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Bellagio, perla del Lario, il Lago di Como. Ci si può arrivare a bordo di un battello d’epoca, calandosi nella suggestione di una traversata anni Cinquanta, oppure via strada, percorrendo le strette curve chiuse fra rocce sporgenti e discese al lago. Il paese sta delicatamente appoggiato su un promontorio che si protende verso le Alpi, verso le acque e verso il cielo, come fosse la prua di una nave diretta verso le regioni fredde. Il nostro viaggiatore può godere appieno la malìa di questo luogo girandovi intorno, fra terra e acqua, per osservarlo da ogni angolazione possibile, ripensando alle mirabili descrizioni di questi luoghi che ne fece Alessandro Manzoni nei “Promessi Sposi”.
Partiamo a bordo dell’auto o della moto da Lecco, all’estremità meridionale del braccio est del lago, imboccando la SS583 lungolago. Fin da subito si apprezza la bellezza di queste rive, ruvide e ritrose, a tratti perfino inospitali, le cui peculiarità richiamano migliaia di frequentatori italiani e esteri ogni anno. In questa stagione la vegetazione veste di giallo bruno l’orizzonte lungo tutto il tragitto per Bellagio, ma dopo aver superato Onno, e poi Vassena, quando saremo alle porte del nostro borgo, pian piano anche lo sguardo si riempirà di una incredibile tavolozza di colori di fronte a qualche scorcio dei magnifici giardini delle ville ottocentesche, in particolare quelli di Villa Serbelloni e quelli di Villa Melzi (www.giardinidivillamelzi.it).






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- Prendi un piatto e tiralo a terra.
- Fatto.
- Si è rotto?
- Si.
- Adesso chiedigli scusa.
- Scusa.
- È tornato come prima?
- No.
- Adesso capisci?