Facebook

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cherubina_g
00lunedì 11 luglio 2011 19:19
Non è un discorso di tempo perso dietro facebook, ma diciamo che aveva un effetto per nulla positivo su di me, ha alimentato la mancanza di fiducia nei confronti di alcune persone, ma poi razionalmente mi sono detta che non posso materialemtne perdere la fiducia per un mondo che tutto sommato è virtuale. Stava diventando un circolo vizioso e insomma meglio dedicare il tempo per attività più sane e magari lontana dal pc.
rosarossa79
00martedì 12 luglio 2011 15:34
giustissimo cheru ^_^
rosarossa79
00lunedì 10 ottobre 2011 08:13
Studente salernitano vince il Guinness per post su Facebook da 389mila commenti
Roberto Esposito, studente in ingegneria aerospaziale a Napoli, è riuscito ad ottenere il "post di Facebook con più commenti del mondo”

15:45 - Va a uno studente universitario salernitano il Guinness dei Primati per "il post di Facebook con più commenti del mondo". L'impresa è riuscita a Roberto Esposito, un ragazzo di 26 anni, studente di ingegneria aerospaziale a Napoli, che, grazie a un post sul social network, ha ricevuto più di 389.000 commenti in tre mesi, fra gennaio e marzo 2011. Ma non solo, ad oggi i commenti sono lievitati quasi a raddoppiare (540mila).
Roberto ha un suo sito internet e diverse pagine su Facebook: "Rob" che ha quasi 37mila fan, "Cinismo, insensibilità, humour nero e altre cose che si mangiano" con 41mila fan e "Figure di merda" con quasi 650mila fan.

"Hanno scritto di tutto – ha commentato il giovane – Molti sono insensati. Sono stati scritti dai contatti per fare massa. Poi il post s’è quasi trasformato in una chat dove si chiacchierava di tutto. Ogni mille commenti ne lasciavano uno di esultanza e di incitamento".

Leggendo la sua biografia non stupisce che alla sua giovane età abbia raggiunto un risultato tanto ambito. Fin da adolescente, Roberto si è dato da fare in mille modi con le nuove tecnologie. Già a Dall’età 13 anni studiava da autodidatta i linguaggi di programmazione e approfondiva la conoscenza di hardware, software e Internet. Dal 2000 ha lavorato da freelance alla progettazione e allo sviluppo di siti web. A 17 anni ha iniziato a collaborare con diverse testate giornalistiche, tra cui la rivista nazionale "Hacker Journal".

Nel 2001 ha creato il CrashDown Cafè, un sito web per i fan italiani della serie TV americana Roswell.

Nel maggio 2005 nasce un secondo sito web in cui Roberto, insieme ai "complici" Cappana ed Enausto (con la partecipazione speciale di Giovanni Lamanna ), pubblica le sue prime opere cinematografiche e musicali sotto lo pseudonimo di Nasedo, tra cui il DVD "Veniamoci a prendere". Nel 2007 il sito si trasforma in RobertoEsposito.com, contenitore e, allo stesso tempo, una vetrina per tutte le sue idee e gli impegni artistici.

Nel 2008, Roberto crea OhKay.it, negozio online di t-shirt, felpe e abbigliamento che lui stesso disegna con oltre 3.000 articoli a catalogo. e la possibilità di disegnare e acquistare i propri abiti personalizzati direttamente online.

Dopo altre iniziative, il 30 marzo 2011, Roberto batte il record mondiale di commenti ad un post sulla sua pagina Facebook www.facebook.com/about.Rob ed entra ufficialmente nel Guinness World Records™. E lo fa strappando il primato al gioco Cityville con 292.288 commenti.

Lo contatta Greenpeace che gli propone di collaborare alla campagna di protesta internazionale “Facebook: Unfriend coal” per convincere il social network ad abbandonare l’energia prodotta da carbone e nucleare a favore delle energie pulite.

Infine (ma chi poteva dubitare?) Roberto è socio effettivo del Mensa, nota associazione internazionale che raccoglie il 2% delle persone con il quoziente intellettivo più alto del pianeta.






cavoli che soddisfazione,l'ho sempre sognato nella mia vita [SM=g10635]
rosarossa79
00venerdì 4 novembre 2011 14:01
tgcom
USA, dà fuoco alla casa dell'amica perchè l'aveva cancellata dagli amici di Facebook
E' successo in Iowa, la colpevole è in carcere

12:34 - Quanto conta essere amici su Facebook? Per molte persone ben poco, ma per Jennifer Christine Harris a quanto pare moltissimo. La donna, 30enne dell’Iowa, è infatti finita in carcere con l’accusa di incendio doloso dopo aver dato alle fiamme la casa di un’amica di lunga data perché quest’ultima l’aveva, appunto, cancellata dai suoi amici virtuali.

La vittima di questa vicenda, Nikki Rasmussen, si trovava in casa propria con il marito Jim quando i due sono stati sorpresi dalle fiamme. L’incendio è stato appiccato in piena notte, in un garage distaccato dall’abitazione. Il rapporto della polizia americana dice che il fuoco ha causato uno scoppio molto rumoroso, paragonato a quello di una bomba, che ha subito svegliato i coniugi dal sonno e ha permesso loro di mettersi in salvo prima che le fiamme avvolgessero la casa e li mettessero seriamente in pericolo. Il tetto del garage, divorato dall’incendio, è crollato sulle auto parcheggiate all’interno e il box è stato completamente distrutto, ma fortunatamente nessuno è rimasto ferito.

Quando gli agenti hanno chiesto alla coppia se Jennifer Harris avesse qualche ragione per avercela con loro, il signor Rasmussen ha spiegato che le due donne non erano più amiche su Facebook a causa di una disputa avvenuta sulla chat del social network. Motivo della discordia un evento organizzato da Nikki, sempre su Facebook, al quale Jennifer non era stata invitata. La signora Harris, che lavora come insegnante in una scuola elementare, si trova ora in carcere con una cauzione di 100mila dollari.
rosarossa79
00mercoledì 30 novembre 2011 20:49
Cacciati per Facebook
Cinque minuti in chat. Due a guardare qualche link. Tre per controllare i messaggi. E in un attimo ti ritrovi in mezzo a una strada con l'intera giornata per stare su Facebook ma senza un lavoro

A volte stare in ufficio tutto il giorno è dura, durissima. Magari, per altro, non fumi e non prendi il caffè e fai la pausa pranzo di fronte al PC mangiando velocemente mentre ti fonde il cervello. Probabilmente non hai neanche gli straordinari pagati e il tuo contratto a progetto non ti dà nessun tipo di sicurezza economica.

Eppure basta mezz’ora su Facebook durante l’orario lavorativo per farti licenziare. Non è uno scherzo: sono ben sei le persone licenziate per aver usato Facebook sul lavoro e molte altre cause sono in attesa di giudizio. Le aziende stanno esagerando e i giudici, senza capire, stanno dando loro ragione?

Non esattamente. O almeno non solo. Infatti è stato stimato che ogni dipendente che usa i social network per scopi privati per circa venti minuti al giorno causa una perdita a livello produttivo di circa qurantottomila euro. Mica bruscolini. Da qui i rigidi controlli a cui è molto difficile sottrarsi e per via dei quali è praticamente impossibile farla franca dato che i tuoi datori di lavoro possono sapere quante volte ti connetti, quando e addirittura cosa scrivi quando lo fai. Perciò, oltre ad evitare di accedere al tuo profilo dall’ufficio stai ben attenta a ciò che scrivi: se parli male della tua azienda potresti essere licenziata con giusta causa per aver contravvenuto all’articolo 2105 del Codice Civile che obbliga il dipendente alla fedeltà alla sua azienda.

Occorre fare attenzione. È vero che spesso il nostro posto di lavoro non ci piace o è fonte di stress, ma rischiare di perderlo non migliorerà di certo la situazione. Sicuramente stare su Facebook durante la pausa pranzo, o chattare cinque minuti al posto di alzarsi per un caffè o per una sigaretta, non è di per sé sbagliato ma c’è sempre chi esagera e quindi è meglio astenersi dato che si tende a fare di tutta l’erba un fascio. Lo si leggeva un tempo dietro le asse dei bar: “Per colpa di qualcuno non si fa credito a nessuno”.
rosarossa79
00venerdì 3 febbraio 2012 11:25
Facebook è come una droga
I social network creano dipendenza
Più di fumo e alcol, secondo uno studio americano che ha stilato una classifica dei 'desideri'

19:45 - Il mondo del web ormai è dominato dai social network, un vero e proprio boom. Addirittura c'è chi senza Facebook o Twitter non può stare, una sorta di schiavitù. A conferma di ciò, arriva uno studio americano - pubblicato su Psychological Science - che denuncia come i social network e le email siano in grado di creare una dipendenza molto più forte di quella da alcol o tabacco, riuscendo a vincere anche su sonno e sesso.

Facebook è come una droga: un modo di dire non molto distante dalla realtà. Almeno secondo i dati emersi dalla ricerca condotta dalla University Of Chicago Booth School Of Business, che ha visto coinvolte 205 persone a cui è stato chiesto di indossare un dispositivo elettronico in grado di registrare i desideri quotidiani.

Analizzando le quasi ottomila segnalazioni risultanti i ricercatori, guidati da Wilhelm Hofmann, sono riusciti a stilare una classifica dei 'desideri' quotidiani della gente. Al primo posto stravince il connettersi ai social media: non si può rinunciare a controllare le ultime novità, tanto che questa vera e propria dipendenza batte persino il desiderio di dormire e quello di fare sesso. Anche il vizio da alcol o sigarette sarebbe molto più facile da evitare rispetto alla dipendenza creata dai social network.

"Durante il giorno il desiderio costante viene in qualche modo tenuto a bada, ma questo aumenta l'astinenza - ha precisato il Dott. Hofmann - con il risultato che a fine giornata il bisogno diventa molto difficile da controllare e irrestistibile di notte, quando ci si connette invece di dormire". Anche tu sei 'social-dipendente'?
tgcom
rosarossa79
00mercoledì 7 marzo 2012 16:03
Facebook, giallo sul blocco del social network
In molti Paesi europei per alcune ore, il sito è risultato bloccato. Verso le nove tutto è tornato regolare, ma c'è già chi urla all'attacco hacker


Anonymous approfitta del blocco e rivendica

10:30 - Giallo sul blocco che questa mattina ha mandato nel panico gli utenti Facebook, e probabilmente, come osservano i più arguti, fatto aprire in tempo migliaia di uffici. In tempo di social network, l'allarme non poteva essere lanciato che dalla piattaforma rivale Twitter: attraverso l'etichetta #FacebookDown il tam tam delle notizie si è rapidamente diffuso, fino a quando, intorno alle 9, la situazione è tornata alla normalità.
Chi ha provato a collegarsi nelle prime ore della mattina a Facebook, ha trovato l'amara sorpresa di una pagina che segnalava il blocco: da Estonia, Francia, Germania, Islanda, Irlanda, Israele, Italia, Olanda, Russia, Spagna, Svezia, Svizzera, Ucraina oltre che Egitto e Sudafrica, impossibile collegarsi, postare e condividere. Salvi invece gli utenti dei Paesi asiatici, tra cui l'India.

Intorno alle 9.00, il servizio è tornato regolare: da Mark Zuckerberg nessuna notizia, né segnalazione. Così, dopo il panico da astinenza da Facebook, il web si scatena cercando di svelare il misterioso blocco: maggiore indiziato, secondo gli utenti del social network, al momento sembra essere il gruppo Anonymous.

Fake o rivendicazione? Anonymous su Fb: "La nostra risposta agli arresti"
Cattivi programmatori o attacco hacker? Il web si divide, anche se, chi punta il dito verso Anonymous troverebbe conferma, neanche a dirlo, sul social network. Un presunto account della "cellula tedesca" del gruppo hacker rivendica con un post l'attacco: "Facebook in Germany and Austria TANGO DOWN! This is our answer of Sabus capture by the fuckn FBI. We are Anonymous. We are Legion. We do not forgive. We do not forget. Expect us!".
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