Fiducia, comincia la conta all'ultimo voto
ROMA - E' iniziata alle 9 la seduta del Senato per il voto sulla fiducia. L'esito a Palazzo Madama è previsto intorno alle11.30. Clima teso in aula con il presidente Schifani intervenuto per riportare la calma. Al via alle 10.30 invece i lavori a Montecitorio dove il risultato è previsto per l'ora di pranzo. Il premier ha ribadito di escludere le sue dimissioni e diessere fiducioso sul voto. La Capitale è blindata. Isolato completamente dalla forse dell'ordine il centro storico intorno al Parlamento. Diversi i cortei: la manifestazione guidata dagliuniversitari, un corteo di centri sociali, precari e operaidella Fiom mentre il Popolo Viola ha organizzato una catenaumana intorno alla zona rossa.Proteste degli universitari concortei anche a Milano, Torino e Palermo.
"Sono sereno e ottimista". Silvio Berlusconi arriva a Montecitorio poco prima del voto di sfiducia e mostra sicurezza rispondendo ai cronisti che gli chiedono se teme per la tenuta dell'esecutivo. Lungo il corridoio che porta all'emiciclo il Cavaliere incontra anche Paolo Guzzanti, ex Pdl ora al gruppo misto che non ha ancora rivelato le sue intenzioni di voto. Berlusconi lo chiama a sé ed i due parlano per qualche minuto. Poi il premier si avvia velocemente in Aula.
GOVERNO: INCASSA FIDUCIA SENATO CON 162 SI' - Il Senato ha approvato la fiducia con 162 voti a favore, 135 contrari. Sono risultati assenti 11 senatori. Hanno votato a favore del governo i senatori dell'Union Valdotain, Antonio Fosson, Riccardo Villari del Gruppo Misto, Salvatore Cuffaro dell'Udc, e Sebastiano Burgaretta dell'Mpa.
BOCCHINO, RIBALTONE LO FA PREMIER ESPELLENDO FINI -Nessun ribaltone da parte di Futuro e Libertà. Lo sostiene il presidente dei deputati di Fli, Italo Bocchino, che nel dichiarare il voto del gruppo a favore della sfiducia al governo ha rivolto pesanti accuse nei confronti del premier Silvio Berlusconi. "Il ribaltone, signor presidente del Consiglio, lo ha fatto lei - è uno dei passaggi dell'intervento di Bocchino nell'Aula di Montecitorio - espellendo per lesa maestà il presidente Fini. Questo è il ribaltone della volontà popolare: si serve dei voti dell'opposizione per cacciare coloro che sono stati eletti in maggioranza". Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, "sta tradendo la rivoluzione liberale promessa agli italiani. Si dimetta, noi voteremo compatti la sfiducia". Lo ha detto il capogruppo di Futuro e Libertà, Italo Bocchino, intervenendo nell'Aula di Montecitorio tra le proteste dei deputati del Pdl e della Lega.
BOCCHINO, BERLUSCONI BENEFICIARIO PRIMA REPUBBLICA - "Non esiste in Italia un beneficiario della Prima Repubblica come Berlusconi". E' duro l'intervento del capogruppo di Futuro e Libertà, Italo Bocchino, che nel dichiarare il voto dei futuristi contro il governo attacca il presidente del Consiglio. "Ci faccia lezione su come si diventa ricchi - aggiunge Bocchino - ma mai su come si combattono le degenerazioni politiche. Quando noi scendevamo in piazza contro il comunismo, lei costruiva palazzi - insiste il capogruppo di Fli - mentre eravamo in piazza a picconare la Prima repubblica, lei parlava con i suoi personaggi di terreni edificabili e concessioni tv".
BOSSI, LA FIDUCIA LA PRENDIAMO - "La fiducia la prendiamo". Umberto Bossi mostra ottimismo sulla mozione di sfiducia al governo mentre raggiunge l'Aula a Montecitorio. "Qualcuno deve vincere", aggiunge il senatur. "Sono convinto che le cose devono essere semplici, trovare la via della semplicità ". Così Umberto Bossi risponde ai cronisti a Montecitorio che gli chiedono se la Lega sia disposta ad allargare il governo per garantire stabilità all'esecutivo Berlusconi. "Cominciamo a vincere - aggiunge il Senatur riferendosi al voto di sfiducia nei confronti del governo alla Camera dei deputati - Dopo vediamo".
DI PIETRO ATTACCA PREMIER IN AULA, BERLUSCONI ESCE - Il leader dell'Idv Antonio Di Pietro dice a Berlusconi, nel suo intervento nell'Aula di Montecitorio, che "l'impero di cartapesta" del premier è giunto al capolinea. Berlusconi per un po' resiste, dopo di che si alza e tra gli applausi del Pdl abbandona i banchi del governo. Ora stanno uscendo dall'emiciclo tutti i deputati del Pdl. Prima di avviarsi verso l'uscita dell'emiciclo, Berlusconi ha fatto segno con la mano come a dire a Di Pietro "ma che dici". Subito dopo Berlusconi, si sono alzati dai loro banchi tutti i deputati del Pdl, ma anche tutti i ministri tranne Gianfranco Rotondi e Giancarlo Galan. Al banco del governo è rimasto, con un altro paio di colleghi, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta.
CASINI,NON PARLO SENZA BERLUSCONI;LUI RIENTRA - "Io non parlo, perché non offendo nessuno e vorrei parlare con la presenza del presidente del Consiglio". Lo ha detto il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini chiedendo che il premier rientri in Aula alla Camera dopo che era uscito durante l'intervento di Di Pietro. Il premier è rientrato in Aula e Casini ha iniziato il suo intervento. Berlusconi con quasi tutti i membri del governo e i deputati del Pdl avevano abbandonato l'Aula dopo gli attacchi al presidente del Consiglio da parte di Antonio Di Pietro. Quando è toccato parlare a Casini, il leader dell'Udc ha detto: "Io non ho mai offeso nessuno, tantomeno in quest'Aula. Finché non torna il presidente del Consiglio non parlo". Il presidente della Camera Gianfranco Fini ha invitato "ad avvisare il presidente del Consiglio della richiesta dell'onorevole Casini". E, rivolto ai banchi del centrosinistra da cui si rumoreggiava per l'attesa, Fini ha detto: "Un attimo di pazienza, non è che per due minuti succede qualcosa... La richiesta del presidente Casini è del tutto legittima. Insomma, sta rientrando in aula. Un attimo di pazienza". Qualche attimo dopo, Berlusconi torna e si risiede al banco del governo. Viene accolto dagli applausi dei deputati di maggioranza e dai fischi di quelli di centrosinistra; nessuna reazione dal Fli. Il premier alza il braccio rivolto a Casini, come a dire "eccomi". Casini inizia a parlare e cala il silenzio nell'emiciclo.
MPA: VOTEREMO SFIDUCIA GOVERNO, SENATORE BURGARETTA ESPULSO DALL'MPA - Il deputato dell'Mpa Carmelo Lomonte ribadisce nell'Aula di Montecitorio che voterà la sfiducia al governo Berlusconi. Quello che ha fatto l'attuale esecutivo per il Mezzogiorno, secondo Lomonte, è risibile e assolutamente insufficiente. Pertanto il suo movimento non può far altro che votare contro Berlusconi. Il senatore Sebastiano Aparo Burgaretta è stato espulso dal Movimento politico per le Autonomie. E' quanto si è appreso dagli uffici del Gruppo subito dopo la votazione in Aula nella quale Burgaretta, in difformità dal gruppo, ha votato la fiducia all'esecutivo.
APPLAUSI PER LA MOGHERINI IN AULA - La parlamentare del Pd Federica Mogherini entra nell'Aula di Montecitorio e tutti i deputati del Pd scattano in un applauso caloroso. Lei prende posto accanto al responsabile Giustizia del Partito Andrea Orlando ringraziando i colleghi dell'accoglienza.
BONGIORNO IN AULA, SCATTA APPLAUSO OPPOSIZIONE - Il presidente della Commissione Giustizia, Giulia Bongiorno, fa il suo ingresso nell'aula di Montecitorio in sedia a rotelle. Immediato scatta l'applauso dell'opposizione e di Fli. Il primo a rivolgerle però un caloroso benvenuto è il vicepresidente della Camera, Maurizio Lupi (Pdl). Ora la parlamentare ha preso posto, nell'emiciclo, accanto al deputato finiano, anche lui in sedia a rotelle, Gianfranco Paglia.
BERLUSCONI, MIE DIMISSIONI? E' ASSOLUTAMENTE ESCLUSO - E' assolutamente escluso". Risponde così il premier Silvio Berlusconi, lasciando Palazzo Madama, a chi gli chiede se sia da escludere la richiesta avanzata di nuovo oggi da Pasquale Viespoli, capogruppo di Fli in Senato, di incassare la fiducia a Palazzo Madama e poi recarsi al colle per le dimissioni.
GUZZANTI, LASCIO I LIBERALI PER PRESSIONI SU VOTO - "Mi dimetto dal Partito Liberale perché ci sono state pressioni che non mi sono piaciute. Ma questo non ha nulla a che vedere con la mia decisione sul voto di sfiducia: non vuol dire che voterò la sfiducia". Paolo Guzzanti lascia il Partito Liberale a pochi minuti dal voto di sfiducia nei confronti del governo Berlusconi. Ieri la segreteria dei liberali, di cui l'ex deputato del Pdl fino a ieri era vicesegretario, lo aveva invitato a votare la sfiducia: una "pressione" che a Guzzanti non è piaciuta. Nessuna pressione, invece, da Berlusconi: "Non lo vedo da due anni", replica ai giornalisti che gli chiedono se lo abbia visto o sentito in questi giorni. E così, casualmente, poco dopo aver parlato con i giornalisti, il parlamentare del gruppo misto incontra proprio il Cavaliere. Pochi minuti di un colloquio apparentemente cordiale al termine del quale Guzzanti, che è stato a guida della commissione di indagine Mitrokin, si milita a dire: "Abbiamo parlato di Putin".
NUCARA, DAL PRI SI' ALLA FIDUCIA - "La direzione nazionale del Pri ha deciso all'unanimità di dare la fiducia al governo". Lo ha detto nell'Aula della Camera il segretario del Pri Francesco Nucara in dichiarazione di voto sulle mozioni di sfiducia al governo. "Sappiamo bene - ha spiegato - quali sono i problemi del Mezzogiorno, e sulla lotta alla criminalità il governo ha dato prova di efficienza e di determinazione. Abbiamo a cuore le sorti dell'Italia prima ancora di quelle del governo".
MOGHERINI, SARO' ALLA CAMERA ALLE 12 - "Arrivo, sarò li a mezzogiorno". E' quanto ha assicurato la parlamentare del Pd Federica Mogherini che in una telefonata, questa mattina presto, al presidente del suo gruppo alla Camera Dario Franceschini. "A meno che non mi si rompano le acque ora - avrebbe precisato la parlamentare - sarò in Aula puntuale".
ANCHE PUERPERE BONGIORNO E COSENZA OGGI VOTANO -Saranno in aula per votare la mozione di sfiducia al governo Giulia Bongiorno e Giulia Cosenza. le due deputate di Fli, la cui partecipazione al voto è stata fino all'ultimo in forse, a causa di ragioni di salute legale alla loro gravidanza.
CESA, NOI IN MAGGIORANZA? NON CI SONO LE CONDIZIONI - Se Berlusconi avrà la fiducia noi continueremo a fare opposizione. Non abbiamo intenzione di entrare in maggioranza. E' un dibattito basato sul nulla. Non ci sono le condizioni". Lo ha detto il segretario dell'Udc, Lorenzo Cesa, intervenendo ad Agorà.
VIESPOLI, AL SENATO FLI SI ASTIENE - Il gruppo di Futuro e Libertà ha deciso di astenersi rispetto al voto di fiducia. Lo ha detto Pasquale Viespoli, capogruppo di FLi al Senato, intervenendo in Aula. Se lei va alla conta alla Camera - prosegue Viespoli nel suo intervento - va incontro a tre sconfitte: quella della sua leadership, rischia il ribaltone e rischia anche di determinare l'istabilità del governo". Il senatore di Fli ricorda come proprio l'alleanza di centrodestra "in cui ognuno aveva parì dignità" ha contribuito a "far sì che si ottenesse il premio di maggioranza". "La pretesa di avere l'autosufficienza - sottolinea ancora Viespoli - ha determinato un errore politico". Per il capogruppo di Fli dunque "o si ricompone il centrodestra oppure non c'é altra alternativa alla crisi. L'aggiunta di eventuali voti provenienti da parlamentari di altre forze politiche - dice riferendosi all'Udc - determinerebbe un ribaltone perché si farebbe ricorso a partiti che sono all'opposizione e darebbe una maggioranza puramente aritmetica". "Noi - conclude Viespoli - non faremo nessun ribaltone, se il governo dovesse cadere ci sarà spazio, sempre nel rispetto delle prerogative del Capo dello Stato, per un altro governo di centrodestra". Se invece Berlusconi dovesse prendere la fiducia per pochi voti "non ci sarebbe spazio che per una scelta di responsabilità".
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- Prendi un piatto e tiralo a terra.
- Fatto.
- Si è rotto?
- Si.
- Adesso chiedigli scusa.
- Scusa.
- È tornato come prima?
- No.
- Adesso capisci?