo poteva portare via, come nessuno mi poteva proibire di fantasticare.
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