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26/11/2009 17:37 | |
Se è vero che c'è il paradiso, lì mi accoglieranno tanti animali che ho salvato dalla morte.
1° maggio, passeggio col mio cane in un parco cittadino. Ci sono dei lavori in corso vicino alla vasca dei pesci rossi ma niente operai dato che è festa, mi avvicino e mi accorgo che la vasca è stata svuotata, immagino per effettuare dei restauri, è rimasto solo un centimetro di acqua sotto il foro di scarico e lì, boccheggianti, un centinaio di pesci rossi, alcuni già morti.
M'invade la pena ed anche la rabbia, prendo il telefono e chiamo il comando della polizia municipale, spiego all'operatrice la situazione e lei scoppia a ridere, le sembra strana la coincidenza festa del lavoro-pesci rossi e crede che stia scherzando, che i pesci rossi siano metafora di comunisti. Cerco di spiegarle che non è uno scherzo ma lei continua a ridere. Chiudo e chiamo il 112, spiego la situazione e l'operatore s'incazza, ma con tutti i problemi di ordine pubblico che ci sono oggi fra manifestazioni e cortei cosa ce ne frega dei pesci rossi. Al 113 la stessa cosa, anzi vogliono sapere nome e cognome e indirizzo per futuri provvedimenti.
Sono indignato, chiamo alcuni ragazzini che giocano lì accanto e li coinvolgo nel mio dolore, ognuno adotta una parte dei pesciolini, corrono a casa e si fanno consegnare un secchio, intanto con sistemi di fortuna ho tappato il foro di scarico e quando arrivano i ragazzini cominciamo a fare la spola fra la fontana e la vasca riuscendo a riempirla di mezzo metro, così i pesci per la maggior parte sono salvi.
Quel giorno ero riuscito a parlare con gli animali...al telefono.
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